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13.1.2024
Salve
professore può risalire a l’età di questa moneta?Peso 5/6grammi diametro 25mm. Grazie in anticipo e scusi per il disturbo. |
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Roma, 15.1.2024
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Grano1, Regno di Napoli, 1756, C.N.I. XX 137 (pag. 557), W-CB/2-2, indice di rarità R Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Grano
(rame). Traggo da https://realcasadiborbone.it/filatelia-e-numismatica/monete/
le note che seguono sulla monetazione di Carlo di
Borbone. "All’avvento di Carlo di Borbone al Trono
di Napoli, nel 1734, l’unità monetaria di base era
il ducato [vedi "La monetazione napoletana da
Carlo a Francesco II di Borbone (1734-1860)", a
cura di M. PANNUTI, edito dal Museo Gaetano
Filangieri, Napoli 1975.], una massa di argento
del peso di gr. 22 circa e contenente 9/10 di fino
e 1/10 di lega (rame). Il ducato si divideva in 10
carlini, ognuno dei quali composto da 10 grani,
ognuno dei quali da 12 cavalli. Il ducato esisteva
anche come moneta d’oro, anche se non veniva più
coniato dal 1649. Per quanto riguarda la
monetazione d’oro, non appena assurto al Trono,
Carlo continuò in Sicilia la coniazione di piccole
monete auree, come nel passato, mentre a Napoli
preferí [dato il notevolissimo aumento rispetto al
passato del rapporto fra oro e argento (1 a 14½)]
emettere multipli del ducato d’oro, cioè il 2, il
4, ed il 6 ducati, al titolo di 21¾, cioè con
circa 906 millesimi di fino. Il 6 ducati fu
chiamato anche oncia napoletana, per distinguerlo
dalle once di Sicilia, in quanto queste avevano
metà del peso, e quindi del valore, di quelle
napoletane. Furono coniate monete auree dal 1749
al 1756. Per la monetazione argentea, egli
continuò le coniazioni di grandi pezzi in argento:
le piastre (gr. 25, 61) del valore di 12 carlini,
o 120 grani, e la loro metà, ove si legge il motto
“De Socio Princeps” (“Da Alleato a Sovrano”),
un’evidente allusione al fatto che il Regno di
Napoli, prima “viceregno asburgico” e “provincia
spagnola”, è divenuto con lui nazione indipendente
e sovrana a tutti gli effetti. Questi pezzi, dal
titolo di circa 900 millesimi, furono emessi dal
1734 al 1736. Nel 1747 seguí un’emissione
commemorativa della nascita del primogenito
maschio, il Principe Filippo: vennero coniate due
artistiche monete – una piastra ed una mezza
piastra – che recano al dritto i busti accollati
di Carlo e di Maria Amalia e al rovescio una donna
seduta, reggente con il braccio destro un bambino;
nel giro v’era il motto “Firmata Securitas”, a
sottolineare la certezza della continuazione della
famiglia, e quindi dell’indipendenza del Regno. A
partire dallo stesso anno, fino al 1749, venne
ripresa la coniazione delle piastre e delle mezze
piastre, che recavano la scritta “De Socio
Princeps”, mentre dal 1750 esponevano il busto del
sovrano volto a destra. Occorre inoltre ricordare
i carlini ed i mezzi carlini del valore di 5
grani, detti popolarmente “cingranella”, sui quali
è raffigurata al rovescio l’Abbondanza in atto di
spargere monete. Per quanto concerne infine la
monetazione di rame, si coniarono la “pubblica”, o
3 tornesi, il grano o 12 cavalli, il 9 cavalli, il
tornese o 6 cavalli, il 4 cavalli ed il 3 cavalli.
(2) CAR • D • G • VTR • SIC • ET • HIER • REX • (CARolus Dei Gratia Utriusque Siciliae et Hierusalem Rex - Carlo, per grazia di Dio, Re delle due Sicilie e di Gerusalemme). Riprendo da C:N:I. le brevi note che seguono su Carlo di Borbone: "Carlo di Borbone Re delle Due Sicilie (1734-1759), nato a Madrid nel 1716 da Filippo V Re di Spagna e da Elisabetta Farnese, sposa nel 1737 Maria Amalia figlia di Federico Augusto Re di Polonia. Conquista con le armi il Regno di Napoli e Sicilia, ricevendo dal padre il riconoscimento di Stato indipendente dalla Spagna. Nel 1759, per la morte del fratello Ferdinando IV, è chiamato a Madrid per succedergli, e assegna il Reame delle Due Sicilie al figlio Ferdinando, di otto anni, con un consiglio di Reggenza presieduto dal Ministro Bernardo Taducci." (3) I A. (Ignazio Aveta, ufficiale di zecca). (4) HILA/RI/TAS, esprime serenità, fiducia nel mantenimento del valore della moneta. (5) M - M. (Domenico Maria Mazzara, ufficiale di zecca). (6) 1756, anno di emissione. |
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