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Costanzo Cesare e il Genio del Popolo Romano
8.7.2011
La mia ultima acquisizione, è la seguente: un bronzo di Costanzo Cloro, che pesa grammi 8,44 e misura millimetri 23-25 di diametro, non essendo attratto in alcun modo dalla calamita. L'ipotesi è che possa trattarsi del conio catalogato nel RIC VI al numero 166a, in quanto sembra essere presente la lettera B nel campo destro del rovescio (nel qual caso dovrebbero essere presenti, per quanto non visibili agli occhi di un profano, le lettere XXI a sinistra del campo del rovescio). Naturalmente le lettere in esergo sono ALE, con ovvio rimando alla zecca di Alessandria d'Egitto.
fig. 1
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Roma, 11.7.2011
Caro M.,
di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla tua moneta:

Follis1, zecca di Alessandria, c. 302 ÷ 3032 d. C., RIC VI 35a (pag. 665), indice di rarità "c2".

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. FL VAL CONSTANTIVS NOB CAES3. Costanzo Cesare (Cloro), testa laureata a destra.
R. GENIO POPVLI ROMANI.4 Segno di zecca, 5. Il Genio del Popolo Romano stante a sinistra, moggio sulla testa, nudo eccetto che per un clamide pendente dalla spalla sinistra, sorregge con la mano destra una patera (da cui scorre del liquido) e col braccio sinistro una cornucopia.

La ricerca nel web di monete simili a quella di figura ha prodotto il seguente risultato:

  1. http://www.acsearch.info/record.html?id=36729 Hess-Divo AG Auction 310 (22.10.2008) Lot 254  ( «  |  » ) Price 140 CHF (~121 USD) Description (Translate description) MONNAIES DE L'EMPIRE ROMAIN CONSTANTIUS CHLORUS Caesar, 293-305 ap. J.-C. Nummus, Alexandrie, vers 302-303 ap. J.-C. FL VAL CONSTANTIVS NOB CAES Tête laurée à d. Rev. GENIO POPV-LI ROMANI / A / S-P / ALE Génie nu, la chlamyde sur l'épaule g., debout à g., coiffé d'un polos, tenant une corne d'abondance dans la gauche, dans la droite, une patère de laquelle un liquide coule. 11,20 g. RIC VI, 665, 35a. Belle patine brune. Superbe. Estimate: 90 CHF.
Concludo osservando che la moneta di figura, per quanto è consentito da un esame a distanza, sembra presentare caratteristiche generali e di stile comparabili con quelle dei conî d'epoca.

Bye.
Giulio

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Note:

(1) Traggo dal link di cui sopra e da quelli relativi agli altri Tetrarchi di cui in nota2 le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura:

Riferimenti
Peso
(g) 
Diametro
(mm)
Link1 11,20 -
RIC 34a (+) 9,38 -
RIC 35b (+) 9,119 26,7
RIC 60b (+) 9,7 25,68
(+) v. nota2
Secondo il RIC, i follis del periodo presentavano le seguenti caratteristiche indicative di peso 9-11g. Dalla tabella emerge che le caratteristiche fisiche della moneta di figura (8,44g, 23-25mm, 12h) non si discostano in modo significativo da quelle dei conî d'epoca.
(2) La moneta fu battuta prima del maggio 305 (data dell'elevazione di Costanzo Cloro ad Augusto d'Occidente) e collocata dal RIC circa nel 302 ÷ 303. Com'era d'uso in quel tempo, essa fu battuta sia nel nome di Costanzo Cesare, che in quello degli altri componenti della Tetrarchia. Ciò significa che furono coniate monete con gli stessi tipi del rovescio ma con le seguenti leggende del dritto:
  • IMP C DIOCLETIANVS P F AVG (Caio Aurelio Valerio Diocletiano) -  RIC 34a;
  • IMP C M A MAXIMIANVS P F AVG (Marco Valerio Massimiano, detto Erculio)  - RIC 34b;
  • FL VAL CONSTANTIVS NOB CAES (Costanzo Cloro, Cesare d'Oriente) - RIC 35a;
  • GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES (GALERIO Valerio Massimiano) - RIC 35b.
(3) FLavius VALerius CONSTANTIVS NOBilis CAESar (Costanzo I, detto Cloro). Si rimanda ad altra pagina di questo sito per una sintesi storica sulle ragioni fondanti della prima e poi della seconda tetrarchia.
(4) GENIO POPVLI ROMANI, al Genio del Popolo Romano. La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la sua visione ecumenica della romanità. Successivamente, con l'inizio delle lotte di successione, la tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, costituì di fatto l'elemento discriminante tra il potere degli Augusti "legittimi" che si davano reciproco riconoscimento e quello degli altri non riconosciuti (vedi Massenzio che non coniò follis con la tipologia del Genio del Popolo Romano). Agli occhi della gente comune il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come accade con il dollaro ai giorni nostri).
(5) La zecca di Alessandria, nel periodo in questione, operava su 5 officine, contrassegnate dalle lettere greche A, B, Γ, Δ, ε. Il segno di zecca  si compone di tre parti, la lettera in alto (A=A, B, Γ, Δ, ε) individua l'officina monetale (le due lettere più in basso S P, verosimilmente "Sacra Pecunia", sono legate in qualche modo all'emissione monetaria del 302-303), le tre lettere in esergo, ALE, sono il nominativo della zecca di Alessandria.
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