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27.1.2015
- Peso
2,91±0,01g- Diametro 17±1 mm - Asse 4-5 h |
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Roma, 14.12.2010
Dracma illirica
(argento)1,
Zecca di Dyrrhachium 2, 208-48 a. C. 3Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili): D. ΞΕΝΩΝ4 Vacca stante a destra allatta un vitello stante a sinistra. Sopra aquila, in esergo segugio di corsa a destra5. Bordo perlinato. R. ΔΥΡ/ΦI ΛO - ΔA - MOΥ 6. Doppia struttura simmetrica stellata all'interno di una cornice rettangolare lineare7. Bordo lineare. La ricerca nel web di monete di tipologia simile a quella di figura ha prodotto i seguenti risultati:
------------------------------------------- Note: (1) Dracma
illirica (argento). Per la monetazione di questo
tipo l'asse di conio va determinato ruotando la
moneta in modo che l'etnico (ΔΥΡ nel rovescio
appaia in alto, come in figura.
La dracma illirica durante il protettorato romano
era battuta sullo standard del vittoriato (c.
52grs, equivalenti a c. 3,37g, v. link).Riporto
in tabella le caratteristiche fisiche delle dracme
presenti nei link di cui sopra:
Dai dati tabulati emerge che l'esemplare in esame (2,91g, 17mm, 4-5h) presenta caratteristiche fisiche non difformi da quelle delle dracme di cui ai link sopra menzionati. (2) La via Egnatia, prolungamento greco della via Appia dopo Brindisi, collegava l'Adriatico al Mar Nero seguendo un percorso più o meno rettilineo (v. link) da Ovest verso Est. L'importante arteria, costruita dai Romani su un sentiero macedone preesistente, aveva come terminali adriatici, la città di Apollonia Illirica nel sud dell'attuale Albania, non lungi dal suo presente confine meridionale e Dyrrhachium (l'odierna Durazzo) un centinaio di chilometri più a Nord. Dyrrhachium, colonia di Corcyra, fu fondata nel 627 a.C. con il nome di Epidamnos il cui nome parendo di male augurio (..damnos) i Romani mutarono in Dyrrhachium (v. link); ad ogni modo, sulle monete, la città non è presente o con il nome originale. Apollonia e Dyrrhachium nel 229 passarono sotto il protettorato romano e nel 38 a. C. furono incorporate ufficialmente nell'impero come parte della provincia Illirica. Le prime monete d'argento di Dyrrhachium sono costituite da stateri autonomi che presentano, al dritto, una vacca che allatta il vitello e, al rovescio, una doppia struttura simmetrica stellata all'interno di una cornice rettangolare (peso della moneta c. 11g. - v. ad es.il link). Si tratta di un modello di tipo corcirese (v. link pag. 25), risalente alla prima metà del IV sec. a. C. secondo Gardner e alla seconda metà del V sec. secondo Head e Maier. Attorno al 345 a. C. Dyrrhachium conia stateri (v. link) che si rifanno, nel tipo, a quelli emessi contemporaneamente a Corinto e Apollonia, con le seguenti caratteristiche: dritto, Pegaso brigliato in volo ed etnico ΔYPPAXINΩN (moneta battuta nel nome del popolo di Dyrrhachium); rovescio, testa di Atena con elmo corinzio; peso oscillante da 8.30 a 8.56g. A livello di produzione monetale tuttavia il periodo più rappresentato, e anche quello di più diretto interesse per quanto concerne la moneta in esame, è quello compreso tra la fine del III e la fine del I sec. a. C., quando viene coniata un'altra serie d'argento, la serie delle dracme chiamate "illiriche", di peso pari ad un terzo dello statere (v. link, pag. 26), con la stessa figura e simboli dei primi stateri e con etnico ΔYP, breve per ΔYPPAXINΩN (genitivo plurale - in greco attico si sarebbe detto ΔYPPAXIΔΩN). Le monete illiriche, dopo un secolo di circolazione per uso puramente locale nell'area illirica, divennero, nella prima metà del primo secolo a. C. valuta favorita negli scambi commerciali nel nord est balcanico non ancora assoggettato al dominio romano (v. link) e oggetto di imitazione. Per questa ragione la dracma illirica è considerata molto comune ed il suo valore venale sul mercato numismatico è relativamente basso. (3)Non ci sono prove documentali contemporanee o qualsiasi altro indizio, storico o archeologico, per l'esatta cronologia delle monete illiriche. Sostiene Gyula Petrányi (v. link), uno studioso albanese che si è occupato di questo tipo di monetazione, che la cronologia indicata da Barclay V. Head nell'Historia Numorum (229-100 a. C. - v. link), a sua volta tratta dal Mommsen due secoli fa, non sia più sostenibile, sebbene non del tutto priva di fondamento dal momento che il 229 è l'anno del passaggio di Apollonia e Dyrrachium sotto il protettorato romano. Da uno studio comparato con i vittoriati romani si trarrebbe la conclusione, secondo Petrányi, che le dracme di Dyrrachium non poterono iniziare prima del 208 e cessarono di essere battute nel 48, quindi sarebbero state prodotte per 160 anni a partire dal 208 a. C.. Le dracme di Dyrrachium, dal rettangolo lineare come quella di figura, sono prevalenti rispetto a quelle dal rettangolo concavo. La fine della monetazione in entrambe le città sarebbe coincisa con gli eventi della guerra civile. Nel 48 Giulio Cesare occupò Apollonia. Dopo una temporanea sconfitta nella battaglia di Dyrrhachium, egli batté Pompeo a Farsalo inducendolo a riparare ad Alessandria dove fu ucciso. Durante la sua campagna Cesare usò una zecca mobile per produrre i denari necessari per pagare i soldati ed è probabile che continuò questa pratica mentre sostava ad Apollonia. Questi eventi probabilmente resero quindi obsoleta la produzione delle dracme illiriche. (4) ΞΕΝΩΝ è il nome del monetiere nel caso nominativo. Riprendo dal sopra citato B. V. Head (v. link) le considerazioni che seguono riguardanti il tipo del dritto di questa moneta: "L'origine è oscura. La vacca e il vitello sono la riproduzione di un disegno molto antico trovato nelle gemme degli scavi Micenei e presente anche nei monumenti egizi ed assiri, come pure in Persia, molto prima dell'invenzione della moneta. Il tipo è presente sulle monete di Corcyra e delle sue colonie ed anche in Eubea, ecc.; tuttavia è ignoto se i Corciresi lo copiassero da Eubea o lo ricevessero da qualche altra parte". Per quanto concerne le dracme di Dyrrhachium, il tipo con la vacca a destra, è la norma. (5) Sul dritto della moneta, al di sotto della linea di esergo, compare un simbolo il cui significato è ignoto ma che, secondo Petrányi, è associabile al nome del magistrato eponimo (quello che dava il nome all'anno), talché dal simbolo si potrebbe risalire al nome del magistrato (v. link). (6) ΔΥΡ ΦIΛOΔAMOΥ, l'etnico abbreviato ΔΥΡ è seguito dal genitivo del nome del magistrato eponimo. La grande maggioranza dei nomi dei magistrati eponimi sulle monete illiriche è noto solo attraverso di esse. Si è notato che uno stesso monetiere poteva servire sotto più magistrati eponimi. Per una lista completa dei magistrati eponimi di Dyrrhachium si rimanda al sito, http://home.kpn.nl/fschinkel/dyrrhachium.htm, alla documentazione fotografica di Zach "Beast" Beasley (v. link) e al video propagandistico su youtube - v. link. (7) Gyula Petrányi (v. link) descrive il tipo del rovescio come una doppia struttura geometrica, simmetrica, stellata, probabile rappresentazione schematica delle due stelle dei Dioscuri. |
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