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31.10.2023
Buongiorno
Sig. Giulio De Florio,autorizzandola sin d’ora all'uso incondizionato delle foto o delle immagini che invio Le chiedo gentilmente una sua consulenza/valutazione relativa alla moneta che allego. In particolare: peso della moneta: 4,5g diametro: 24mm spessore: <1mm colore: bronzo asse di conio: 4 tipologia della lega metallica: bronzo valutazione della presenza di materiale ferroso nel tondello, da accertare per mezzo di una calamita: con la calamita non si sente alcuna attrazione. La ringrazio e la saluto cordialmente. |
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Roma, 3.11.2023
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Grano1,
zecca di Palermo, 1701,
numismatica-italiana W-F5C/2-1, Krause
KM# 74, indice di
rarità C Descrizione
sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) La monetazione di Filippo V (1701 - 1713) comprendeva: i tre piccioli in rame (v. link); il grano in rame (v. link), peso ufficiale 5,2g, diametro 24mm; il mezzo tarí in argento (v. link); il tarí in argento (v. link); il 3 tarí in argento (v. link); il 4 tarí in argento (v. link); il 4 tarí o medaglia con la porta in argento (v. link); il 4 tarí o medaglia col leone in argento (v. link); il mezzo scudo in argento (v. link). Le caratteristiche fisiche del campione presente nel web (4,74g, 23,55mm) sono prossime a quelle della moneta in esame (4,5g 24mm,4h). (2) + / PHILIPPVS • V • DEI • GRA-TIA (Filippo V, per grazia di Dio). Traggo da numismatica-italiana le note storiche che seguono su Filippo V (1701 - 1713). Filippo di Borbone, nato nel 1683, figlio di Luigi, Delfino di Francia e di Maria Anna di Baviera, divenne Re di Spagna e nei domini nel 1701, designato per testamento di Carlo II. L’ascesa al trono fu celebrata dalla zecca di Palermo con l‘emissione di alcune medaglie monetiformi del valore di mezzo scudo, e due tipi da quattro tarí nel 1701. La monetazione regolare non si ebbe in argento che tra il 1707 e 1709. L'intesa tra la Spagna e la Francia non era gradita all'Imperatore, all'Inghilterra e all'Olanda e anche a Vittorio Amedeo d'Aosta. Ne scaturí una guerra che nel 1707 portò all'incoronazione per il regno di Napoli Re Carlo d'Austria, fratello dell'Imperatore Giuseppe. Gli scenari politici mutarono nel 1711 con la morte dell'Imperatore e con l'insediamento di Carlo come Imperatore, che avrebbe portato ad unione con la corona di Spagna. Nel 1713 con il trattato di Utrecht, Filippo divenne Re di Spagna, Carlo VI Imperatore ebbe le province dei Paesi Bassi, Milano, Napoli e la Sardegna, mentre la Sicilia passò a Vittorio Amedeo di Savoia. Nel 1718 Filippo occupò la Sardegna e poi la Sicilia, ma nel 1720 venne costretto ad abbondonare la Sicilia dall'opposizione dovuta dall'alleanza tra la Austria, Inghilterra, Olanda e Francia. Filippo cedette i territori italiani alla sovranità austriaca in cambio del Ducato di Parma e Piacenza per il figlio Carlo e a Vittorio Amedeo veniva assegnata la Sardegna in cambio della Sicilia. Filippo morí nel 1746 e sul trono di Spagna succedette il figlio Ferdinando. (3) Riferisce il sito http://www.stupormundi.it/it/ che nella Casa di Svevia l'aquila con le ali spiegate assunse carattere araldico con il figlio del Barbarossa, Enrico VI, che ne fissò il colore nero su fondo oro. Con Federico II l'aquila diventerà lo stemma della Casa reale di Svevia e del Sacro Romano Impero. Pare accertato che Federico II portasse anche un altro stemma: d'argento, con l'aquila spiegata e coronata di nero, che viene ritenuto segno distintivo della Casa Sveva di Sicilia. L'insegna dell'aquila nera su campo bianco fu usata, in quanto stemma della Casa di Svevia in Sicilia, dal successore di Federico, il figlio Manfredi (v. stessa fonte citata) e fu probabilmente usata anche dall'erede di Manfredi, la figlia Costanza, che andò in sposa, nel 1262, a Pietro III di Aragona. Il matrimonio tra l'allora principe e futuro re di Aragona e la principessa sveva di Sicilia portò alla fusione dei rispettivi stemmi. Lo stemma cosí composto può definirsi, di pretensione, a significare la pretesa che il re di Aragona vantava sulla corona di Sicilia. La pretesa fu esercitata da Pietro III, come noto, nel 1282 quando, a seguito della ribellione dei Siciliani agli Angioini, decise di tutelare i diritti dinastici della moglie muovendo alla conquista della Sicilia. Questo stemma passò in seguito ad indicare la Casa regnante di Sicilia e, come tale, verrà usato e raffigurato nella composizione di grandi armi di imperatori, sovrani o case reali che vantassero parentele con quella di Sicilia, e quindi anche da Filippo II al tempo in cui governò la Sicilia. (4) R C Nella monetazione del Regno di Sicilia e di Napoli si ritrova sovente la sigla RC per "Regia Corte" che indicava le monete coniate nelle capitali dei regni ovvero Palermo e Napoli. (5) ✠ / * / REX * / SI-CILIÆ/ * (Re di Sicilia). Le leggende del dritto e del rovescio della moneta di figura vanno lette congiuntamente (Philippus V Dei Gratia Rex Siciliae - "Flippo V, per grazia di dio, re di Sicilia"). (6) FE / LICI / TAS / 1701 “Deliciae regis felicitas populi”. |
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