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Denaro, Messina, Corradino di Svevia e lo stemma imperiale | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
25.4.2021
Buonasera le
mando la foto di questa moneta:Peso 2g Diametro 15mm Saluti |
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Roma, 29.4.2021
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta in esame: Denaro1, zecca di Messina, (1254-1258), Spahr 166, W-CR2/42 Descrizione
(sono indicate in rosso le parti della leggenda
usurate o comunque illeggibili): La ricerca di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Veniamo alle conclusioni. Nei limiti consentiti ad
un esame a distanza, le caratteristiche generali e
di stile della moneta riflettono quelle degli
esemplari autentici del periodo. La misura del peso
è stata verosimilmente eseguita con mezzi
inadeguati. Se autentica, nelle presenti condizioni,
la moneta potrebbe, a mio avviso, avere un valore
venale di una ventina di euro. Un saluto cordiale. ------------------------------- (1) Denaro (biglione). I denari dei successori di Federico (v. Grierson, Volume 14 - pag. 187) pesavano c. 0,76g (420 pezzi ricavati da una libbra), meno di quelli di Federico II (360 pezzi per libbra, c. 0,885g) e anche la percentuale d'argento nella lega era ridotta (2,08%). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) Spahr, "Le Monete Siciliane, dai Bizantini a Carlo I d'Angio (582 - 1282) (Graz, ed. 1976)", è il catalogo di riferimento per la monetazione normanna di Sicilia che purtroppo non è consultabile in rete. Per la catalogazione mi sono rifatto al sito numismatica-italiana.lamoneta.it che attribuisce la moneta alla zecca di Brindisi. (3) • C • SECVNDVS • (Conradus SECVNDVS). Traggo dal Portale del Sud le note che seguono: Corradino di Svevia nacque a Wolfstein, in Germania, nel 1252. Figlio di Corrado I e di Elisabetta di Baviera. Noto anche come Corrado V di Hohenstaufen, duca di Svevia, fu re di Sicilia dal 1254 al 1258 con il nome di Corrado II, e re di Gerusalemme dal 1254 al 1268 con il nome di Corrado III. Fu l'ultimo sovrano della dinastia sveva. Alla morte dello zio Manfredi ucciso nella battaglia di Benevento (1266), il regno di Sicilia passa nelle mani del vincitore Carlo d'Angiò che in breve riesce a farsi odiare anche da chi lo aveva invocato come liberatore. Corradino, pressato dalle richieste, scende in Italia nel 1267, passa per Verona, Pavia e raggiunge Vado Ligure dove s'imbarca per Pisa. Dalla Toscana raggiunge Roma. Qui si ferma, saccheggia il tesoro di S. Pietro ed altre chiese, per rimpinguare le sue casse, lascia Roma e attraverso l'Abruzzo tenta di raggiungere le sue terre pugliesi. A Tagliacozzo, sulle rive del fiume Salto, il 23 agosto si scontra con l'esercito di Carlo d'Angiò che lo aspetta al varco. In un primo tempo le sorti della battaglia sembrano favorevoli a Corradino, ma l'Angioino, per quanto disponga di un esercito numericamente inferiore, ha al suo comando vecchi e valorosi combattenti e non giovani fratelli d'arme diciottenni senza esperienza come lo svevo. Quando l'esercito di Corradino pregusta la vittoria e si disperde inseguendo chi sembra scappare, dandosi contemporaneamente al saccheggio, un veterano delle crociate, Erard de Valéry, dà il segnale di attacco e le truppe al comando di Carlo d'Angiò entrano in azione. La carneficina fu enorme finché gli Angioini più freschi, e meglio organizzati, ebbero la meglio. Per Corradino è la fine. Fugge, si rifugia presso i Frangipane ad Astura, ma Giovanni Frangipane lo tradisce, facendolo catturare. Portato in catene a Napoli, fu sottoposto ad un processo farsa, assieme ad alcuni suoi fedelissimi. Condannato a morte, fu decapitato a soli sedici anni il 29 ottobre 1268 sul patibolo eretto in Campo Miricino, l'odierna Piazza del Mercato, a Napoli. Così finivano gli Hohenstaufen. Si dice però che alla esecuzione fosse presente anche Giovanni da Procida, fedele amico di Federico II, che raccolse il guanto di sfida gettato da Corradino con l'intenzione consumare presto una giusta vendetta. Il corpo di Corradino è sepolto nella chiesa del Carmine a Napoli. (4) L'aquila nera su fondo oro fu lo stemma dagli imperatori tedeschi della Casa di Hohenstaufen e, più in particolare, di Federico II (v. link). (5) • IERL • ET • SICIL' • R. Le leggende del dritto e del rovescio della moneta vanno lette congiuntamente: Conradus SECVNDVS IERusaLEM ET SICILIE Rex (Corrado II, re di Gerusalemme e di Sicilia). (6) La croce patente è quella con le braccia che vanno allargandosi verso l'esterno. In araldica i quarti si contano da sinistra a destra e da sopra a sotto. |
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