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Roma, 3.1.2006
Caro Giulio,
in primis complimenti vivissimi per il tuo sito sulla numismatica. Ho letto studi interessantissimi, come quello relativo ai segni di zecca degli antoniniani di Diocleziano. Sono un collezionista di monete romane; ma oltre a collezionarle, e forse più che collezionarle, mi piace riconoscerle, identificarle, studiarle. Ho perso gli occhi con una moneta per la quale è durissima risolvere l'ambiguità. Eccola: http://tinypic.com/eqtpir.gif http://tinypic.com/eqtpj7.gif A3 - 18 mm 2,4g R / VOT XX segno di zecca Teta. D/ non si leggono le prime lettere. Si legge solo "IANVS AVG" Dopo molti studi su questa moneta rimane il dubbio tra DIOCLEZIANO e MASSIMIANO. Ti allego un'altra foto più grande del Dritto. Credo che la soluzione possa celarsi o nel profilo imperiale oppure nel modo in cui sono scritte le lettere nella legenda, per vedere se è DIOCLETIANVS o MAXIMIANVS. Le possibili legende con "IANVS AVG", di questa tipologia di moneta, sono: IMP C DIOCLETIANVS AVG IMP DIOCLETIANVS AVG IMP MAXIMIANVS AVG Sai darmi una mano a sciogliere l'enigma? GRAZIE |
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Duisburg, 14.1.2006
Egregio
Lettore, la classificazione della moneta di figura è resa complicata dal concorrere di due fattori, lo stato di usura, che non consente di distinguere in modo chiaro i particolari del busto del sovrano e l'eccentricità del conio, che ha troncato la leggenda del dritto. Fortunatamente la leggenda del rovescio, relativa ai voti ventennali estesi su due righe, rappresenta un unicum nella monetazione romana dei primi quattro secoli dell'era cristiana in quanto è presente, in questa forma, solo nelle monete di Diocleziano e di Massimiano, ovviamente se si trascurano quegli imperatori i cui nomi non terminano in "IANVS". Il fatto poi che la moneta sia stata battuta dall'officina "Q" (dunque l'ottava) restringe il campo di indagine alla zecca di Roma, in quanto le altre impegnate nella coniazione di questo tipo, Ticinum e Carthago, di officine ne avevano di meno. Un ulteriore fattore determinante ai fini della catalogazione è il busto del sovrano, volto a destra ma visto da dietro di tre quarti, ciò che fa escludere che la moneta possa essere assegnata a Massimiano che invece era rappresentato di profilo a destra1. Alla luce di quanto esposto, di seguito trascrivo i dati significativi pertinenti alla sua moneta, con l'intesa di indicare in rosso le parti della leggenda ormai perdute: Frazione di follis2, zecca di Roma, RIC VI 813, c. 297-298 d. C., indice di rarità "s". D. IMP C DIOCLETIANVS AVG.4 Diocleziano radiato, drappeggiato e
corazzato, visto da dietro. La ricerca nel web di monete di tipologia simile (ma non identica) a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note: (1) Ho riportato in tabella le quattro
possibili classificazioni per la moneta di figura,
quali possono desumersi da RIC VI
sulla base della terminazione "IANVS":
Da cui,
selezionando, in armonia con il dritto di figura, i
soli busti visti da dietro non resta che la prima e
l'ultima classificazione. Ovviamente non è possibile
discriminare all'interno delle due, essendo andata
persa proprio la parte della leggenda del dritto che
le distingue.
(6) Q.Identificativo dell'officina monetale (l'ottava, tra quelle operanti all'interno della zecca di Roma nel periodo). |
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