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Marco Aurelio Probo e
l'avvento |
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29.12.2003
Gent.mo sig
De Florio, ringraziandola per il responso sulla nona moneta, le invio come d'accordo i dati della decima: Diametro min-max: 20-23 mm Peso: 3.5 g (+/- 0.5 g) Angolo assi tra dritto e rovescio: 180° (ore 6) Colore/materiale: bronzo Le foto delle monete sono state fatte da un amico tutte in blocco, non senza difficoltà per le dimensioni e per il colore scuro delle stesse, e la scelta della carta millimetrata colorata è stata fatta sia per evitare un eccessivo contrasto tra moneta e sfondo sia per dare la possibilità a chi esamina la moneta di fare delle misurazioni sui particolari delle scritte/immagini riportate sulle facce della stessa. Purtroppo al momento non ho la possibilità di rifare la foto però osservando bene con la lente l'esergo (che mi sembra di capire sia la scritta in basso sotto la figura equestre) vedo chiaramente tre lettere distanziate e disposte probabilmente lungo la circonferenza della moneta (cioè non sono esattamente allineate in maniera rettilinea, perché quella centrale è poco più in basso delle altre due). La prima a sinistra sembrerebbe una P o una R, la centrale una O o una Q e l'ultima una Z o un 3. Tra la prima e la seconda non c'è nulla o meglio si vede un qualcosa di indefinito che ha la vaga forma di un ricciolo o di una S sfumata in basso ma il cui rilievo sulla superficie della moneta è decisamente inferiore a quello delle tre lettere suddette e fa pensare quindi ad un piccolo difetto di conio, a mio parere. La ringrazio per gli auguri e le auguro a mia volta un sereno e prospero 2004. Cordiali saluti. |
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Roma, 26.1.2004
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi relativi alla moneta di figura: Antoniniano1, Zecca di Roma, RIC
V/II 155 (pag. 34), Cohen
VI 36 o 40 (pag. 260), indice di rarità
"c". A titolo di confronto e per le indicazioni di valore ho ricercato nel web monete di identica tipologia e leggenda che di seguito segnalo per opportuna informazione:
Un saluto cordiale. ------------------------------- (1) Traggo dai link di cui sopra le caratteristiche fisiche di alcuni antoniniani di Probo battuti dalla zecca di Roma:
(2) IMPerator PROBVS Pius Felix AVGgustus. Alla morte di Aureliano, la successione al potere fu garantita da un vecchio senatore, Marco Claudio Tacito che governò per pochi mesi prima di essere ucciso da soldati ammutinati nel 276. Gli successe il fratello Floriano, appoggiato dai pretoriani di cui era prefetto ma quasi contemporaneamente le truppe siriache si sollevarono proclamando imperatore, nel 276, un loro generale, Marco Aurelio Probo, a quel tempo molto popolare per le notevoli doti di abilità e coraggio che aveva dimostrate in tutti gli scacchieri, ai quattro angoli dell’impero, in cui aveva combattuto. Alla morte di Tacito, Probo era prefetto in Oriente e lo scontro con Floriano fu inevitabile. I due eserciti si fronteggiarono in Asia Minore ma, prima della battaglia, Floriano fu ucciso dai propri soldati. Probo fu presto impegnato contro Franchi e Alemanni, che, già dal tempo di Tacito, avevano invaso la Gallia. Dopo sanguinose battaglie Probo li ricacciò oltre il Reno. Il territorio fra l'alto corso del Reno e quello del Danubio, perduto ai tempi di Gallieno, fu di nuovo in parte occupato dalle truppe romane. Circa 15.000 Franchi e Alemanni furono arruolati nell'esercito romano (277). Dopo aver consolidato i confini renano e danubiano, Probo si spostò in Asia Minore per reprimere la tribù montanara degli Isauri che fin dai tempi di Gallieno si era dichiarata indipendente. D'altra parte questo popolo anche prima aveva riconosciuto il potere di Roma solo a parole. Quasi inaccessibili per le truppe romane nei loro nidi di montagna, i pirati Isauri avevano costituito per molti secoli una minaccia per i paesi vicini. Per paralizzare le loro attività i Romani avevano circondato l'Isauria con una catena di fortificazioni; ma ciò non era stato sufficiente. Probo si spinse proprio nel cuore della regione, distruggendone le difese. Particolarmente accanita fu la resistenza di Cremna (oggi Girme, in Pisidia, regione sud-occidentale dell’odierna Turchia), la quale dopo un lungo assedio fu presa d'assalto (279). Una nuova rivolta fu soffocata nell'Egitto meridionale. Poi fu la volta della ripresa in Gallia della sollevazione dei Franchi capeggiati da un certo Proculo che si era fatto acclamare imperatore a Colonia. Dopo la morte di quest'ultimo Probo dovette intervenire di persona contro il successore Bonoso. Una rivolta fu sedata anche in Britannia, poi venne la sollevazione della Siria che proclamò imperatore Saturnino, presto ucciso dai propri stessi soldati. Nel 281 gli ultimi aneliti del movimento rivoluzionario sembravano soffocati e Probo poté festeggiare a Roma uno splendido trionfo. La calma sopravvenuta nell'Impero diede all'imperatore la possibilità di dedicarsi alla ricostruzione della vita economica. I lunghi anni di guerre civili avevano definitivamente danneggiato le forze produttive dell'Italia e delle province. Il commercio era quasi cessato, i campi erano incolti, numerose città distrutte e disertate dalla loro popolazione. Probo attese particolarmente allo sviluppo della viticoltura nelle province: in Spagna, Gallia, Pannonia, Illiria. Per i lavori necessari (trapianto di viti, irrigazione) egli utilizzò largamente l'esercito, e sembra che appunto ciò fosse causa di malcontento tra i soldati. Altra causa di malcontento furono la severità e le esigenze dell'imperatore che cercava di portare la disciplina a un livello più alto. Nel 282 le truppe di Pannonia si ribellarono proclamando imperatore il capo della guardia Marco Aurelio Caro, e Probo, nel tentativo di contrastarlo, fu ucciso dai suoi stessi soldati. (3) ADVENTVS AVGusti, la venuta dell'Augusto potrebbe riferirsi alla visita (adventus) del sovrano a Roma in occasione del suo trionfo. (4) Chiarito che l'esergo è la parte della moneta sottostante quello che potremmo chiamare il "piano di calpestio" per i personaggi che sono raffigurati sul rovescio, le lettere nell'esergo di questa moneta sono costituite da:
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