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Caracalla e Giove seduto con scettro e Vittoria | ||||||||||||||||||||||||
20.7.2007
Gentilissimo
Signor De Florio, come già altre volte ricorro alla sua competenza per proporle una nuova moneta. Quest’ultima pesa 2,7 gr per un diametro di 20 x 18 mm, patina verde con parziali incrostazioni, lega verosimilmente bronzea, non ferromagnetica. Obv: ritratto laureato volto a destra, legenda solo parzialmente leggibile nella parte finale: … SAVGGERM Rev: personaggio seduto volto a sinistra, piedi appoggiati su scranno, sopra gli stessi una piccola figura, legenda parzialmente leggibile: PMTR(P)XVIII(…)IIIIP(P) Sulla base del ritratto e della legenda attribuirei il conio a Caracalla, per quanto concerne il personaggio seduto ho trovato riferimenti con Pluto (con Cerberus ai piedi) o Jupiter (con Aquila ai piedi, Vittoria in mano e scettro). Escludendo per ovvie ragioni gli Assi, Pluto si trova negli AR Antoniniani (RIC 261c) dove però Caracalla è radiato, personalmente propenderei per ritenere la moneta un Denario Limes che fa riferimento al tipo RIC 277c. E' concorde con me in questa identificazione? Distinti saluti. Le concedo il permesso, se avrà la cortesia di rispondermi, di pubblicare la sua risposta su www.monetaromana.it. |
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Roma, 29.7.2007
Egregio
Lettore, lo stato di usura della moneta rende difficile l'attribuzione, come del resto anche lei ha osservato. Mi pare dunque opportuno fissare, prima di procedere all'attribuzione, alcuni paletti o, se si vuole, ipotesi di lavoro: innanzi tutto la leggenda del dritto. Più avanti, nella descrizione sommaria, vedrà che ho distinto con il colore la parte della leggenda leggibile da quella usurata. Il sito http://ancient-coins.com/legends/legends.htm consente di ricostruire le leggende del dritto delle monete a partire dai dati parziali e la ricostruzione porta in questo caso a due possibili imperatori, Caracalla e Massimino I, il secondo da escludere perché incompatibile con la Tribunicia Potestas 18 o 19. Dunque convengo con lei che la moneta sia stata battuta sotto Caligola anche se il profilo del sovrano appare un po' diverso da quello di tutte le monete che ho potuto osservare nella mia ricerca. Altro punto fermo è, a mio avviso, il fatto che il busto del sovrano appare nella foto paludato, corazzato e visto da dietro. Ciò porta ad escludere che la testa possa essere laureata (solo gli aurei del periodo presentano al dritto il busto "laureato, paludato e corazzato"). Né la moneta può essere un denario (per il quale è prevista la testa [non il busto] laureata, vedere, ad esempio, qui) e dunque, anche se le tracce della corona sono andate in larga parte perdute, la testa della moneta di figura è necessariamente radiata e non laureata. In cascata ne discende che la moneta è un antoniniano, un antoniniano che ha perso ogni traccia di argento e di peso per giunta un po' bassino (gli antoniniani del periodo erano di circa 5g.). Quanto al tipo del rovescio, escluderei che si tratti di Pluto perché nel campo a sinistra mi sembra di poter scorgere un figura, compatibile con la Vittoria e dunque il tipo è quello di Giove che sorregge la Vittoria e ha ai piedi un'aquila. Non è chiaro se nella leggenda del rovescio della sua moneta sia riportata la 18ma o la 19ma Potestà Tribunizia, probabilmente si tratta della prima perché più frequentemente presente nel web. In questo senso le attribuzioni che seguono: Antoniniano1, zecca di Roma, 215 d. C., RIC IV/I 260(b) (pag. 249) oppure RIC IV/I 277(a) (pag. 253)2, indice di rarità "S" Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
La ricerca nel web di monete di tipologia uguale a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. --------------------------
(2) Per le stesse monete citate nella descrizione sommaria BMC fornisce le seguenti classificazioni a seconda del grado della potestà tribunizia, BMC V/118 (pag. 453), BMC V/158 (pag. 460). BMC indica anche, per la moneta di figura, il particolare del busto vista da dietro che il RIC non mette in evidenza. (3) ANTONINVS PIVS AVGustus GERManicus. Per una nota biografica relativa all'imperatore Caracalla si rimanda alla voce omonima di http://www.wikipedia.it/. (4) Pontifex Maxximus TRibunicia Potestate XVIII (o XVIIII) COnSul IIII Pater Patriae. Riprendo dal sito http://www.usask.ca/antiquities/coins/caracalla.html l'illustrazione di questo conio: il dritto mostra Caracalla che indossa la corona radiata come se fosse un dio. Attorno la leggenda ANTONINVS PIVS AVGustus GERManicus. Caracalla fu chiamato Pio per qualche tempo e ricevette il titolo di Germanicus nel 213 dopo aver vinto gli Alamanni e i Cenni. Il rovescio mostra Giove seduto che sorregge la Vittoria e uno scettro con l'aquila ai piedi. La Vittoria allude alle vittorie di Caracalla contro le tribù germaniche mentre lo scettro identifica la potestà divina. L'aquila è associata a Giove in quanto portatrice dei fulmini che il dio scaglia sulla terra. L'aquila rappresenta anche il simbolo della potenza di Roma. |
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