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Antonino Pio e l'Aequitas 
4.5.2004
Gentilissimo Giulio,
le sottopongo una moneta della quale vorrei avere più informazioni possibili data la mia ignoranza in materia. Il diametro è di 29 mm, il peso è di circa 35 gr., l'asse di conio è a ore 11, Il colore probabilmente è più aureo che bronzeo ma non ne sono sicuro e la lega del tondello non è  costituita da materiale ferro-magnetico. Lo spessore della moneta varia dai 3 ai 4,5 mm. Sul dritto mi sembra di leggere  ANTONINVS AVG PIVS PPTRP PXIII . Sul rovescio la leggenda è abrasa quasi totalmente e c'è una figura femminile che dovrebbe essere la libertà ma non capisco cosa tiene nelle due mani. Le sarei grato se riportasse la riproduzione  delle due facce se è possibile e se la possiede.
La ringrazio anticipatamente e le invio i miei più cordiali saluti
fig. 1
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Roma, 30.5.2004
Egregio Lettore,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Zecca di Roma, Sesterzio, 149-150 d. C., RIC III 865 (pag. 134), Cohen II 244 (pag. 296), indice di rarità: "R2"

D. ANTONINVS AVG - PIVS P P TR P XIII Antonino Pio, testa laureata a destra1.
R. CO SIIII. S C a sinistra e a destra in basso nel campo. L'Aequitas (o Moneta), stante a sinistra, sorregge con la mano destra una bilancia e con la sinistra una cornucopia2.

Non ho trovato nel web monete di tipologia uguale a quella di figura, né ovviamente ne posseggo alcuna non essendo un collezionista, tuttavia la moneta è catalogata sia dal RIC che dal Cohen (per quest'ultimo autore può lei stesso consultare in rete il catalogo reperibile all'indirizzo: http://www.i-numis.com/rome/books/cohen/vol_ii/p296.html (categorico 244).

Vorrà notare che il peso da lei dichiarato si discosta notevolmente dalla casistica del periodo3. Poiché la moneta è piuttosto rara (indice di rarità R2, come sopra accennato), la questione del peso diventa piuttosto delicata ai fini del giudizio di autenticità. Va inoltre aggiunto che l'originale era di bronzo, non d'oro.
Non dispongo di una valutazione diretta e recente della moneta, comunque il Cohen sostiene che l'emissione TRPXIII (categorico, Cohen II 244) abbia un valore di mercato 10 volte superiore all'emissione TRPXI (C231) che si presenta identica per tutto il resto, tranne, naturalmente, per l'ordinale della tribunicia potestas. E poiché il Montenegro (edizione 1988 - categorico 1356) valuta C231: 1400, 500, 150 migliaia di lire (a seconda del grado di conservazione), per induzione posso stimare che Cohen II 244, se autentica, valga 10 volte tanto.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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(1) ANTONINVS AVGvstvs PIVS Pater Patriae TRibunicia Potestas XIII. La moneta può essere datata sulla base della Potestà Tribunizia rinnovata, per la 13.ma volta.
Tito Aurelio Boionio Arrio Antonino nacque a Lanuvium l'86 d.C. Egli intraprese la carriera senatoriale e fu console nel 120, più tardi distinguendosi come proconsole d'Asia. Fu adottato da Adriano il 25 febbraio del 138 e durante gli ultimi mesi di vita dell'imperatore fu lui a governare, talché la successione, alla morte di Adriano, il 10 luglio del 138, si presentò senza traumi. Il suo regno è quasi senza storia a causa della tranquillità e prosperità di cui il mondo romano godette sotto il suo governo paziente, giudizioso e imparziale. Morì a Lorium il 7 marzo del 161 e gli succedette Marco Aurelio, nel rispetto della volontà a suo tempo espressa da Adriano. Il Senato concedette ad Antonino la potestà tribunizia per la prima volta il 25 febbraio del 138, per poi rinnovargliela ogni anno sino al 147 nella stessa ricorrenza; il 10 dicembre del 147 gli fu rinnovata di nuovo e poi di seguito ogni anno, alla stessa data, sino al 161 incluso (gli elementi biografici sul regno di Antonino sono tratti dal Sear).
(2) L'Aequitas viene rappresentata costantemente, in epoca romana, mentre sorregge con la destra la bilancia e con la sinistra la cornucopia. COnSul IIII sta ad indicare il rinnovo al sovrano del titolo di console per la quarta volta. La sigla SC indica che la moneta fu emessa per decreto del senato romano (Senatus Consulto) e pertanto non poteva che essere di bronzo (il conio delle monete d'oro e d'argento costituiva una prerogativa imperiale, perciò le monete di metallo pregiato non recavano la sigla SC).
(3) Secondo BMC, il peso del sesterzio era di c. 25,57 g. (media su 597 esemplari in possesso del British Museum) a cui si può aggiungere un grammo per valutare l'effetto usura mentre l'asse di conio era indifferentemente ad ore 0 o ad ore 6.

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