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Roma, sesterzio o asse,
Gordiano III e la Fides Militum |
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30.12.2023
..da
NUMISMATICA ITALIANA MONETE ITALIANE DA COLLEZIONE
ITALIAN COINS.Buongiorno a tutti premetto che sono completamente ignorante in materia, ho questa moneta che conservo da un po’ e vorrei gentilmente chiedervi un parere riguardo al valore. Grazie mille a tutti. |
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Roma, 30.12.2023
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura. Æ Sesterzio oppure asse1, zecca di Roma, fine luglio 238 d. C. - fine luglio 239 d. C.2, RIC IV/III 254a (pag. 43)3, Cohen V 88 (pag. 30)3, indice di rarità "C" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di sesterzi della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati (nel link11 ho riportato un esempio di asse della tipologia di figura):
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) AE (bronzo) sesterzio oppure asse. Per semplicità di esposizione mi limiterò a raccogliere in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra
(2) La datazione è fornita dal Ric. (3) La classificazione RIC IV/III 254a (pag. 43), Cohen V 88 si riferisce al sesterzio, mentre è RIC IV/III 254b (pag. 43), Cohen V 89 (pag. 30) quella dell'asse. (4) IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG (IMPerator CAESar Marcus ANTonius GORDIANUS AVGustus). Gordiano III, il cui nome per esteso da Augusto è Imperator Caesar Marcus Antonius Gordianus Augustus, riceve il titolo di "PIVS" nel 239 d.C. e l'anno successivo aggiunge al proprio nome l'appellativo di "FELix". La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco di soli sei anni, tra il 238 e il 244 d.C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Alessandro Severo l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d.C., regnante Massimino (Alessandro Severo era stato ucciso nel 235 su probabile istigazione del menzionato Massimino), scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni confiscati dalla politica predatoria del sovrano. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'ascesa dei due Gordiani. Il loro regno doveva tuttavia durare meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, si rivoltò contro di loro allorché ritenne che le sue aspettative non venissero tenute nella giusta considerazione e poiché aveva al suo comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei suoi oppositori, con la conseguenza che Gordiano I si suicidò e Gordiano II perì in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa circa la morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere le sue prerogative. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, una rivolta dei pretoriani pose fine alla vita dei due Augusti, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica ne determinò la morte durante l'assedio di Aquileia. Gordiano III, data la giovane età, era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia. Ma il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante una campagna in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo, passato poi alla storia come Filippo I l'Arabo, lo fece assassinare dai suoi sicari nel 244 facendosi proclamare Augusto al suo posto. Il Senato e le province riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (5) FIDES MILITVM. La fedeltà dei soldati è simbolicamente rappresentata attraverso il personaggio femminile che regge lo stendardo legionario e lo scettro. (6) S C (Senatus Consulto, per decreto del Senato). Tra le novità introdotte da Augusto nella monetazione è da ricordare il conferimento al Senato della responsabilità delle emissioni monetali in bronzo; ogni emissione ènea riportava perciò sul rovescio la sigla SC. La monetazione in oro e argento, che era priva della sigla SC, rientrava nella competenza diretta dell'imperatore. |
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