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Plautilla e Hilaritas |
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15.8.2003
Gent.mo sig
De Florio,le invio come d'accordo i dati della 5a moneta: Num. 5 Diam. 19-20 (mm) min-max Peso 3,5 (g) Ang.assi D.-->R. -30° Materiale e/o colore: Argento Aspetto generale: chiara e pulita Note ulteriori Nota: l'angolo di rotazione tra il dritto e il rovescio è stato misurato come angolo tra Croce e Testa, ovvero come angolo, visto dal lato testa (ovvero il rovescio) tra l'asse del Dritto e quello del rovescio, considerando convenzionalmente positiva la rotazione oraria. Cordiali saluti. |
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Roma, 17.10.2003
Egregio
Lettore,di seguito le riporto gli elementi relativi alla sua moneta che mi è stato possibile raccogliere: Denario, zecca di Laodicea ad Mare1, 202 d. C., RIC IV/I 371 (pag. 271), BMC V 738 (pag. 301), Cohen IV 14 (pag. 248) Descrizione sommaria:D. PLAVTILLAE AVGVSTAE2. Busto di Plautilla drappeggiato a destra, capelli raccolti dietro la testa in una crocchia. R. HILARITAS3. Hilaritas stante con ramo di palma e cornucopia. Il peso del denario emesso dalla zecca di Laodicea nel periodo di regno congiunto di Settimio Severo con Caracalla era di 3,16g (media di 148 campioni). Quattro di sette denari catalogati in BMC presentano asse di conio ad ore 0 (come, mi pare, sia quello di questa moneta) e tre ad ore 6. I pesi relativi sono: 3,23 - 3,16 - 2,83 - 3,35 - 3,23 - 3,34 g. I diametri sono di 20,3 mm (solo la moneta più leggera di quelle precitate ha un diametro di 19,1mm). Sono disponibili nel web le seguenti immagini della moneta di figura (i link con extension jpg mettono in diretto contatto con l'immagine ingrandita):
Un saluto cordiale. Giulio De Florio --------------------------------------- (1) Laodicea, città costiera della Siria settentrionale (oggi Lâdhaqqiyya). ebbe le sue fortune al tempo di Settimio Severo che, nel 194 d.C. la restaurò e le dette il grado di metropoli, ai danni della vicina Antiochia, per premiarla di aver parteggiato per lui nella lotta contro Pescennio Nigro. Secondo BMC, un anellino nel drappeggio sul collo di Plautilla, non visibile nella foto di figura, ma certamente in quella più dettagliata inviatami dal lettore, è chiaro indice che la moneta fu coniata dalla zecca orientale e non da quella di Roma. (2) L'uso del dativo "Plautillae Augustae", a Plautilla Augusta, sta ad indicare che la moneta fu coniata nel 202 d.C., in occasione delle nozze con Caracalla, l'allora quattordicenne figlio primogenito di Settimio Severo, co-reggente (Augusto) con il padre sin dal 198. Il matrimonio, di carattere squisitamente politico, fu deciso da Settimio Severo per dare prova concreta dell'immensa stima e fiducia riposta nel suo braccio destro Plauziano, prefetto del pretorio e padre di Plautilla, uomo vigoroso, efficiente e fedele, ma della moralità e ricchezza di un satrapo orientale (Dione Cassio riferisce che con la dote di nozze di Plautilla avrebbero potuto sposarsi cinquanta regine). Caracalla però odiava l'arroganza di quest'uomo. E la figlia non era diversa dal padre per carattere. Nel 205 Caracalla, forse temendo il troppo potere del fiduciario paterno, riuscì a dimostrare o a convincere Settimio Severo che Plauziano stava complottando contro di lui. Con la caduta e la morte del padre, Domitilla cadde in disgrazia e fu mandata in esilio a Lipari dove visse per sei anni sotto la protezione di Settimio Severo; ma al 211, quando Caracalla assunse pieni poteri, ne ordinò l'eliminazione. (3) L'iconografia della Hilaritas (l'Allegrezza o Esultanza), è una figura femminile che regge la palma e la cornucopia. In questa moneta la Hilaritas è segno augurale di concordia matrimoniale. |
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