Roma, 3.5.2008
Egregio
Lettore,
di seguito
trascrivo i dati significativi pertinenti alla sua
moneta:
Sesterzio1, zecca di Roma, 157-159 d. C. 2, RIC III
793 (pag. 127), BMC IV
1725 (pag. 278), Cohen
II 1118 (pag. 378), indice di rarità
"S".
Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. ANTONINVS - AVG PIVS P P3. Antonino Pio, testa radiata a destra.
R. VOTA SVSCEP - DECENN III4. COS IIII in
esergo. S C a sinistra e a destra nel
campo. Antonino in piedi a sinistra sacrifica con
una patera su un tripode, mano sinistra di fianco.
La ricerca
nel web di sesterzi di tipologia simile ha prodotto
i seguenti risultati:
- http://wildwinds.com/coins/ric/antoninus_pius/RIC_0793.jpg
Antoninus Pius AE Sestertius. 145-161 AD. Obv:
ANTONINVS AVG PIVS P P, laureate head right Rev:
VOTA SVSCEP DECENN III S-C, COS IIII in ex.,
Antoninus Pius standing left, sacrificing over
tripod altar. RIC III, 793; Cohen 1118. Scarce.
Used with permission of Roma Numismatics, October
2009.
Per concludere,
abbiamo una moneta di Antonino Pio (il profilo del
dritto è inequivocabile) che le caratteristiche
fisiche portano a classificare come sesterzio,
nonostante il peso molto ridotto.
Un saluto
cordiale.
Giulio De
Florio
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Note:
(1) Il peso medio del sesterzio di
Antonino Pio, secondo BMC, è di 25,57g. e dunque la
moneta di figura, che pesa 13,9g, è davvero molto
leggera.
(2) Per la datazione, vedi BMC pag. xlvii.
I VOTA SVSCEPTA a cui la moneta di figura si
riferisce esprimono l'auspicio di un terzio decennio
di regno dopo i primi due felicemente trascorsi.
Poiché l'elevazione di Antonino aveva avuto luogo il
10 luglio del 138 d.C., nel
periodo
compreso tra
il 10 luglio
del 157 e la
stessa data
dell'anno
successivo il sovrano
chiese agli dei di conservarlo in buona salute
per dieci anni ancora (per questo nella moneta
si parla di "vota suscepta decennales III") in
cambio di un sacrificio a cui avrebbe adempiuto alla
scadenza. La celebrazione dei voti presentava per i
cittadini un concreto ritorno economico, poiché la
tradizione voleva che nell'occasione l'imperatore
provvedesse a delle elargizioni in favore dei
sudditi (BMC riporta una stima secondo la quale
Antonino Pio nell'arco di tutto il suo regno avrebbe
donato circa 800 denari ad ogni cittadino). Bisogna
per la precisione aggiungere che le celebrazioni dei
voti promessi o augurati avevano in realtà inizio un
anno prima della scadenza temporale del ventennale e
terminavano con l'anno successivo e ciò spiega
perché la datazione sopra riportata (157-159 d. C.)
copra in realtà un arco di tre anni. Invece i voti
che venivano espressi per ringraziare gli dei per i
venti anni trascorsi, venivano detti vota soluta" in
quanto, con il sacrificio di un toro, l'imperatore
si dichiarava sciolto dal voto, avendo ottemperato
ad una promessa fatta venti anni prima (qualcosa di
equivalente a ciò che nella tradizione cristiana
indichiamo con l'espressione "per grazia ricevuta").
(3) ANTONINVS AVGustus PIVS Pater
Patriae.
(4) VOTA SVSCEPta DECENNales III COnSul
IIII. La classificazione della moneta presenta un
elemento di incertezza nel fatto che non è del tutto
certo che in esergo si possa leggere COS IIII. In
assenza di COS IIII la classificazione sarebbe RIC
1063 (pag. 156).
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