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Galerio e il Genio del Popolo Romano
24.11.2011
10,52g
27,8-28,05mm
12h 

fig. 1
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Roma, 29.1.2012
Egregio Lettore,
di seguito riporto i dati significativi pertinenti alla sua moneta:

Follis1, Zecca di Siscia, c. 294 d. C.2, RIC VI 81b (pag. 464), indice di rarità "c"

Descrizione sommaria:
D. GAL VAL MAXIMIANVS NOB C3. Galerio, testa laureata a destra. 
R. GENIO POP-VLI ROMANI4. Segno di zecca, S - Γ5. Il Genio del Popolo Romano in piedi a sinistra, "modius" sulla testa, nudo tranne che per un clamide sulla spalla sinistra, sorregge con la mano destra una patera (da cui scorre un liquido) e con la sinistra una cornucopia.

A titolo di confronto e per le indicazioni di valore riporto i seguenti link relativi a monete di tipologia uguale a quella di figura:

  1. http://www.acsearch.info/record.html?id=226478 FORVM ANCIENT COINS Description Galerius, 1 March 305 - 5 May 311 A.D. 20523. Bronze follis, RIC VI 81b, VF, Siscia mint, 8.501g, 27.2mm, 0°, as Caesar c. 294 A.D.; obverse GAL VAL MAXIMIANVS NOB C, laureate head right; reverse GENIO POPVLI ROMANI, Genius standing left holding patera and cornucopia, S - A at sides; uncleaned desert patina; SOLD.
  2. http://www.acsearch.info/record.html?id=293673 Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Mail Bid Sale 9 (23.09.2005) Lot 1240  ( «  |  » ) Price 60 EUR (~72 USD) Description (Translate description)Diocletianus - Severus II. RÖMISCHE KAISERZEIT Galerius 293-311 Follis (9,27 g), Siscia 294. Offizin 2. Av.: GAL VAL MAXIMIANVS NOB C, belorbeerte Büste rechts. Rv.: GENIO POPVLI ROMANI, Genius steht links, hält Patera und Füllhorn. RIC:81b. s.sch.+ Estimate: EUR 30.
  3. http://www.acsearch.info/record.html?id=472352 Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Auction Numismata Wien 2011 (15.04.2011) Lot 425  ( «  |  » ) Price 85 EUR (~123 USD) Description (Translate description) RÖMISCHE KAISERZEIT Galerius (305-311) (D) als Caesar 293-305. Follis (9,10g), Siscia (Sisak), 2. Offizin, 294 n.Chr. Av.: GAL VAL MAXIMIANVS NOB C, Kopf mit Lorbeerkranz n.r. Rv.: GENIO POP-VLI ROMANI / S - B (in den Feldern), Genius mit Patera und Cornucopiae v.v., Kopf n.l. RIC 81b. Leichter Silbersud. vzgl./s.sch.
  4. http://www.acsearch.info/record.html?id=210155 Source FORVM ANCIENT COINS Description Galerius, 1 March 305 - 5 May 311 A.D. 5427. Silvered follis, RIC VI 90b, VF, Siscia mint, 10.6g, 28.7mm, 0°, c. 295 A.D.; obverse MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head right; reverse GENIO POPVLI ROMANI, Genius standing left holding cornucopia and pouring libation from patera, B right, *SIS in exergue; scratches right in obverse field; SOLD.
Concludo osservando che le caratteristiche fisiche, generali e di stile della moneta di figura sono comparabili con quelle delle monete autentiche e di pari tipologia del periodo. 

Giulio De Florio

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Note: 
(1) I folles della tipologia in esame avevano, secondo il RIC, le seguenti caratteristiche fisiche: peso 8,5÷10,5 g, asse di conio ad ore 0 oppure ad ore 6. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei folles della tipologia di figura  tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g.)  Diametro (mm)  Asse di conio (h)
Link1 8,50 27,2 12 
Link2 9,27 - -
Link3 9,10
Link4 10,6 28,7 12
Da quanto sopra indicato si evince che le caratteristiche fisiche del follis di figura (10,52g, c. 27,9mm, 12h) non si discostano da quelle delle monete autentiche e di pari tipologia del periodo.
(2) La moneta in esame viene datata dal RIC 294 d. C., l'anno successivo all'elevazione di Galerio e Costanzo al rango di Cesare, l'anno del loro consolato congiunto (RIC VI, pag. 22), l'anno della riforma monetaria di Diocleziano.
(3) GALerius VALerius MAXIMIANVS NOBilis Caesar. Il "fondatore" della tetrarchia era stato Diocleziano. Egli era stato acclamato imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese di distanza da quello del figlio Numeriano, su istigazione del prefetto del pretorio Apro. Nell'occasione Diocleziano aveva prima smascherato il mandante dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore legittimo per successione e nomina paterna . Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un ufficiale della propria guardia personale e Diocleziano, rimase unico sovrano dell'impero.
Memore delle esperienze trascorse, egli si propose di dare un nuovo assetto allo stato romano che garantisse maggiore sicurezza e tempestività di intervento nella difesa dei traballanti confini, desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le lotte di successione. Perciò pensò bene di dividere il potere con un generale fidato, Marco Valerio Massimiano, che fece Cesare nel 285 e Augusto nel 286, conferendogli il governo dell'Occidente e riservando invece a sé il controllo della parte più ricca e progredita del mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia delle invasioni dal nord e dalle regioni orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata a Milano, città più prossima alle zone di frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un proprio esercito, riorganizzato come forza di intervento rapido in grado di spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi, se necessario anche in quelle di non diretta pertinenza.
Allo scopo di fornire una base ideologica a questa nuova struttura dello stato, Diocleziano stabilì una gerarchia di comando che traeva spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado di Diocleziano e suo "frater"(fratello e quindi membro della gens Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano da Giove per discendenza.
Nel 293, sotto la pressione degli eventi militari alle frontiere, Diocleziano decise di estendere ulteriormente il progetto di decentramento dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due Cesari, con l'incarico di presidiare rispettivamente i confini settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero risultò così diviso in quattro parti (in grassetto i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito richiamati nei manuali storici):

    Caio Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo diretto della Tracia, Asia ed Egitto;
        Caio Galerio Valerio Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia esclusa e quindi subordinato a Diocleziano;
    Marco Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe il governo dell'Italia, Spagna e Africa;
        Flavio Valerio Costanzo (noto anche come Costanzo Cloro), fu nominato Cesare della Gallia e della Britannia e quindi subordinato a Massimiano.

Allo scopo di garantire una linea naturale di successione, Diocleziano decise che ogni Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto il potere al  proprio Cesare, il quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato un Cesare di fiducia.
Questa dunque sinteticamente era, negli intenti di colui che l'aveva concepita, la tetrarchia (governo di quattro), un'organizzazione fortemente decentrata dello stato, ma non priva di unitá di comando, in cui l'Augusto senior dettava il disegno politico e gli altri, Augusto junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in autonomia di gestione.
Con il passaggio dalla diarchia alla tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò: come Diocleziano e Massimiano Erculio erano rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così Galerio, attraverso l'istituto dell'affiliazione, lo divenne di Diocleziano  con l'appellativo di "Giovio" e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di "Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a far parte della "gens Valeriana", tutti furono vicendevolmente vincolati dalla "pietas", l'etica della gratitudine agli dei e dell'affetto per i consanguinei. 
(4) GENIO POPVLI ROMANI, al Genio del Popolo Romano. La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la sua visione ecumenica della romanità. Successivamente, con l'inizio delle lotte di successione, la tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, costituì di fatto l'elemento discriminante tra il potere degli Augusti "legittimi" che si davano reciproco riconoscimento e quello degli altri non riconosciuti (vedi  Massenzio che non coniò follis con la tipologia del Genio del Popolo Romano). Agli occhi della gente comune il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea  della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come accade con il dollaro ai giorni nostri).
Sotto questa luce va interpretato il tipo del Genio di figura, battuto dalla zecca di Siscia nel nome dei seguenti personaggi:

(5) Il segno di zecca S - Γ si compone di due parti, S(=Siscia), Γ(l'officina monetale, la terza di 3 attive nel periodo). La città di Siscia si trovava in Pannonia - v. mappa all'indirizzo: http://tjbuggey.ancients.info/images/romemap.jpg); 
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