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Filippo I l'Arabo e la Salus | ||||||||||||||||||||
23.9.2009
Gentile Sig.
De Florio, buongiorno. Le invio in allegato le foto
di una moneta, parte di una collezione ricevuta in
eredità che, dall’alto della mia ignoranza, sembra
di un certo pregio. Il materiale è sicuramente Bronzo, con leggere tracce di ossidazione sul taglio. -Peso gr. 17,4 -Diametro massimo: mm. 28,5 -Diametro minimo: mm. 26,3 -Colore: Verde scuro con chiazze di ossidazione -Magnetica: NO -Asse di conio: ore 12 Lo scrivente autorizza il destinatario all'uso incondizionato delle foto allegate L'indirizzo mail del destinatario è stato tratto dal sito internet www.monetaromana.it. Cordialmente |
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Roma, 26.9.2009
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi che mi è stato possibile raccogliere sulla moneta di figura: Sesterzio1, zecca di Roma, 244 d. C.2, RIC IV/III 186a (pag. 91), Cohen V 211 (pag. 115), indice di rarità "c". Descrizione
sommaria: Un'immagine molto chiara del tipo del rovescio è disponibile in rete all'indirizzo: http://www.tantaluscoins.com/coins/4608.php. La ricerca nel web di monete simili a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. ----------
(2) Sostiene Jérôme Mairat (v. il sito, http://www.inumis.com/rome/articles/philippe/philippe3-fr.html) che la moneta di figura sia stata battuta nel corso della seconda emissione del regno di Filippo (anno 244) dalla quarta di sei officine della zecca di Roma operanti nel periodo. (3) IMPerator Marcus IVLius PHILIPPVS AVGustus (agosto/settembre 244 - fine settembre 249). Marco Giunio Filippo, noto come l'Arabo perché nato nella colonia araba di Bostra (città dell'attuale alta Giordania, nei pressi del confine con la Siria e Israele), aveva intrapreso la carriera militare e svolgeva il suo servizio in Oriente quando, a causa della minaccia persiana, il giovane sovrano regnante Gordiano III (diciannovenne all'epoca dei fatti) aveva dovuto accorrere in Oriente insieme al proprio suocero-tutore e prefetto del pretorio, Timesiteo, per la difesa del confine orientale. Durante il viaggio verso il teatro delle operazioni Timesiteo era morto misteriosamente e Marco Giunio Filippo ne aveva preso il posto quale prefetto del pretorio. Ma l'ambizioso Filippo, non contento di governare attraverso e per conto di Gordiano, creò difficoltà tra il sovrano e le truppe, gradualmente ne discreditò l'autorità sino a farlo assassinare per farsi poi acclamare Augusto. A dispetto del modo violento con cui era salito al potere, egli mostrò successivamente saggezza e moderazione nell'azione di governo. Conclusa in fretta (alcuni sostengono troppo in fretta) la pace con i Persiani si spostò immediatamente a Roma. Conscio del pericolo che su di lui incombeva se privo di un successore, egli si mosse immediatamente per creare una dinastia, conferendo alla propria moglie Otacilia Severa il titolo di Augusta ed elevando il figlio Filippo, prima al rango di Cesare e poi a quello di Augusto (Filippo II, anno 247). Inoltre attribuì incarichi importanti ai propri familiari nella speranza di creare intorno a sé una fascia di protezione contro possibili congiure. Tuttavia non previde che l'incapacità delle persone che lo circondavano avrebbe suscitato ribellioni invece che promuovere concordia. Nel 248 Filippo riuscì a bloccare la minaccia dell'invasione dei Quadi e dei Carpi che avevano invaso la Dacia, ma subito scoppiò la rivolta di Pacatiano nella Mesia Superiore (al confine danubiano). Decio, un abile generale, comandante delle truppe in Pannonia, inviato a reprimere la rivolta, riuscì nell'intento ma, a sua volta, si ribellò e mosse alla volta dell'Italia contro il suo sovrano. I due eserciti si scontrarono a Verona nel 249 in una battaglia nella quale Filippo fu sconfitto e ucciso insieme al figlio. Per altre notizie sulla vita di Filippo I è possibile consultare l'Enciclopedia Treccani nella versione on line (v. link). (4) Dal sito http://www.forumancientcoins.com/moonmoth/reverse_salus.html#ASKLEPIOS traggo le seguenti note relative alla Salus: "Salus era una dea minore, figlia di Esculapio, il dio della guarigione, il cui bastone, con un serpente attorcigliato, è il simbolo della pratica della medicina. Loro equivalenti greci erano Aklepios e Igea. Il suo ruolo nel pantheon era quello di alimentare e aver cura dei serpenti sacri di suo padre e di agire come sua assistente. Era venerata come responsabile per il benessere, non solo degli individui, ma del popolo nel suo insieme. Il suo nome in greco e romano giunge fino a noi in parole come 'igiene', 'salve' e 'salubre,' e anche 'Salute' e 'sicuro.' |
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