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Arcadio e i voti quinquennali
23.11.2010
Buongiorno Giulio, mi scuso per il ritardo con cui le mando le foto dettagliate, ma aspettavo una giornata di sole…. Il peso della moneta misurata con una bilancia di precisione è 1,1 gr., pesata sostenuta dal fatto che, calcolato il volume in mm3 della moneta Dmedio 12,7/2= Raggio 6,35 x 6,35 x 3,14 = 126,6 mm2 x 1,1 (spessore) = 139,26 mm3, moltiplicato per il peso specifico del rame (8,9 Kg/dm3) = 139,26/1000000x8,9 = 1,23 gr.
Quindi penso che il peso si avvicini di molto al peso calcolato, presupponendo sempre che l’erosione della stessa abbia portato via un po’ di materiale. Cmq nelle foto potrà vedere la moneta come si presentava prima della pulizia poi effettuata con un metodo casalingo di elettrolisi in una soluzione di sale e limone (grezza) Il fronte fotografato, come da lei consigliatomi, con zoom e alla luce del sole non diretta (fronte 1)
Il retro fotografato, con zoom e alla luce del sole non diretta (retro 1) Il retro fotografato con luce artificiale (retro 2) più che altro penso che le possa servire per i particolari, che non sono riuscito a fare uscire con la foto in esterna. Purtroppo, la moneta è molto scura e piccola, mi è quindi difficile fotografarla, pur avendo una reflex professionale. In compenso le foto delle altre monete sono venute una magnificenza……. (se vorrà avrà modo di vederle). Nelle foto fronte 1 e retro 1 si può vedere la patina quasi come si presenta in originale, nella foto retro 2 si possono capire meglio i particolari del retro della stessa.
Gli altri dati rimangono invariati. Ringrazio e saluto cordialmente.
fig. 1
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Roma, 25.11.2010
Egregio Lettore,
di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla sua moneta: 

AE41, zecca di Costantinopoli, 19.1.383 - 25.8.383 d. C., RIC IX 62(b) (pag. 229), indice di rarità "c".

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. D N ARCADIVS P F AVG.2 Arcadio, testa diademata di perle, busto paludato e corazzato a destra.
R. VOT/V3 entro una corona d'alloro. CONΓ in esergo4.

  1. http://wildwinds.com/coins/ric/arcadius/_constantinople_RIC_062b.jpg Rome, 383-408AD, Arcadius, AE4, VF Diad., draped and cuir. bust r./Rev. VOT V in wreath, RIC 62b, Constantinople, nice green patina (id-2679).
  2. http://wildwinds.com/coins/ric/arcadius/_constantinople_RIC_062b.1.jpg Description ARCADIUS, 383-408 AD. AE 4 OF Constantinople. VF OBV: Small diademed bust right; REV: VOT V within wreath. RARE! RIC.62b. Green patina. (Pegasi 96 $80(VF)) Arcadius (Flavius) (emperor in the east, 395-408) was born in Spain in about 377. As the elder son of THEODOSIUS I THE GREAT and Aelia Flavia Flaccilla was early marked out as his father's intended successor, receiving the title of Augustus as a boy in 83. His tutor was the philosopher Themistius. He succeeded to the throne in Constantinople on the news of Theodosius' death in Milan in January 395. Despite his status as the senior Augustus (his younger brother Honorius ruled in the West), Arcadius never succeeded in breaking away from the dominance of others. On 27 November 395 he looked on as the praetorian prefect Rufinus was murdered by the troops: an act which facilitated the supremacy of the chamberlain Eutropius; four years later Eutropius in turn fell victim to the power of the Empress Eudoxia (whose marriage to the emperor, Eutropius had himself arranged). Eudoxia's ascendancy came to an end with her death in 404, and Anthemius the praetorian prefect emerged as the chief influence on Arcadius' last years; his supremacy at the eastern court outlasted the emperor's natural death on 1 May 408. Arcadius had done little to make himself known to the people, although crowds had flocked to see him, according to the church  historian Socrates Scholasticus, on one of the rare occasions when he had appeared in the streets. Another chronicler, Philostorgius, mentions his dusky complexion, and describes him as a short and thin young man of unimpressive appearance. His heavy-lidded, somnolent eyes reflected a sluggish, stupid personality. His public life, therefore, amounted to little more than the careers of the persons who successively directed his government. Yet the fact that the throne, upon his death, passed without a hitch to his seven-year-old son. Theodosius II was a remarkable tribute to the prolonged stability of the dynasty to which they belonged.
  3. http://www.beastcoins.com/RomanImperial/IX/Constantinople/Z2528.jpg Arcadius, AE4, August 9, 378-August 25, 383, Fourth Period, Constantinople, Officina 3 D N ARCADIVS P F AVG Pearl-diademed, draped, cuirassed bust right VOT / V Legend within laurel wreath terminating in large jewel CONG in exergue 13mm x 14mm, 1.11g RIC IX, 62(b)1 (C).
  4. http://www.ancientcoins.ca/RIC/RIC9/RIC9_Constantinople.htm Arcadius. AD 383-408. Æ 14mm (1.14 g, 11h). Constantinople mint, 3rd officina. Struck AD 383. D N ARCADIVS P F AVG, diademed, draped, and cuirassed bust right / VOT/V in two lines; all within wreath; CONΓ. RIC IX 62b1; LRBC 2161. (Image courtesy CNG).
  5. http://www.romancoins.net/large%20html%20picture%20pages/Roman%20Coins/RC867%20Large%20HTML.htm RC867 Arcadius AE4 ARCADIUS – January 19, 383 to May 1, 408 A.D. Obv. D N ARCADIVS P F AVG, pearl diademed, draped & cuirassed bust right Rev. VOT V in wreath Exe: CONG - Constantinople Mint - RIC 62b $24.00.
Concludo osservando che la moneta presenta caratteristiche fisiche, generali e di stile non difformi dalle monete autentiche del periodo. Nello stato in cui si trova il suo valore venale non dovrebbe superare i 10,00€. 

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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(1) AE4 (bronzo). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli AE4 di Arcadio presenti nel data base dell'ANS (American Numismatic Society):

Riferimenti Peso (g.)  Asse di conio (ore) Diametro (mm)
Link3 1,11 - 13-14
Link4 1,14 11 14
ANS1995.49.2 1,51 6 16
ANS1994.123.256
1,14 6 13
Il RIC indica per questa tipologia monetale un diametro di 12-13mm. Da quanto sopra si evince che le caratteristiche fisiche della moneta di figura (1,1g, 12,7mm, 6h) non si discostano sostanzialmente da quelle dei conî d'epoca.
(2) D N ARCADIVS P F AVG (Dominus Noster ARCADIVS Pius Felix AVGustus). La moneta fu battuta, secondo il RIC, nell'arco temporale compreso tra il 19.1.383 (data dell'elevazione di Arcadio) e il 25.8.383 (data della morte di Graziano). Cercherò di riassumere per sommi capi (notizie tratte da varie fonti, tra cui il RICIX e l'enciclopedia Treccani - v. link) la complicata situazione politica del tempo di Arcadio, partendo dalla sua elevazione.
Era imperatore d'Oriente Teodosio, generale di alto profilo, elevato alla porpora nel 378 dall'imperatore d'Occidente Graziano per riempire il vuoto lasciato dalla morte dell'imperatore d'Oriente Valente, sconfitto e ucciso dai Goti
(9.8.378) nella battaglia di Adrianopoli. Graziano aveva un fratello più giovane, Valentiniano II, elevato al rango di Augusto alla morte del padre Valentiniano I all'età di soli 4 anni (era nato il 2.7.371) per acclamazione dell'esercito impegnato in una spedizione contro i Quadi. Il giovanissimo Valentiniano, posto sotto la tutela della madre, era formalmente Augusto di un'area cuscinetto (l'Illirico, v. mappa) posta a cavallo tra i due imperi d'Oriente e di Occidente. Graziano, qualche mese prima della morte (era stato assassinato il 25.8.383, a Lugdunum dopo la diserzione dei suoi soldati in seguito alla minaccia di Massimo, comandante delle truppe in Britannia), aveva dovuto subire l'elevazione di Arcadio, figlio di soli sei anni di Teodosio, che lo aveva voluto coreggente per l'impero d'Oriente. Alla morte di Graziano, Teodosio non riconobbe Massimo e, a scopo intimidatorio, occupò l'Illirico ma l'anno successivo stipulò un accordo con Massimo, in base al quale quest'ultimo ebbe la Britannia, la Gallia e la Spagna, Teodosio si ritirava dall'Illirico restituendolo al controllo di Valentiniano II insieme alla parte residua dell'impero d'Occidente. Nel maggio del 387 Massimo, atteggiatosi a difensore dell'ortodossia cristiana, mosse contro Valentiniano II, ruppe gli accordi e invase l'Italia. Valentiniano II fuggì a Tessalonica chiedendo la protezione di Teodosio; nel 388 Teodosio sposò Galla, sorella di Valentiniano II (legittimando così una continuità con la casata di Valentiniano I) e poi mosse contro Massimo che fu sconfitto ad Aquileia e giustiziato (28.8.388). A questo punto (388) il dominus del mondo romano era Teodosio, con Arcadio coreggente per l'Oriente mentre la Gallia era formalmente assegnata al giovane Valentiniano II, all'uopo trasferito in quel paese sotto la tutela di Arbogaste, uomo di fiducia di Teodosio che aveva combattuto Massimo e ucciso il di lui figlio Vittore. Sino al 391 Teodosio rimase in Italia, facendo di Milano la sua capitale, poi nel luglio del 391 tornò a Costantinopoli. Il 15.5.392, insofferente dello stato di sudditanza in cui si trovava, Valentiniano II si suicidò (oppure fu "suicidato") e Arbogaste, divenuto arbitro della situazione, fece dall'esercito acclamare come imperatore Eugenio (392). La conseguente guerra con Teodosio, si concluse con la battaglia del fiume Frigido, sulla frontiera delle alpi orientali, dove Eugenio fu fatto prigioniero e ucciso dai soldati, mentre Arbogaste dapprima fuggì, poi si uccise (394). Il 22.1.393 Teodosio elevò al rango di Augusto Onorio, il figlio di nove anni nato dal primo matrimonio con Elia Flaccilla (morta nel 386), destinato ad ereditare nel 395 l'Impero d'Occidente, mentre quello d'Oriente andava al fratello Arcadio. In questo quadro molto schematico ho tralasciato completamente la questione religiosa, che pure ebbe un ruolo importante; citerò, ad esempio, quanto scrive al riguardo lo storico Guido Clemente nella sua Guida alla storia romana: "dal 388 al 391 [dopo la sconfitta di Massimo; n.d.r.] l'imperatore [Teodosio] affrontò una situazione drammatica, stretto tra un paganesimo retrivo e non recuperabile, d'altronde praticato da una classe senatoria cui non poteva essere disconosciuto un ruolo politico a Roma, e un cristianesimo aggressivo come quello di Ambrogio. Nel 390 un episodio apparentemente modesto diede la misura del cammino percorso nella mentalità religiosa a seguito dell'applicazione di una legge di Teodosio che condannava i vizi contro natura [per approfondimenti v. link]. Tessalonica si ribellò, e l'imperatore ordinò un massacro come punizione esemplare. Ambrogio, a nome della chiesa, intervenne condannando l'atto di violenza e il primo vero conflitto tra stato e chiesa si risolse a favore del vescovo. Teodosio, colpito dall'esclusione dai sacramenti, nel Natale del 390, fece pubblica penitenza. Subito dopo intensificò l'azione antipagana proibendo ogni atto di culto pagano, sacrifici, cerimonie nei templi e simili." Ciò tuttavia non impedì il successivo sostegno che l'aristocrazia romana fornì alla rivolta di Eugenio.
(3) VOT V (Votis Quinquennalibus). Ci si può chiedere cosa fossero questi voti e come vadano interpretati. Il sovrano, in coincidenza con l'anniversario della propria ascesa al soglio imperiale, poteva chiedere agli dei di conservarlo in buona salute per un certo numero di anni, per esempio per cinque (si parla in questo caso di "vota suscepta quinquennalia"), in cambio di un sacrificio a cui avrebbe adempiuto alla scadenza; oppure poteva, trascorsi cinque anni dall'ascesa, adempiere una promessa fatta cinque anni prima (si parla allora di "vota soluta"). La questione presentava dei concreti risvolti economici in quanto ogni cinque anni, in coincidenza con l'enunciazione dei voti imperiali, era tradizione che l'imperatore distribuisse a ciascun soldato 5 solidi e una libbra d'argento (il follis era considerato argento anche se di questo metallo era solo placcato), con la conseguenza che lo stato romano, con cadenza quinquennale, doveva elargire un totale stimato di circa 5,5 tonnellate d'oro e 80 d'argento e battere di conseguenza qualcosa come circa 25 milioni di folles (da cui si spiega come mai le monete dei voti inscritti in corona d'alloro siano così comuni). Considerando che l'ascesa ufficiale di Arcadio risaliva al 19 gennaio del 383, è ben evidente che le monete battute nel 383 enunciavano dei  "vota suscepta", quelli espressi nell'auspicio di poter vivere cinque anni ancora.
(4)
Il segno di zecca CONΓ si compone di due parti, "CON", indicativo della zecca di Costantinopoli e "Γ" (=terza), contrassegno della terza delle cinque officine attive nel periodo.
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