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Venezia, mezzanino per Verona e Vicenza, S. Marco e il doge Michele Steno | ||||||||||||||||||||||||||||||||
28.11.2021
Buongiorno,
mi piacerebbe capire la provenienza di questa
monetina di argento. Peso 0.51g, diametro 1.64cm, non ferromagnetica. Grazie |
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Roma, 7.12.2021
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: AR Mezzanino nuovo1, zecca di Venezia, 1400-1413, C.N.I. VII, 19 (pag. 115), Papadopoli 5 (pag. 239 del pdf), W-MSTT/1-1, indice di rarità R2 Descrizione sommaria: D. DVX - MIC STЄN - SMVЄNЄ2, intorno, in verso orario, a partire da ore 12. Al centro, San Marco nimbato, stante a destra, porge un cero al doge vestito di un lungo manto ornato di pelliccia e capo coperto dal corno ducale, stante a sinistra. Sotto il cero, ad ore 6, 3, monogramma del massaro dell’argento. R. XPS RЄS - VRЄSIT4, intorno, a partire da ore 12. Al centro, Gesù Cristo di fronte, il capo con nimbo a croce, sorge dal sepolcro con il piede destro piantato sul suolo, il sinistro ancora nel sepolcro, la gamba destra fuori, nella mano sinistra una croce e nella destra il vessillo trionfale sventolante. Sul sepolcro quattro croci scolpite. La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------------------------- Note: (1) Il mezzanino nuovo viene così descritto da Papadopoli (pag. 239): argento, titolo 0,952, peso grammi 0,606. E' stato un nominale di breve durata che, erroneamente tariffato rispetto ad altri nominali, fu alla fine sostituito dal soldino (v. link). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei mezzanini della tipologia di figura presenti nei link di cui sopra:
(2) DVX - MIC STЄN - SMVЄNЄ (DVX MIChael STENo Sanctus Marcus VENEtiarum). La consegna del cero appare come un'investitura del Doge ad opera del Santo Patrono, San Marco delle Venezie. La leggenda illustra nomi e ruoli dei personaggi rappresentati nel dritto: a partire dall'alto il titolo della prima carica dello stato (DVX, cioè Doge) e, a seguire, l'immagine e dietro il nome del Doge (Michele Steno); a sinistra, il nome, San Marco dei Veneti (Sanctus Marcus Venetiarum - v. link) e davanti la sua immagine. Michele Steno (nato a Venezia, nel 1331 circa ivi muore il 26 dicembre 1413) fu doge della Repubblica di Venezia dal 1º dicembre 1400 alla morte. "Eseguite nuove correzioni alla Promissione ducale, tra cui: non debba il doge ricevere feudo nè provvigione alcuna; non possa maritare con forestieri le sue figlie o figliuoli se non con la volontà dei consiglieri, dei tre capi di Quarantia, e di quaranta delle Quarantie e delle quattro parti del gran Consiglio; non abbia a rispondere ad alcuno affermativamente o negativamente, se innanzi tratto non domanda ai consiglieri ciò che far debba: fu dopo ciò eletto, il dì primo decembre 1400, Michele Steno" (v. link). "Il 24 giugno 1405 i cittadini veronesi, malcontenti sia della dominazione viscontea che di quella carrarese, inviarono una delegazione composta da quaranta prestigiosi personaggi cittadini a Venezia, affinché consegnassero al Doge le insegne della città e giurassero fedeltà alla repubblica veneta. Il procuratore veneziano Gabriele Emo ebbe in consegna le chiavi e il sigillo della città, mentre gli stendardi del comune vennero posti in piazza San Marco dal Doge Michele Steno. A Verona, nel frattempo, il carroccio fu fatto sfilare trionfalmente per le vie della città, con issato il vessillo della repubblica veneta. Verona sanciva la propria Deditio alla Repubblica di Venezia e il 16 luglio i privilegi della città furono stabiliti da una bolla d'oro e da quel momento, fino alla fine del XVIII sec. la città venne retta da due veneti: il podestà e il capitano. Il primo, con poteri civili, si insediò nel nostro palazzo che da questo momento viene chiamato palazzo del Podestà o del Pretorio, mentre il capitano, con funzioni militari, si sistemò nel palazzo di Cansignorio, nel cortile del Tribunale, che prese il nome di palazzo del Capitano. " (v. link) "La pace però che godeva la Repubblica venne turbata nuovamente dai Genovesi, i quali, assoggettatisi, fino dall’anno 1396, alla protezione di Francia, avevano per governatore, nel 1403, il francese Bucicardo, o Bucicaldo, come altri lo chiamano; il quale, nella primavera dell’anno medesimo, salpò con la flotta dal porto di Genova, recandosi contro Cipro, con l’intendimento anche di osteggiare i Veneziani. Incontratosi egli con la flotta capitanata da Carlo Zeno, spedito dalla Repubblica per tener d’occhio i Genovesi stessi e per proteggere il commercio, accade fiera battaglia, dalla quale uscì vincitore lo Zeno: del quale splendido fatto se ne volle perpetuata, più tardi, la memoria, nel soppalco della sala del Maggior Consiglio, per mano di Antonio Vassilachi: intorno a cui é da vedersi la illustrazione della Tavola CXLV1II. A tale vittoria seguì tosto la pace, conchiusa il dì 22 marzo 1404, per la quale, restituiti i prigioni, fra gli altri compensi, otteneva Venezia da Genova 180.000 ducati." (v. link). (3) . Secondo Adelchi Benetton (v. link) la sigla del massaro (=funzionario della zecca preposto alla coniazione), la G gotica, in via deduttiva ricondurrebbe a Giovanni Emo. Di lui è documentata una sanzione il 18 marzo 1410, quando era massaro all'oro, per profitti insufficienti derivanti dalla sua attività di coniazione. (4) XPS RЄS - VRЄSIT, ove XPS è la forma abbreviata della parola XΡΙSΤΟS (ove le prime due lettere sono le lettere iniziali del nome, l'ultima lettera è la finale del nome stesso), equivalente greco del latino Christus, mentre RЄSVRЄSIT è la forma medioevale del latino classico "resurrexit" (risorse). La resurrezione di Cristo nel rovescio di questa moneta riprende un mezzanino del Doge Andrea Dandolo (1342-1354) (v. link). L'immagine è anacronistica, poiché Cristo viene visto emergere da una tomba simile a una bara che ha delle croci e lui stesso indossa un crocifisso. |
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