Roma, 1.11.2010
Egregio
Lettore,
la monetazione
rinascimentale non rientra nell'area di mia conoscenza
e approfondimento. Tuttavia, allo scopo di soddisfare
almeno in parte la sua richiesta e nei limiti di
quanto affermato, di seguito riporto gli elementi
significativi che mi è stato possibile raccogliere a
seguito di una ricerca condotta esclusivamente nel
web.
Innanzi tutto una premessa: Leonardo morì in
Amboise (227Km a S.O. di Parigi) il 2 maggio 1519,
come informa Francesco Melzi in una lettera del 1° giugno
1519 (v. link)
ai fratelli di Leonardo. Il testamento
originale, a quanto risulta, è andato perduto, la
trascrizione reperita nel web (v. nota1),
per quanto di interesse ai fini della presente
indagine, recita così:
- .."Item epso
testatore ... ordina et
vole, che la summa de quattrocento scudi del sole che
ha in deposito in man del Camarlingo de Sancta Maria
de Nova nela città de Fiorenza, siano dati ali soy
fratelli carnali.."
- .."Item
epso testatore dona a Maturina sua fantescha una
vesta de bon pan negro foderata de pelle, una
socha de panno e doy ducati per una volta
solamente pagati: et ciò in remuneratione
similmente de boni servitii ha lui facta epsa
Maturina de qui inanzi."
In buona
sostanza i 400 scudi destinati ai fratelli erano
scudi
del sole (o "écu au soleil"), emessi
nel nome del re di Francia (v. nota
2), monete auree che traggono il nome dal
simbolo solare riportato sul dritto,
al di sopra
della corona, nell'immagine che segue:
|
http://wapedia.mobi/it/File:%C3%89cu_louis_XII.jpg
KINGS
of France. Louis XII of France. 1498-1514.
AV
écu au Soleil (27mm, 3.42 g). Paris mint.
Struck 1498.
Crowned
coat-of-arms
with sun above; legend starts with crowned
lis, name as LUdOVICVS, pellet under 18th
letter. Floreate cross with
quadrilobe in center; legend starts with
crowned lis, pellet under 18th letter. Duplessy
647; Ciani 900.
|
Monete simili furono adottate anche da altri
stati italiani. Si veda ad esempio lo scudo del
sole battuto dalla zecca di Genova, al tempo
sotto il controllo di Luigi XII:
Il
peso ed il titolo oscillarono (v. link):
il primo "écu au soleil" pesava 3,496 grammi e
conteneva 3,356 g d'oro (>23 carati), dal 1519 il
peso scese a 3,436 g con 3,257 g d'oro, dal 1559 il
peso scese ancora a 3,376 grammi e solo 3,235 di
oro.
Veniamo ora ai due ducati che Leonardo lasciò alla
domestica Maturina. Il ducato era una
moneta molto diffusa in Italia e in Europa prima
dell'introduzione dello scudo d'oro (v. link).
Classica
unità
monetaria
internazionale,
il
ducato
pesava
circa
3,5g.
e
possedeva
un
alto
grado
di
purezza
(98.6%
oro).
Per
oltre
sei
secoli,
a
partire
dalla
fine
del
1200 i ducati e altre monete similari, battute
secondo lo standard del ducato, circolarono frequentemente in lungo e in
largo per l'Europa centrale e occidentale (v. link). Molto famosi
erano i ducati di Venezia e quello di Milano di cui
di seguito riproduco due esemplari:
|
http://www.deamoneta.com/auctions/view/9/527
527 Monete e Medaglie di Zecche
Italiane. Venezia. Andrea Vendramin
(1476-1478). Ducato. Paol.2. RR. AU. Bel
BB. info@artemideaste.com Tel. 0549 908845
- int. +378 0549 908845 | Fax: 0549 972142
- int. +378 0549 972142
Prezzo realizzato: € 1'050,00
|
|
http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CRTMP/38
Busto volto a destra, testa nuda e
corazzata; entro circolo perlinato.
FRANCISCHVS • SFORTIA • VIC •
Il duca con armatura e a cavallo
volti a destra, con corazza fregiata della
biscia; la gualdrappa del cavallo è ornata
davanti dalla biscia e dietro dalla
scopetta; entro circolo perlinato.
DVX • MEDIOLANI • AC • IANVE • D'
Materiale: Au Diametro: 23,1 mm Peso: 3,51
g W-CRTMP/38-1 Milano CNI vol. 5 n.
21/25
|
Non
abbiamo elementi per stabilire se i ducati destinati
a Maturina fossero stati battuti dalla zecca di
Milano o da quella di Venezia; il valore venale di
entrambi era identico, tuttavia, mi sia consentita
un'illazione, se Leonardo, che disponeva della
provvigione di 700 scudi del sole annui garantitagli
dal re di Francia (v. link),
decise
di
donare
due
ducati
invece
che
due
scudi
vuol
dire
che
forse le due monete gli
erano care, per esempio come ricordo del soggiorno
veneziano oppure di quello milanese, città dove
l'uomo aveva vissuto e che per questo voleva
riservarle come segno speciale di attenzione verso
una persona che gli era cara (v. link).
Non restano che le conclusioni: il valore del
lascito. A mio avviso la risposta non è univoca. I
beni materiali che si potevano acquistare ai tempi
di Leonardo erano molto limitati, per la maggior
parte delle persone il problema era quello di
mangiare e vestire. La ricchezza si manifestava
attraverso il possesso di proprietà terriere e si
esibiva attraverso gioielli o vesti sfarzose (è
significativo che nel lascito di Leonardo, accanto
agli scudi e ducati, si citino gli abiti di
Leonardo; oggi gli abiti usati si buttano, non sono
oggetto di testamento, non c'è confronto tra il
passato ed il presente). Ma, pur con questi limiti,
proviamo a tentare un paragone:
- I
400 scudi del sole del lascito consistono in
circa 1.342g di oro puro (36.452,00€, ai prezzi
attuali dell'oro - v. link). Ma lo scudo
del sole era pur sempre una moneta fiduciaria,
il cui valore intrinseco era inferiore al valore
facciale; pertanto sarebbe più corretto dire che
il lascito garantiva un potere di acquisto di
almeno 36.452,00€.
- Un
altro elemento di confronto è dato dalla
provvigione di 700 scudi che il re garantiva a
Leonardo. I 400 scudi del lascito rappresentano
circa il 60% delle entrate annue di Leonardo. Il
valore dell'uomo era noto a tutti, egli era
apprezzato come grande artista e progettista. Al
giorno d'oggi, ad un dirigente di altissimo
livello alle dipendenze dello stato si può
pensare di attribuire un'entrata annua non
superiore a 200.000€ + i fringe benefit che
derivano dall'abitare in un palazzo storico (v.
nota). Il 60% del lascito
corrisponderebbe dunque a 120.000€.
- Infine
un ulteriore elemento di paragone è il seguente:
verso la fine del '500 con 400 scudi d'oro si
pagavano 6000 giornate lavorative di un
salariato (con una giornata lavorativa di
10-12ore) oppure 18 tonnellate di grano (v. link).
Quanto ai
due ducati destinati a Maturina, sulla base di
quanto indicato nel sottoparagrafo che precede,
potrebbero assimilarsi ad un mese del suo salario.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Il testamento originale è
andato perduto (fonte: L. Beltrami,
Documenti e memorie riguardanti la vita di
Leonardo - v. nota 65 del sito http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci).
Quella
attualmente
conosciuta
è
una
trascrizione
dall'archivio
della
famiglia
Vinci
(v.
il
"Trattato
della
pittura
di
Lionardo
da
Vinci",
Milano
Società
tipografica
de' classici italiani, anno 1804" - pag.
121, - link).
(2) Il
sito http://brunelleschi.imss.fi.it/itinerari/itinerario/LuoghiVitaLavoroLeonardoPadreSerPiero.html
fornisce un interessante resoconto dei
movimenti in denaro effettuati da
Leonardo sul banco di Santa Maria
Novella in Firenze; di seguito ne
riporto un estratto: "I rapporti di
Leonardo con lo "Spedale" di Santa Maria
Nuova sono documentati, oltre che nel
suo testamento, anche in diversi momenti
della sua vita. Qui egli aveva la sua
banca, depositava casse con libri a
stampa, manoscritti e libri di disegni.
Sempre qui eseguiva studi anatomici.
Lasciando Milano alla fine del 1499,
Leonardo trasferì a Firenze, nel "banco"
di Santa Maria Nuova, 600 «fiorini d’oro
larghi in oro». Negli anni successivi ne
ritirò 400. Prima di ripartire per
Milano, il 20 maggio 1506, ne prelevava
ancora personalmente 50 e quindi ne
restavano 150 che, in base all’impegno
stipulato in Santa Maria Nuova il 30
maggio seguente, servirono come
cauzione, in favore della Signoria di
Firenze, per obbligarlo a rientrare in
città entro 3 mesi, pena la perdita del
denaro ... . Leonardo non rientrò in
tempo a Firenze e la Signoria potè
incamerare i suoi 150 fiorini .. . Il 10
ottobre 1513 depositò a Santa Maria
Nuova personalmente 300 scudi di sole
(moneta francese)". E'
dunque chiaro che il denaro di cui Leonardo
disponeva a Firenze era costituito, non da
fiorini (v. link),
ma da écu au soleil, ossia moneta francese.
(3) Il potere d'acquisto
degli scudi d'oro è riportato (con una
relazione sulle monete e sui costi delle
merci e del lavoro) in Appendice al 1°
volume del libro “Fubine e il Monferrato dal
1537 al 1659” (v. link).
(4) Mi sovviene il caso
di un sovrintendente romano alle antichità
che conservava l'alloggio di servizio in un
palazzetto sul Palatino, accanto ai palazzi
imperiali, anche dopo il pensionamento.
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