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28.1.2024
14mm, circa
2/3grammi |
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Roma, 3.2.2024
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Denaro agontano1, zecca di Ancona2, c. 1250÷1350, W-REPUAN/2-4, C.N.I. XIII 8 (pag. 2) Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque illeggibili): D. ✠•DE ANCONA▲, in verso orario, a partire dall'alto3. Croce patente, al centro4. Contorno rigato. R. ✠•PP•S•QVI•RI•A▲, in verso orario, a partire dall'alto, e, al centro, 5. Contorno rigato. La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------------------------- Note: (1) Denaro (mistura). W-REPUAN/2-4 fornisce per questo denaro le seguenti caratteristiche di massima, peso 0,55÷0,80g, diametro 16mm. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(1) Il denaro agontano [agontano, dal latino anconitānus, anconetano] è una moneta in mistura. Il Biaggi segnala tali monete in argento anzichè in mistura. Diametro: 15-17mm. Peso: 0,50-0,75g (v. link). Essa reca al dritto una croce patente inserita in un cerchio e la leggenda "De Ancona" inscritta nella corona circolaresoprastante. Al rovescio, la leggenda dedicata a S. Ciriaco si sviluppa all'interno di una corona circolare per completarsi con le ultime tre lettere inserite al centro in un cerchio e disposte a triangolo attorno ad un globetto. In assenza delle caratteristiche fisiche della moneta in esame, non si potrà procedere alla comparazione con i dati disponibili. (2) Traggo da wikipedia le notizie che seguono riguardo alla zecca di Ancona: le prime notizie sulla monetazione anconetana medioevale sono del XII secolo. La città iniziò a battere moneta, non per concessione imperiale o papale, bensì per decisione autonoma. Secondo alcune tradizioni, la città batteva moneta su concessione dell'Impero bizantino, in seguito alla fedeltà dimostrata durante l'assedio del 1173, ma la notizia è tarda e non supportata da fonti. Il regime di autonomia monetaria di Ancona non doveva essere del tutto gradito al papato se è vero che nel 1233, in una lettera di minaccia di scomunica indirizzata al comune di Ancona, Gregorio IX ricordava che in tutta la Marca solo Ancona fruiva dell'autonomia monetaria (v. link). (3) ✠•DE ANCONA▲ è l'etnico, l'indicatore dello stato emittente, nello specifico la città autonoma di Ancona. (4) La croce patente [dal latino pătēre che vuol dire aprirsi; in inglese 'crusader cross' - croce greca dei crociati] è la croce che ha le braccia che si allargano alle estremità. (5) ✠•PP•S•QVI•RI•A▲. . Unendo le due parti, si legge P P S QVIRIACVS (e quindi Perpetuus Patronus Sanctus Quiriacus, secondo i più). Pietro Valvasense (in “Memorie per servire all'istoria letteraria” - 1756) avrebbe dato invece una diversa interpretazione (v. link): unendo le leggende del dritto e del rovescio e iniziando a leggere dalla lettera S del rovescio, l'interpretazione sarebbe 'Sanctus QVIRIcus PaPa de Ancona' dal momento che, in alcune bolle papali coeve, PP è l'abbreviativo di Papa. La tradizione locale di Ancona (v. link) ha identificato il santo nell'ebreo Judas Quiriacus o Kyriakos (Kyrios in greco vuol dire Signore, da cui Kyriakos, seguace del Signore). Traggo da wikipedia i seguenti spunti biografici sulla vita del santo: "Ciriaco di Gerusalemme (morto a Gerusalemme il 1 maggio 363), secondo la tradizione, sarebbe stato vescovo di Gerusalemme e martire sotto l'imperatore Flavio Claudio Giuliano. Considerato santo dalla chiesa cattolica e da quella ortodossa, è patrono di Ancona ed è assai venerato in Sardegna col nome di "Quirico"; i cattolici lo ricordano il 4 maggio e gli ortodossi il 14 aprile. Nell'anno 326, l'Imperatrice Elena, madre di Costantino, si recò a Gerusalemme per trovare la Vera Croce. Qui venne a sapere che il rabbino Giuda (Judas in latino) conosceva il luogo in cui era stata sepolta la Croce sulla quale era stato crocifisso Cristo. Giuda non voleva rivelare le informazioni in suo possesso ma, chiuso per sei giorni all'interno di una cisterna vuota, senza cibo né acqua, informò l'Imperatrice di quanto sapeva. Al rinvenimento della Croce, il 3 maggio 326, Giuda si convertì al cristianesimo; fu battezzato da Macario, vescovo di Gerusalemme, alla presenza di Elena, ed assunse il nome di Ciriaco. Il legame con il ritrovamento della croce è alla base dell'epiteto con il quale è noto: 'inventor Crucis', cioè "ritrovatore della croce". L'8 agosto 418 il corpo di Ciriaco fu trasferito dalla Palestina ad Ancona, nella chiesa di Santo Stefano, su intervento di Galla Placidia; in questo modo l'imperatrice reggente cercò in qualche modo di andare incontro alle istanze degli anconitani, che le avevano chiesto un interessamento per poter ottenere e custodire le spoglie di santo Stefano del quale Ancona conservava e conserva tuttora, come reliquia, uno dei sassi della lapidazione. Nel 1097 le spoglie di San Ciriaco vennero trasferite nella cripta della chiesa di San Lorenzo, sul colle Guasco, e sottoposte a ricognizione; dopo alcuni decenni la chiesa venne dedicata a San Ciriaco. In seguito al terremoto del 1972, che colpì gravemente Ancona e la sua cattedrale, fu effettuata una nuova ricognizione del corpo; nell'occasione furono effettuati accurati studi medici. Essi permisero di constatare che la salma testimoniava segni di atroci torture. I medici si meravigliarono nel vedere che la trachea, organo che normalmente non si conserva in condizioni analoghe, era invece intatta; analisi chimiche rilevarono ciò che era avvenuto in quanto essa era ricoperta di piombo, chiaro segno di ingestione forzata di metallo fuso. Alla base del capo ancora si poteva notare la traccia della ferita che aveva portato alla morte. Fu un'inaspettata conferma di tutti i punti salienti della storia del martirio tramandata dalla tradizione e da molti ormai riportata nel novero delle esagerazioni agiografiche." |
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