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Aureliano, "restitutore" dell'orbe terracqueo | ||||||||||||||||||||||||
26.9.2009
Ciao Giù,
sotto con la seconda! Caratteristiche fisiche della moneta e descrizione: RICxxx come 349 ma con leggenda "imp avrelianvs avg" ANTONINIANO 3,21 grammi ; asse di conio ore 0 ; diametro 22/23 mm (misure del dritto "nuca - naso" e "collo - occipite" ) ; spessore 1,5mm. Uniforme patina verde smeraldo. D: IMP C AVRELIANVS AVG R: RESTITVTOR ORBIS EX: *B |
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Roma, 30.9.2009
Caro G.,
di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla tua moneta: Zecca di Cizico1, Antoniniano2, 270 - 275 d. C.3, RIC V/I 349var. (pag. 304)4, indice di rarità: "C". D. IMP C AVRELIANVS
AVG5. Busto di Aureliano
radiato e corazzato a destra. La ricerca nel web di monete simili ha portato ai risultati più avanti elencati:
Giulio De
Florio Note:
(3) La datazione 270 - 275 d. C. indicata dal RIC, è del tutto generica in quanto copre l'intero arco del regno di Aureliano. Jérôme Mairat è invece molto più specifico sostenendo che la moneta fu battuta nell'ambito della 7a emissione della zecca di Cizico, in tutto il periodo che va dall'autunno del 272 fino agli inizi del 273 (si veda in proposito http://www.inumis.com/rome/articles/aurelien/15cyzique-fr.html). (4) La moneta corrispondente al RIC V/I 349 viene descritta dall'autore con la leggenda corta del dritto, "IMP AVRELIANVS AVG" e non con "IMP C AVRELIANVS AVG" come la moneta di figura. Pertanto siamo in presenza di una variante di RIC V/I 349, come conferma il forum di numismatica Moneta-L (v. http://groups.yahoo.com/group/Moneta-L/message/68608). (5) IMPerator Caesar AVRELIANVS AVGustus. Per una sintesi storica sulla vita di Aureliano si rimanda all'articolo di Jérôme Mairat pubblicato nel sito http://www.inumis.com/rome/articles/aurelien/15cyzique-fr.html (per una parziale traduzione dal francese in italiano, vedere la pagina a27a di questo sito). (6) RESTITVTOR EXERCITI, ORBIS, ORIENTIS, GALLIARVM, SAECVLI, GENERIS HVMANI sono altrettante monete della "restituzione" emesse sotto Aureliano, finalizzate a rassicurare il popolo sulla capacità delle istituzioni e, per esse, dell'imperatore di salvaguardare la vita dei sudditi contro i pericoli esterni. Si ricorderà che appena 11 anni prima dell'ascesa di Aureliano, un altro imperatore, Valeriano, aveva subito l'onta della cattura da parte dei Persiani e la morte in prigionia. Il popolo dunque aveva bisogno di essere rassicurato e, come riferisce Kovaliov, "Aureliano gettò tutte le forze nella lotta contro i barbari che continuavano a minacciare i confini dell'Impero. La tribù degli Jutungi, che viveva nella Germania meridionale, irruppe in Italia attraverso le Alpi, devastando selvaggiamente la zona prima che Aureliano riuscisse a raggiungerli e a sconfiggerli definitivamente (270). Subito dopo questo episodio l'imperatore dovette accorrere in Pannonia contro i Sarmati e i Vandali. Anche queste tribù furono sconfitte e i Vandali furono obbligati a dare per l'esercito romano 2.000 cavalieri in servizio permanente. In generale, Aureliano associò all'esercito romano contingenti barbari in misura maggiore che i suoi predecessori. Nel 271, mentre l'imperatore si trovava in Pannonia, Alemanni, Jutungi, Marcomanni e altre tribù nordiche in massa compatta irruppero nuovamente in Italia. Questi popoli esigevano il pagamento dei consuetudinari sussidi in denaro ai quali erano stati abituati dai predecessori di Aureliano. L'imperatore, lasciata sul Danubio una parte dell'esercito, accorse col rimanente in Italia. La valle del Po era già stata saccheggiata, le fortezze di Piacenza, Pollenza ed altre erano state prese d'assalto. Una delle armate di Aureliano fu sconfitta; i barbari passarono gli Appennini. Con grandi sforzi Aureliano riuscì a ricompletare i suoi eserciti e sul fiume Metauro arrestò l'avanzata dei barbari. A poco a poco questi ultimi furono ricacciati nella valle del Po e infine, sul Ticino, i Romani conseguirono una vittoria decisiva. Istruito dall'esperienza degli ultimi decenni, in cui la stessa capitale più di una volta si era trovata esposta a gravi pericoli, Aureliano diede inizio ai lavori per cingere Roma di un grandioso sistema di mura fortificate. L'opera fu poi compiuta dai suoi successori." (7) Le officine operanti nel periodo erano tre, secondo Jérôme Mairat, contrassegnate dalle lettere greche A, B, G., precedute o meno da un "*". La moneta di figura fu dunque battuta dalla seconda officina della zecca di Cizico. |
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