Roma, 22.04.2010
Egregio
Lettore,
la monetazione settecentesca non rientra nell'area di
mia conoscenza e approfondimento. Tuttavia, allo scopo
di soddisfare almeno in parte la sua richiesta e nei
limiti di quanto affermato, di seguito riporto gli
elementi significativi che mi è stato possibile
raccogliere sulla moneta di figura dopo una ricerca
condotta esclusivamente nel web:
6 Tarí (Argento)1,
zecca di Palermo, 1754-5, indice di rarità "N
C".
Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda non leggibili):
D. CAROLVS D G SIC ET HIE
REX2 Busto di Carlo di
Borbone a destra.
R. HIS/PAN/INF/ANS.
3
Croce greca a bracci scanalati con corona sopra ed
ai lati; negli angoli, tra i bracci, giglio dei
Borboni; in basso, ai lati, P – N 4;
in basso, nel giro 175?.
La ricerca nel web di monete di tipologia identica
a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
- http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CBRS/27
Busto laureato del Re volto a destra Dritto
CAROLVS • D • G • SIC • ET • HIE • REX Verso:
Croce greca con corone ai lati, globetti e gigli
negli angoli, sigle P N HIS / PAN / INF / ANS in
basso 1754 Contorno: foglie in rilievo Nominale: 6
Tarí Materiale: Ag Diametro: 32 mm Peso:
12,90-13,70 g.
- http://www.coinarchives.com/w/lotviewer.php?LotID=759357&AucID=555&Lot=175
Lot number: 175 Price realized: Unsold Lot
description: Monete di zecche italiane Palermo Da
3 tarì 1757, AR 6,68 g. CAROLVS D G SIC ET HIER
REX Busto laureato e drappeggiato a d. Rv. HIS –
PA – IN – FANS Croce greca a bracci scanalati con
corona sopra ed ai lati; in basso, ai lati, P – N
(Placido Notarbartolo, maestro di zecca) e in
basso, nel giro, 1757. Spahr 122. MIR 577/5. Raro.
Leggera patina di medagliere, graffietti di conio
al rv., q.Spl Estimate: 650 EUR.
- http://www.icollector.com/Palermo-Carlo-di-Borbone-1734-1759-Da-3-tar-1753_i8693500
Palermo. Carlo di Borbone, 1734-1759. Da 3 tarì
1753, AR 6,67g. CAR D G SIC ET HIER REX Busto
drappeggiato a d. Rv. HIS – PA – IN – FANS Croce
greca a bracci scanalati con corona sopra ed ai
lati; in basso, ai lati, P – N (Placido
Notarbartolo, maestro di zecca) e in basso, nel
giro, 1756. Spahr 115. MIR 577/1. Raro. Leggera
patina iridescente, usuali graffi di conio al rv.
Spl. SOLD 500.00€.
Concludo osservando che dalla figura non è possibile
trarre indicazioni circa l'autenticità della moneta.
Quanto al valore venale, posto che la moneta sia
autentica, non sono disponibili elementi diretti di
confronto. Osservo tuttavia che le due monete da
tre-tarì di cui ai punti 2 e 3
precedenti, con indici
di rarità, rispettivamente "R" e "R2", sono
valutate intorno ai 500-650€, pur presentando dei
graffi di conio. Dunque sarei portato a ritenere che
anche la moneta in esame, se autentica, potrebbe
attestarsi attorno agli stessi valori, anche se il suo
indice di rarità (NC) è inferiore a quello delle due
monete sopra citate.
Ad integrazione di quanto sopra ho avuto il parere di
un numismatico professionale il quale mi fa sapere che
la moneta in esame potrebbe valere sui 120/150 € (se
BB), 300/330 € (se SPL).
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Note:
(1) Sei-tarì,
argento. Traggo dal sito, http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CBRS/27
le seguenti notizie concernenti la moneta di
figura: il sei-tarì (12,90-13,70 g, 32mm) fu
battuto dalla zecca di Palermo negli anni compresi
tra il 1754 e il 1755. Nelle monete emesse nel
periodo il busto di Carlo di Borbone si presenta
talora laureato, talora senza corona di alloro e
quindi diversamente classificato a seconda delle
circostanze. Poiché le immagini inviate dal
lettore sono poco chiare non è possibile scegliere
la classificazione più adatta per la moneta in
esame, né stabilire se il tondello sia
effettivamente di metallo nobile (argento), come
ci si dovrebbe attendere, nel caso di un tarì.
Aggiungo che, tipologia metallica a parte, il peso
e il diametro comunicati dal lettore sono
compatibili con quelli indicati dal sito di
numismatica di cui sopra. Il sei-tarì era parte
del sistema monetario attivo in Sicilia nel
tempo, ben distinto da quello in vigore nel regno
di Napoli di cui Carlo di Borbone era anche
titolare (per un approfondimento sui sistemi
monetari in vigore nei due regni si rimanda al
sito della Banca d'Italia (v. link).
In
buona
sostanza
la
Sicilia
ed
il
regno
di
Napoli
erano
al
tempo
due stati distinti, ancorché retti dalla stessa
persona. Verranno uniti solo nel 1815 col
congresso di Vienna, che sancirà la nascita del
regno delle due Sicilie. Per un approfondimento
riguardo agli aspetti giuridici della questione si
rimanda al link.
(2) CAROLVS D G SIC ET HIE
REX. CAROLVS Dei Gratia SICiliae et HIErusalem
REX. Si evince dalla titolatura che la moneta fu
battuta da Carlo di Borbone in quanto re di
Sicilia. Per un approfondimento sulla vita di
Carlo di Borbone,
si rimanda al link.
(3) HIS/PAN/INF/ANS
(HISPANIArum INFANS). Carlo di Borbone, infante di
Spagna, cioè erede designato al trono di quel
paese, alla morte del fratello Ferdinando VI,
diventò re di Spagna con il nome di Carlo III (v.
link).
Poco prima, il 6 ottobre 1759, aveva promulgato la
pragmatica sanzione, con cui si separavano
definitivamente i troni di Napoli e Sicilia da
quello spagnolo e abdicato in favore del figlio
Ferdinando che divenne così re di Napoli e re di
Sicilia.
(4) P-N sta per Placido
Notarbartolo, maestro di zecca a Palermo nel
periodo 1754-5.
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