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Denario, Roma, Settimio Severo e i Decennalia | ||||||||||||||||
25.5.2021
Grazie per
la risposta.Peso Moneta: 3,40g Diametro: 19mm Colore: Argento Asse di conio: ore 1 Tipologia lega: Ag No materiale ferroso Autorizzo l’uso incondizionato delle foto e delle immagini inviate. |
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Roma, 26.5.2021
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Denario1, zecca di Roma, 202 d. C.2, RIC IV/I 186 (pag. 115), BMC V 388 (pag. 232), Cohen IV 786 (pag. 81), indice di rarità "S". Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------- (1) Denario (argento). Di seguito riporto le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) La moneta risulta esattamente datata sulla base della potestà tribunizia (TR P X= 202 d. C. per Sett. Severo, TR P V=202 d. C. per Caracalla). Congiuntamente con quelli decennali di Settimio Severo, furono pronunciati i voti decennali del figlio Caracalla (v. Ric IV/I 68 pag. 222 - link3). (3) SEVERVS - PIVS AVG (SEVERVS PIVS AVGustus). Traduco liberamente dal sito http://samples.sainsburysebooks.co.uk/9781134707461_sample_896600.pdf (non più attivo) le note di Anthony R. Birley sulla vita di Settimio Severo: "I Settimi erano d'origine punica mentre la famiglia materna era di discendenza italica. Il nonno di Severo, di classe equestre, era stato un personaggio di primo piano nella Leptis Magna di Traiano; il padre non aveva rivestito alcuna carica ma due Settimi erano già senatori al tempo della nascita di Severo nel 146. Uno dei due ottenne per Severo da Marco Aurelio il conferimento del rango senatorio. Sia Severo che il fratello condussero una normale carriera sotto Marco Aurelio e Commodo. Console nel 190, a quel tempo unito in seconde nozze con Giulia Domna e padre di due figli, Severo nel 191 divenne governatore della Pannonia Superiore (più o meno corrispondente all'odierna Slovenia). Dodici giorni dopo l'assassinio, ad opera della guardia pretoriana, di Pertinace (marzo del 193), Severo fu acclamato imperatore dalle truppe a Carnuntum con lo scopo dichiarato di vendicare Pertinace. Con l'avvallo di tutte e sedici le legioni di stanza sul Reno e sul Danubio, assicuratosi l'appoggio di Clodio Settimio Albino, governatore della Britannia, a cui promise l'elevazione al rango di Cesare, Severo marciò su Roma. Il primo giugno del 193 un sicario inviato dal Senato soppresse Didio Giuliano, l'Augusto allora in carica, ed elevò al rango di Augusto Settimio Severo che era ormai giunto a 60 miglia a nord di Roma. La guardia pretoriana fu sciolta, ne fu formata una nuova, due volte più numerosa, con elementi scelti dalle legioni danubiane. Furono costituite tre nuove legioni, la I e la III Partica, e la II Partica di stanza ad Alba Longa. Tenuto conto dell'incremento nel numero dei vigili e delle coorti urbane, la guarnigione a presidio della città subì un radicale ampliamento. Le paghe dell'esercito furono aumentate (per la prima volta dall'84) e il personale militare ottenne nuovi privilegi, come il diritto a contrarre matrimonio e portare la moglie al seguito (contubernium). Poi Severo mosse contro Pescennio Nigro che nel mese di aprile era stato acclamato imperatore dalle truppe di stanza in Siria. Nigro fu battuto, catturato (nella battaglia di Issus, oggi Dörtyol, nella Turchia marittima, in prossimità del confine con la Siria) e ucciso. A questo punto Severo condusse con successo una prima spedizione punitiva contro i vassalli partici che avevano sostenuto Nigro. Nel 195 Severo si autoproclamò figlio adottivo del deificato Marco Aurelio e fratello di Commodo, il figlio di Marco anch'egli deificato; poi mutò il nome del proprio figlio primogenito (Caracalla), chiamandolo Marco Aurelio Antonino ed elevandolo al rango di Cesare, mentre attribuì alla propria moglie Giulia Domna il titolo di “mater castrorum”. Le scelte menzionate, di stampo chiaramente dinastico, indussero Clodio Albino, che due anni prima aveva ricevuto l'investitura come Cesare, a ribellarsi e a scendere in Gallia dove però fu battuto a Lugdunum da Severo prontamente accorso (197). Seguirono rappresaglie contro i sostenitori di Clodio Albino, nel corso delle quali trovarono la morte 29 senatori e numerosi personaggi di spicco in Gallia, Spagna e Africa. Nell'estate del 197 Severo saldò i conti in via definitiva anche con i Parti conquistandone (28 gennaio del 198) la capitale Ctesifonte, posta sulla riva sinistra del Tigri (nell'attuale Irak). Nello stesso giorno Severo si autoproclamò Parthicus Maximus, elevò Caracalla al rango di Augusto ed il secondogenito, Settimio Geta, a quello di Cesare. A presidio della nuova provincia mesopotamica furono spostate due delle legioni partiche di nuova costituzione (la I e la III) e fu nominato, come governatore, un prefetto di rango equestre. Dopo circa un anno di permanenza in Siria, la corte imperiale passò in Egitto dove sostò un anno. La provincia fu riorganizzata e ad Alessandria e ad altre città importanti fu concesso il consiglio cittadino. Alla fine del 200 Severo tornò in Siria per un altro anno e ad Antiochia assunse il terzo consolato, avendo Caracalla come secondo console (1.1.202). Nella prima estate, tornato a Roma, celebrò con grandi giochi il primo decennale di regno, rinunciando al trionfo che il Senato aveva già votato per lui. Seguì il matrimonio di Caracalla con Fulvia Plautilla, la figlia dell'onnipotente prefetto del pretorio Gaio Fulvio Plauziano. Nell'autunno del 202 Severo si trasferì in Africa con la famiglia e lì concesse alla nativa Lepcis (oggi più nota come Leptis), a Cartagine e ad Utica lo ius italicum (uguaglianza legale e di privilegi con le città italiche). Sconfisse quindi le tribù del deserto dislocate oltre la Tripolitania. Dal 203 al 208 soggiornò in Italia ove organizzò nel 204 i giochi secolari. Il 22 febbraio 205 il prefetto Plauziano, accusato di tradimento contro l'imperatore e percepito come pericoloso da Caracalla e dalla sua influente madre Giulia Domna, fu giustiziato. Lo sostituì nella carica Papiliano che, insieme a due colleghi giuristi, Ulpiano e Paolo, rese quella severiana l'epoca d'oro del diritto romano. Nel 208 disordini secondari in Bretagna indussero Severo a trasferirsi ad Eburacum (l'odierna York) in prossimità del vallo che l'imperatore Adriano aveva fatto costruire con l'intento di sottomettere il resto della Britannia. A questo fine Settimio costituì una base avanzata a Carpow sul Tay e nel 210 annunciò l'avvenuta vittoria che gli consentì di aggiungere l'appellativo Britannicus alla titolatura propria e a quella dei suoi figli. Nel 209 Geta fu elevato al rango di Augusto al fine di predisporre una successione congiunta e pacifica. Il 4 febbraio del 211, malato di gotta, Severo si spense a York non senza aver prima raccomandato nel letto di morte ai figli: "non litigate, coprite d'oro i soldati e ignorate tutto il resto" ("ὁμονοεῖτε, τούς στρατιώτας πλουτίζετε, τῶν ἄλλων πάντων καταφρονεῖτε" - dalla Storia di Roma di Cassio Dione, libro 77, para. 15/2). (4) VOT SVSC DEC P M TR P X COS III P P (VOTa SVSCepta DECennalia Pontifex Maximus TRibunicia Potestate X COnSul III Pater Patriae - Promessa dei voti decennali, Pontefice Massimo, investito per la decima volta dei poteri di tribuno, Console per la terza volta, Padre della patria). I Decennalia (v. link) erano ricorrenze che, a cadenza decennale, erano celebrate dagli imperatori romani con giochi. Esse dovevano la loro origine al fatto che nel 27 a.C. Augusto aveva rifiutato il potere supremo offertogli a vita, acconsentendo di mantenerlo solo per dieci anni. In occasione dei Decennalia, l’imperatore rimetteva i suoi poteri nelle mani del popolo che, affascinato da tanta saggezza, glieli restituiva subito dopo. Il ricordo dell’evento fu mantenuto fino agli ultimi anni dell'impero e solennizzato da ciascuno dei successivi imperatori ad ogni decennio del loro regno, sebbene l'imperium fosse previsto per tutta la vita, non per soli dieci anni. Durante la festa, il popolo offriva voti all'imperatore, voti decennali per il successo e la perpetuità del suo impero. La monetazione romana fu appositamente modificata in questo periodo per rendere pubblico l’impegno di questi voti, attraverso leggende come VOTA SUSCEPTA DECENNALIA, o VOTIS X. Dal tempo di Antonino Pio, troviamo queste cerimonie segnate così sulle medaglie: PRIMI DECENNALES; SECVNDI DECENNALES; VOTA SOL. DECEN. II; VOTA SVSCEP. DECEN. III. Questi voti venivano pronunciati all'inizio di ogni decennale, se è vero che su una medaglia di Pertinace, che nel 193 regnò solo per 4 mesi, appaiono le leggende VOTA DECENN. e VOTIS DECENNALIBVS. (5) Il rotolo, detto anche mappa, nella iconografia tarda romana costituiva uno dei principali attributi dei consoli; esso traeva origine dal panno che l'imperatore o il magistrato lasciava cadere nel circo (v. link) quando dava inizio alle gare. |
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