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Volsinii e l'aureo da XX pezzi
16.10.2008
Gentilissimo, sto cercando di capire cosa sia questa moneta, in possesso di un mio amico che l'ha trovata per caso andando a caccia, per quanto ne so sulle montagne del  reatino. E' una piccola moneta apparentemente d'oro. Al dritto c'è una testa maschile che guarda a sinistra. I capelli sono lunghi sul collo ed ha una corona d'alloro. Sotto il mento ha una specie di stellina a 4 punte. Il diametro sarà di circa 12/13 mm. Il peso è di 4,8 grammi. La moneta ha il colore dell'oro ed anche la consistenza dell'oro.  .. a me pare che la scritta sotto il toro sia greco. La ringrazio se potrà illuminarmi in merito.
21.10.2008
La aggiorno in merito. In effetti l'orefice ha detto al mio amico che la moneta in questione non è d'oro ma probabilmente di ottone lucidato. Peccato, sembrava così bella antica!) un saluto.

21.10.2008
Commento: ... come volevasi dimostrare
Giulio De Florio
fig. 1
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Roma, 19.10.2008
Egregio Lettore, 
riporto di seguito gli elementi che mi è stato possibile raccogliere sulla moneta di figura:

AV1, zecca di Volsinii, 300-265 a. C.2

Descrizione sommaria:
D. Testa di Apollo a sinistra con corona d'alloro; davanti V3.
R. Toro in piedi incoronato da una colomba che sorregge con il becco una corona4. Dinanzi una stella. In esergo ΙΠΑΠCLEF in caratteri etruschi5.

La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella di figura ha prodotto il seguente risultato:

  1. http://www.snible.org/coins/hn/etruria.html Young male head bound with wreath. Mark of value XX. ΙΠΑΠCLEF in Etruscan characters. Bull crowned by bird with wreath in beak; in front, star. (Fig. 4.) 72.1 grani.
Concludo osservando che la moneta di fig. 1 presenta vistose difformità e incongruenze rispetto a quella di fig. 4. Alla luce di ciò, per quanto è consentito da una valutazione a distanza, ritengo che l'esemplare in possesso del lettore sia un'imitazione dell'unico originale in possesso del British Museum. Posto che essa sia comunque d'oro, come sostiene il lettore, mi azzardo ad ipotizzare che sia stata realizzata in epoca moderna come ciondolo ad imitazione dell'originale etrusco.

Un saluto cordiale. 
Giulio De Florio 
 

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Note:
(1) AV (oro). Il diametro della moneta del lettore è di poco inferiore a quello di un tondello da 0,01 € che, a sua volta, ha un diametro di 16,25 mm; verosimilmente quindi la moneta del lettore dovrebbe misurare 15-16mm. Il peso della moneta, dal lettore valutato in 4,8g, si discosta poco da quello (72,1 grs=4,67g) indicato da Barclay Head ("Historia Numorum - A Manual of Greek Numismatics" - v. link) per la moneta aurea del valore XX di Volsinii (fig. 4) in possesso del British Museum. La stessa moneta viene descritta anche dal Mommsen (v. link) nei termini che seguono: "velzapi nell’esergo del rovescio in caratteri etruschi; nel dritto segno del valore XX. Testa di Apollo con corona di alloro/toro in piedi, sopra uccello, dinanzi una stella".
(2) Barclay Head riferisce che la moneta di fig. 4 fu battuta a Volsinii tra il 300-265 a. C. Il segno del valore, XX, è ripetuto sia a sinistra che a destra del collo, come si evince dal breve estratto di google del "A catalogue of the Greek coins in the British Museum" (Pagina 11 VOLSINII (?) 65 Young male head, 1., bound with wreath of myrtle ; (Eros ?) on either side of throat, XX. Bull, walking, 1. ; above, dove, flying, 1., ...). 
(3) Nel libro "Etruscan Life and Afterlife: A Handbook of Etruscan Studies ed. Larissa Bonfante", David Enders Tripp (v. link) sostiene che, generalmente parlando, i ritrovamenti di monete etrusche d'oro e d'argento hanno riguardato zone costiere mentre le monete di bronzo sono state ritrovate all'interno. A differenza delle monete greche, molte di quelle etrusche recano il segno del valore, come di seguito indicato:

segno
valore
>|<
100
î
50
xxx
30
xx
20
Lxx
25
>||x
12½
x
10
L
5
<||
2
I
1
Per le monete d'oro il segno del valore corrispondeva al numero di litre d'argento con cui la moneta poteva essere scambiata [ad esempio, posto che il valore indicato sul dritto fosse stato XX  (=20), la moneta avrebbe potuto essere scambiata con 20 litre d'argento] mentre il rapporto di cambio tra oro e argento, a parità di peso, è supposto di 1:15. Si noterà che la moneta di fig. 4 reca, come segno del valore XX, il che la rende difforme da quella del lettore, il cui segno del valore sembra V, che però non è un carattere etrusco.
(4) Ad un esame accurato si rileva che il tipo del rovescio di fig. 1, rispetto a quello di fig. 4, presenta le seguenti singolarità:
  • anomala evidenziazione del fallo taurino;
  • zampe dell'animale divergenti nel lato sinistro, convergenti nell'altro, sì da rendere improbabile il movimento;
  • toro snello in fig. 1 (robusto in fig. 4).
(5)  ΙΠΑΠCLEF. La leggenda di esergo, secondo la consuetudine etrusca, si presenta retrograda. Traslitterata in caratteri latini da sinistra verso destra, corrisponde, secondo alcuni, a VELZNANI o, secondo altri, a VELZPAPI (all'etnico cioè di Velzna, località dell'Etruria di incerta identificazione, Volsinii per i Romani - v. link).  Le monete auree etrusche con la leggenda ΙΠΑΠCLEF sono indicate come esemplari unici nel libro "Ancient Coins of the Graeco-Roman World " di Waldemar Heckel, Richard Sullivan, Colin M. Kraay (v. link).
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