Roma, 22.2.2004
Egregio
Lettore,
ecco di seguito
gli elementi raccolti sulla sua moneta:
Zecca di
Roma, Follis1,
RIC33
(pag.299),
315d.C., indice di raritą = c32
D. Busto
laureato, drappeggiato e corazzato a destra di
Costantino. IMPCONSTANTINVSPFAVG3.
R. Il Sole
radiato, in piedi a sinistra, solleva la mano
destra, globo nella mano sinistra, clamide di
traverso sulla spalla sinistra. SOLIINV
I CTO COMITI4.
Segno di zecca 5.
A titolo di
confronto e per le indicazioni di valore ho
ricercato nel web monete di identica tipologia e
leggenda che di seguito segnalo per opportuna
informazione, anticipando tuttavia che si tratta
comunque di monete emesse da zecche diverse da
quella di Roma e pertanto catalogate con codice
diverso:
- http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3868.t.html
http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3868.txt
Attribution:
RIC vol VI Lugdunum 308 listed as scarce
Date: 309-310
AD
Obverse: IMP
CONSTANTINVS AVG, bust l.
Reverse: SOLI
INVIC-TO COMITI, Sol l.
Size:
24mm
Weight: 4.2
grams
Description:
A very nice large bronze of Constantine the Great.
- http://www.wildwinds.com/coins/sear/s3881.html
Constantine I - AE3 - Aquileia mint
Constantine I
"the Great", AD 307-337. A bronze AE3, 20mm in
diameter,
attributed as a variety of Sear 3881
Condition:
The coin is in nEF/VF+ condition with a smooth
glossy brown
patina. Mint mark is AQ (brz33)
- http://mypage.iu.edu/~gsimonel/constantine_3.htm
Bonze follis
of Constantine I (the Great), (A.D. 307-337).
Rome mint,
A.D. 316-317.
Obv: IMP
CONSTANTINVS P F AVG
Rev: SOL
INV-I-CTO COMITI Sol, radiate, holding globe (no
captive).
RS in
exergue.
RIC 57
$65.00
Un saluto
cordiale.
Giulio De
Florio
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(1) Il follis che, al momento
dell'ascesa di Costantino, pesava attorno ai 4,4g,
andņ progressivamente scemando sino a ridursi,
attorno al 312, dopo la disfatta e la morte di
Massenzio e la conquista di Roma, a circa 3,1g e
18-20mm, per poi ridursi ancora sotto i 17mm negli
ultimi anni di regno. A causa di questa progressiva
diminuzione e della scarsa conoscenza dei nomi che
nell'antichitą venivano conferiti ai vari nominali,
alcuni numismatici, tra cui il Sear, hanno ritenuto
di adottare la seguente terminologia (v. anche http://dougsmith.ancients.info/denom.html):
- Ę1, per
indicare le monete di diametro superiore a 25mm;
- Ę2, per
indicare quelle di diametro superiore a 21mm;
- Ę3, per
indicare quelle di diametro superiore a 17mm;
- Ę4, per
indicare quelle di diametro al di sotto dei 17mm.
- Ę3/4 per
indicare (talora) quelle di diametro pari a 17mm.
Coerentemente
la moneta di figura rientra nella categoria degli
Ę3.
Quanto alla
lega metallica essa risultava costituita in una
percentuale predominante (tra l'80 e il 90%) da
rame, e in una presenza minoritaria di stagno
e piombo con tracce di zinco e una placcatura
superficiale di argento che era quella che conferiva
valore alla moneta. Quanto all'asse di conio, P.M.
Bruun lo ritiene ininfluente ai fini della
catalogazione, pur non escludendo che in qualche
caso particolare (per altro non precisato
dall'autore) possa aver rivestito qualche
significato.
(2) P.M. Bruun conferisce
convenzionalmente la classe di raritą 3 (la pił
comune) a quelle monete la cui presenza nei musei e
collezioni gli sia nota come superiore a 41
esemplari.
(3) IMPerator CONSTANTINVS Pius Felix
AVGustus.
(4) "SOLI INVICTO COMITI". Al Sole,
invitto compagno. La moneta richiama il culto del
dio Sole/Mitra, presente in tutta la monetazione di
Costantino e, con la stessa leggenda, anche in
quella precedente sin dai tempi di Adriano. Secondo
P.M. Bruun, l'adozione dell'immagine del Sole sulle
monete di Costantino, piuttosto che come una
professione di fede, va interpretata come una sfida
all'ideologia tetrarchica di Diocleziano che voleva
l'imperatore "gioviano", figlio di Giove. Poiché la
moneta di figura fu coniata tre anni dopo la
battaglia di Ponte Milvio, si pone il problema
dell'apparente contraddizione tra la famosa visione
di Costantino ("in hoc signo vinces", con
riferimento al cristogramma,
premonitore della vittoria su Massenzio) e l'omaggio
al dio Sole, simbolo palese di paganesimo. In realtą
la contraddizione é solo apparente, Costantino era a
capo di un impero pagano e pagano egli fu durante la
sua vita, pare infatti che si facesse battezzare
solo poco prima della morte. Come sovrano egli
pretese gli onori divini, nel suo caso facendosi
riconoscere quale incarnazione del dio Sole;
tuttavia nel 313 o nel 314, con l'editto di Milano,
egli aveva legalizzato e protetto la religione
cristiana, concesso benefici al clero e personalitą
giuridica alle comunitą cristiane, i suoi stessi
figli furono educati nello spirito della religione
cristiana. Insomma č probabile che, pur
rimanendo legato al paganesimo, fonte del suo
potere, promuovesse la convivenza, nella reciproca
tolleranza, tra il paganesimo e il
cristianesimo intuito come la religione del futuro.
Quanto al cristogramma e alla sua interpretazione
cristiana esso appartiene ad una tradizione
successiva agli eventi a cui viene comunemente
riferito (la battaglia di ponte Milvio). Per
approfondimenti si veda in proposito la Storia di
Roma del Kovaliov,
RICVII
e i siti:
(5) Il segno di zecca in esergo indica
che la moneta fu coniata a Roma ("R") dalla seconda
("S") officina. |