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Il testamento di Leonardo tra scudi e ducati
27.10.2010
Il lavoro riguarda la figura di Leonardo da Vinci. Quando il Genio del Rinascimento muore a Parigi, nel 1519 lascia in eredità, per testamento, 2 Ducati (presumo di Firenze) alla fantesca e 400 scudi (penso sempre di Firenze) ai fratellastri. Mi piacerebbe riportare anche il valore attuale del lascito per renderlo più chiaro al pubblico. Le chiedo, nei limiti del possibile, di aiutarmi comunicandomi tale eventuale valore rapportato ad oggi. La ringrazio per la cortesia.
Roma, 1.11.2010
Egregio Lettore,
la monetazione rinascimentale non rientra nell'area di mia conoscenza e approfondimento. Tuttavia, allo scopo di soddisfare almeno in parte la sua richiesta e nei limiti di quanto affermato, di seguito riporto gli elementi significativi che mi è stato possibile raccogliere a seguito di una ricerca condotta esclusivamente nel web.

Innanzi tutto una premessa: Leonardo morì in Amboise (227Km a S.O. di Parigi) il 2 maggio 1519, come informa Francesco Melzi in una lettera del 1° giugno 1519 (v. link) ai fratelli di Leonardo. Il testamento originale, a quanto risulta, è andato perduto, la trascrizione reperita nel web (v. nota1), per quanto di interesse ai fini della presente indagine, recita così:
  • .."Item epso testatore ... ordina et vole, che la summa de quattrocento scudi del sole che ha in deposito in man del Camarlingo de Sancta Maria de Nova nela città de Fiorenza, siano dati ali soy fratelli carnali.."
  • .."Item epso testatore dona a Maturina sua fantescha una vesta de bon pan negro foderata de pelle, una socha de panno e doy ducati per una volta solamente pagati: et ciò in remuneratione similmente de boni servitii ha lui facta epsa Maturina de qui inanzi."
In buona sostanza i 400 scudi destinati ai fratelli erano scudi del sole (o "écu au soleil"), emessi nel nome del re di Francia (v. nota 2), monete auree che traggono il nome dal simbolo solare riportato sul dritto, al di sopra della corona, nell'immagine che segue:


http://wapedia.mobi/it/File:%C3%89cu_louis_XII.jpg
KINGS of France. Louis XII of France. 1498-1514.
AV écu au Soleil (27mm, 3.42 g). Paris mint. Struck 1498.
Crowned coat-of-arms with sun above; legend starts with crowned lis, name as LUdOVICVS, pellet under 18th letter. Floreate cross with quadrilobe in center; legend starts with crowned lis, pellet under 18th letter. Duplessy 647; Ciani 900.


Monete simili furono adottate anche da altri stati italiani. Si veda ad esempio lo scudo del sole battuto dalla zecca di Genova, al tempo sotto il controllo di Luigi XII:

http://www.deamoneta.com/auctions/search/9/page:3/c:Monete+e+Medaglie+di+Zecche+Italiane
363  Monete e Medaglie di Zecche Italiane. Genova. Luigi XII, seconda volta (1507-1512). Scudo del sole. MIR 153. gr. 3.33 R. AU. BB+. Base d'asta: € 1'200,00

Il peso ed il titolo oscillarono (v. link): il primo "écu au soleil" pesava 3,496 grammi e conteneva 3,356 g d'oro (>23 carati), dal 1519 il peso scese a 3,436 g con 3,257 g d'oro, dal 1559 il peso scese ancora a 3,376 grammi e solo 3,235 di oro.

Veniamo ora ai due ducati che Leonardo lasciò alla domestica Maturina. Il
ducato era una moneta molto diffusa in Italia e in Europa prima dell'introduzione dello scudo d'oro (v. link). Classica unità monetaria internazionale, il ducato pesava circa 3,5g. e possedeva un alto grado di purezza (98.6% oro). Per oltre sei secoli, a partire dalla fine del 1200 i ducati e altre monete similari, battute secondo lo standard del ducato, circolarono frequentemente in lungo e in largo per l'Europa centrale e occidentale (v. link). Molto famosi erano i ducati di Venezia e quello di Milano di cui di seguito riproduco due esemplari:

http://www.deamoneta.com/auctions/view/9/527
527  Monete e Medaglie di Zecche Italiane. Venezia. Andrea Vendramin (1476-1478). Ducato. Paol.2. RR. AU. Bel BB. info@artemideaste.com Tel. 0549 908845 - int. +378 0549 908845 | Fax: 0549 972142 - int. +378 0549 972142
 Prezzo realizzato: € 1'050,00 


http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CRTMP/38
Busto volto a destra, testa nuda e corazzata; entro circolo perlinato.
 FRANCISCHVS • SFORTIA • VIC •
 Il duca con armatura e a cavallo volti a destra, con corazza fregiata della biscia; la gualdrappa del cavallo è ornata davanti dalla biscia e dietro dalla scopetta; entro circolo perlinato.
DVX • MEDIOLANI • AC • IANVE • D'
Materiale: Au Diametro: 23,1 mm Peso: 3,51 g  W-CRTMP/38-1 Milano CNI vol. 5 n. 21/25 

Non abbiamo elementi per stabilire se i ducati destinati a Maturina fossero stati battuti dalla zecca di Milano o da quella di Venezia; il valore venale di entrambi era identico, tuttavia, mi sia consentita un'illazione, se Leonardo, che disponeva della provvigione di 700 scudi del sole annui garantitagli dal re di Francia (v. link), decise di donare due ducati invece che due scudi vuol dire che forse le due monete gli erano care, per esempio come ricordo del soggiorno veneziano oppure di quello milanese, città dove l'uomo aveva vissuto e che per questo voleva riservarle come segno speciale di attenzione verso una persona che gli era cara (v. link).

Non restano che le conclusioni: il valore del lascito. A mio avviso la risposta non è univoca. I beni materiali che si potevano acquistare ai tempi di Leonardo erano molto limitati, per la maggior parte delle persone il problema era quello di mangiare e vestire. La ricchezza si manifestava attraverso il possesso di proprietà terriere e si esibiva attraverso gioielli o vesti sfarzose (è significativo che nel lascito di Leonardo, accanto agli scudi e ducati, si citino gli abiti di Leonardo; oggi gli abiti usati si buttano, non sono oggetto di testamento, non c'è confronto tra il passato ed il presente). Ma, pur con questi limiti, proviamo a tentare un paragone:
  • I 400 scudi del sole del lascito consistono in circa 1.342g di oro puro (36.452,00€, ai prezzi attuali dell'oro - v. link). Ma lo scudo del sole era pur sempre una moneta fiduciaria, il cui valore intrinseco era inferiore al valore facciale; pertanto sarebbe più corretto dire che il lascito garantiva un potere di acquisto di almeno 36.452,00€.
  • Un altro elemento di confronto è dato dalla provvigione di 700 scudi che il re garantiva a Leonardo. I 400 scudi del lascito rappresentano circa il 60% delle entrate annue di Leonardo. Il valore dell'uomo era noto a tutti, egli era apprezzato come grande artista e progettista. Al giorno d'oggi, ad un dirigente di altissimo livello alle dipendenze dello stato si può pensare di attribuire un'entrata annua non superiore a 200.000€ + i fringe benefit che derivano dall'abitare in un palazzo storico (v. nota). Il 60% del lascito corrisponderebbe dunque a 120.000€.
  • Infine un ulteriore elemento di paragone è il seguente: verso la fine del '500 con 400 scudi d'oro si pagavano 6000 giornate lavorative di un salariato (con una giornata lavorativa di 10-12ore) oppure 18 tonnellate di grano (v. link).
Quanto ai due ducati destinati a Maturina, sulla base di quanto indicato nel sottoparagrafo che precede, potrebbero assimilarsi ad un mese del suo salario.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
 

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Note:
(1) Il testamento originale è andato perduto (fonte: L. Beltrami, Documenti e memorie riguardanti la vita di Leonardo - v. nota 65 del sito http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci). Quella attualmente conosciuta è una trascrizione dall'archivio della famiglia Vinci (v. il "Trattato della pittura di Lionardo da Vinci", Milano Società tipografica de' classici italiani, anno 1804" - pag. 121, - link).
(2) Il sito http://brunelleschi.imss.fi.it/itinerari/itinerario/LuoghiVitaLavoroLeonardoPadreSerPiero.html fornisce un interessante resoconto dei movimenti in denaro effettuati da Leonardo sul banco di Santa Maria Novella in Firenze; di seguito ne riporto un estratto: "I rapporti di Leonardo con lo "Spedale" di Santa Maria Nuova sono documentati, oltre che nel suo testamento, anche in diversi momenti della sua vita. Qui egli aveva la sua banca, depositava casse con libri a stampa, manoscritti e libri di disegni. Sempre qui eseguiva studi anatomici. Lasciando Milano alla fine del 1499, Leonardo trasferì a Firenze, nel "banco" di Santa Maria Nuova, 600 «fiorini d’oro larghi in oro». Negli anni successivi ne ritirò 400. Prima di ripartire per Milano, il 20 maggio 1506, ne prelevava ancora personalmente 50 e quindi ne restavano 150 che, in base all’impegno stipulato in Santa Maria Nuova il 30 maggio seguente, servirono come cauzione, in favore della Signoria di Firenze, per obbligarlo a rientrare in città entro 3 mesi, pena la perdita del denaro ... . Leonardo non rientrò in tempo a Firenze e la Signoria potè incamerare i suoi 150 fiorini .. . Il 10 ottobre 1513 depositò a Santa Maria Nuova personalmente 300 scudi di sole (moneta francese)". E' dunque chiaro che il denaro di cui Leonardo disponeva a Firenze era costituito, non da fiorini (v. link), ma da écu au soleil, ossia moneta francese.
(3) Il potere d'acquisto degli scudi d'oro è riportato (con una relazione sulle monete e sui costi delle merci e del lavoro) in Appendice al 1° volume del libro “Fubine e il Monferrato dal 1537 al 1659” (v. link).
(4) Mi sovviene il caso di un sovrintendente romano alle antichità che conservava l'alloggio di servizio in un palazzetto sul Palatino, accanto ai palazzi imperiali, anche dopo il pensionamento.

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