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Gordiano II e Roma Eterna | ||||||||||||||||||||||||
19.4.2009
Gentile
Signor Florio, cercando su internet immagini e informazioni a proposito di una moneta di Gordiano I, mi sono imbattuta in una sua consulenza del 2004: http://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a94/a94.html Al termine della sua scheda ho letto che lei reputa tale moneta un copia moderna. Anni fa dei miei conoscenti hanno rinvenuto, in un campo, una moneta molto simile, se non uguale, a quella da lei studiata. A vederla mi pare una moneta antica ma sinceramente le mie conoscenze in materia non sono di certo paragonabili alle sue. Se le interessasse vedere le foto ed avere informazioni più precise sulla moneta in nostro possesso mi contatti pure a questo indirizzo email e le invierò quanto prima tale materiale. Il diametro dovrebbe essere sui 3.5-4 cm. Distinti saluti |
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Roma, 22.4.2009
Gentile
Lettrice, di seguito riporto gli elementi significativi che mi è stato possibile raccogliere a proposito della moneta dei suoi conoscenti: AE Sesterzio1, zecca di Roma, marzo-aprile 238 d. C., RIC IV/II 5 (pag. 164), Cohen V 9 (pag. 6), indice di rarità "S" Descrizione
sommaria: La ricerca nel web di monete di tipologia uguale a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. ------------------------------- Note: (1) AE (bronzo) sesterzio. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) IMPerator CAESar Marcus ANTonius GORDIANVS AFRicanus AVGustus. La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco di soli sei anni, tra il 238 e il 244 d.C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Alessandro Severo l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d.C., regnante Massimino (Alessandro Severo era stato ucciso nel 235 per mano di Massimino), scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni confiscati dalla politica predatoria del sovrano. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'elevazione al trono dei due Gordiani. Il loro regno doveva tuttavia durare meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, gli si rivoltò contro allorché ritenne che le sue aspettative non venissero tenute nella giusta considerazione e poiché aveva al suo comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei suoi oppositori, sicché Gordiano I si suicidò e Gordiano II finì ucciso in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa circa la morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere le sue prerogative. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, una rivolta dei pretoriani pose fine alla vita dei due Augusti regnanti, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica ne determinò la morte. Gordiano III, data la giovane età, era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia. Ma il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante una campagna militare in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo, passato poi alla storia come Filippo I l'Arabo, lo fece assassinare dai suoi sicari nel 244 facendosi proclamare Augusto al suo posto. Il Senato e le province riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (3) ROMAE AETERNAE (a ROMA AETERNA) - Sin dalle origini era presente nella tradizione e nel sentimento collettivo dei Romani l'idea che la loro città fosse eterna. Perciò essi tributarono a Roma onori divini ed in suo onore eressero altari e templi ed istituirono ordini religiosi con il compito di rendere sacrifici a questa divinità (v. link). Come la dea Roma, così il Senato e le sue prerogative rientravano nel solco della tradizione romana. Sostiene il RIC che con questo rovescio Gordiano II volesse rimarcare un ritorno ai principi costituzionali e al rispetto delle prerogative del Senato in auge al tempo del suo predecessore, Alessandro Severo. |
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