Roma, 5.3.2012
Egregio
Lettore,
di seguito
riporto i dati significativi pertinenti alla sua
moneta:
Follis1, Zecca di Antiochia, c. 304-5 d. C.2, RIC VI
59b (pag. 621), indice
di
rarità "c2"
Descrizione
sommaria:
D. GAL VAL
MAXIMIANVS NOB CAES3.
Galerio, testa laureata a destra.
R. GENIO
POP-VLI ROMANI4.
Segno di zecca, 5. Il Genio del
Popolo Romano stante a sinistra, "modius" sulla
testa, nudo tranne che per un clamide sulla spalla
sinistra, sorregge con la mano destra una patera (da
cui scorre un liquido) e con la sinistra una
cornucopia.
A titolo di
confronto riporto i seguenti link relativi a monete
di tipologia simile a quella di figura:
- http://www.acsearch.info/record.html?id=294118
Source Auktionshaus H. D. Rauch GmbH Auction 71
(28.04.2003) Lot 954 ( « | » )
Price 42 EUR (~46 USD) Description Galerius -
Severus II. 949-970 RÖMISCHE KAISERZEIT Galerius
293-311 Follis (12,49 g); 304/305 Antiochia Av.:
GAL VAL MAXIMIANVS NOB CAES, belorb. Kopf r. Rv.:
GENIO POPVLI ROMANI, Genius mit Modius am Kopf
steht l. mit Patera u. Füllhorn. RIC: 59b s.sch.
Estimate: EUR 25.
- http://wildwinds.com/coins/ric/galerius/_antioch_RIC_059b.jpg
Galerius Silvered Fol Antioch Genius Unsold at
$78.00 08/30/99, GALERIUS, Caesar, 296-305 AD.
Silvered Æ Follis (11.02 gm) of Antioch. Laureate
head / Genius standing holding patera and
cornucopia. RIC.59b. XF. [Est $155].
Concludo osservando
che le caratteristiche fisiche, generali e di stile
della moneta di figura sono comparabili con quelle
delle monete autentiche e di pari tipologia del
periodo.
Giulio De
Florio
--------------------------
Note:
(1) I folles della tipologia in esame
avevano, secondo il RIC, le seguenti caratteristiche
fisiche: peso 8,5÷10,5 g, asse di conio ad ore 0
oppure ad ore 6. Raccolgo in tabella le
caratteristiche fisiche dei folles della tipologia
di figura tratte dai link di
cui sopra:
Riferimenti |
Peso
(g.) |
Diametro
(mm) |
Asse
di
conio (h) |
Link1 |
12,49 |
- |
- |
Link2 |
11,02 |
- |
- |
ANS1 |
9,41 |
26 |
5 |
Da quanto sopra
indicato si evince che le caratteristiche fisiche del
follis di figura (8,70g, c. 27,5mm, 12h) rientrano nei
margini di variabilità delle monete autentiche e di
pari tipologia del periodo.
(2) La moneta in esame viene datata dal RIC
304-5 d. C., essendo il 305 l'anno dell'abdicazione di
Diocleziano e di Massimiano.
(3) GALerius VALerius MAXIMIANVS NOBilis
Caesar. Il "fondatore" della tetrarchia era stato
Diocleziano. Egli era stato acclamato imperatore
il 17 novembre del 284 d.C. dalle truppe di stanza
a Nicomedia, dopo l'assassinio dell'imperatore
Caro, seguito, ad appena un mese di distanza da
quello del figlio Numeriano, su istigazione del
prefetto del pretorio Apro. Nell'occasione
Diocleziano aveva prima smascherato il mandante
dei due delitti e poi lo aveva ucciso con le
proprie mani. Inevitabile lo scontro con Carino,
figlio di Caro, imperatore legittimo per
successione e nomina paterna. Nella battaglia,
avvenuta nella Mesia (area danubiana), Carino
rimase ucciso per mano di un ufficiale della
propria guardia personale e Diocleziano, rimase
unico sovrano dell'impero.
Memore
delle esperienze trascorse, egli si propose di
dare un nuovo assetto allo stato romano che
garantisse maggiore sicurezza e tempestività di
intervento nella difesa dei traballanti confini,
desse maggiore stabilità all'economia, evitasse le
lotte di successione. Perciò pensò bene di
dividere il potere con un generale fidato, Marco
Valerio Massimiano, a cui conferì il rango di
Cesare nel 285 ed elevò ad Augusto nel 286,
affidandogli il governo dell'Occidente e
riservando invece a sé il controllo della parte
più ricca e progredita del mondo romano,
l'Oriente. La neonata diarchia (governo di due) fu
innanzi tutto funzionale a contrastare la minaccia
delle invasioni dal nord e dalle regioni
orientali. La capitale dell'Occidente fu spostata
a Milano, città più prossima alle zone di
frontiera e quella d'Oriente a Nicomedia
(l'odierna Izmit, sul Mar di Marmara, nella
Turchia asiatica). Ogni diarca possedeva un
proprio esercito, riorganizzato come forza di
intervento rapido in grado di spostarsi
velocemente in tutte le zone di crisi, se
necessario anche in quelle di non diretta
pertinenza.
Allo scopo
di fornire una base ideologica a questa nuova
struttura dello stato, Diocleziano stabilì una
gerarchia di comando che traeva spunto dalla
gerarchia celeste: Massimiano diventava pari grado
di Diocleziano e suo "frater"(fratello e quindi
membro della gens Valeriana cui Diocleziano
apparteneva - RIC VI pag. 9) ma la sua anzianità
era inferiore a quella di Diocleziano perché,
mentre Diocleziano assumeva il titolo di "Iovius",
cioè figlio di Giove, Massimiano quello di
"Herculius", figlio di Ercole, quindi più lontano
da Giove per discendenza.
Nel 293,
sotto la pressione degli eventi militari alle
frontiere, Diocleziano decise di estendere
ulteriormente il progetto di decentramento
dell'impero, affiancando, ai due Augusti, due
Cesari, con l'incarico di presidiare
rispettivamente i confini settentrionali
(Britannia e Gallia) e quelli danubiani. L'impero
risultò così diviso in quattro parti (in grassetto
i nomi con cui i tetrarchi vengono di solito
richiamati nei manuali storici):
Caio
Aurelio Valerio Diocleziano, Augusto senior, ebbe il governo
diretto della Tracia, Asia ed Egitto;
Caio Galerio Valerio
Massimiano fu nominato Cesare dei Balcani,
Tracia esclusa e quindi subordinato a
Diocleziano;
Marco
Aurelio Valerio Massimiano, in qualità di Augusto junior, ebbe
il governo dell'Italia, Spagna e Africa;
Flavio
Valerio
Costanzo (noto anche come Costanzo
Cloro), fu nominato
Cesare della Gallia e della Britannia e quindi
subordinato a Massimiano.
Allo
scopo di garantire una linea naturale di
successione, Diocleziano decise che ogni
Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe ceduto
il potere al proprio Cesare, il quale,
divenuto Augusto, avrebbe a sua volta nominato
un Cesare di fiducia.
Questa
dunque sinteticamente era, negli intenti di
colui che l'aveva concepita, la tetrarchia
(governo di quattro), un'organizzazione
fortemente decentrata dello stato, ma non priva
di unitá di comando, in cui l'Augusto senior
dettava la linea politica e gli altri, Augusto
junior e Cesari, provvedevano all'esecuzione, in
autonomia di gestione.
Con il
passaggio dalla diarchia alla tetrarchia,
l'ideologia del sistema si adeguò: come
Diocleziano e Massimiano Erculio erano
rispettivamente figli di Giove e di Ercole, così
Galerio, attraverso l'istituto
dell'affiliazione, lo divenne di
Diocleziano con l'appellativo di "Giovio"
e Costanzo di Massimiano, con l'appellativo di
"Erculio". All'uno e all'altro fu conferito il
titolo di "nobilissimus Caesar", entrambi
entrarono a far parte della "gens Valeriana",
tutti furono vicendevolmente vincolati dalla
"pietas", l'etica della gratitudine agli dei e
dell'affetto per i consanguinei. Nel
305, in seguito
all'abdicazione di Diocleziano e di Massimiano,
Galerio e Costanzo divennero augusti, mentre Severo
e Massimino furono nominati cesari.
(4) GENIO POPVLI ROMANI, al Genio
del Popolo Romano. La tipologia monetale del
Genio del Popolo Romano, per l'ampia
diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da
Diocleziano per sottolineare la sua visione
ecumenica della romanità. Successivamente, con
l'inizio delle lotte di successione, la
tipologia monetale del Genio del Popolo
Romano, costituì di fatto l'elemento
discriminante tra il potere degli Augusti
"legittimi" che si davano reciproco
riconoscimento e quello degli altri non
riconosciuti (vedi Massenzio che non
coniò follis con la tipologia del Genio del
Popolo Romano). Agli occhi della gente comune
il follis, la moneta di tutti i giorni della
prima Tetrarchia (in contrasto con gli
antoniniani coniati precedentemente con
tipologia continuamente mutevole), era
associata all'idea della singolarità
dell'essere romani e della solidità della
valuta (un po' come accade con il dollaro ai
giorni nostri).
Sotto
questa luce va interpretato il tipo del Genio
di figura, battuto dalla zecca di Antiochia
nel nome dei seguenti personaggi:
- Diocleziano:
- Diocleziano
IMP
C DIOCLETIANVS P F AVG - RIC 58a, v. ad es.
il
link
- Massimiano:
- IMP
C M A MAXIMIANVS P F AVG - RIC 58b, v. ad
es. il link
- Galerio:
- GAL
VAL MAXIMIANTVS NOB CAES - RIC 59b, v.
ad es. il link
- Costanzo
Cesare:
- FL
VAL CONSTANTIVS NOB CAES - RIC 59a, v.
ad es. il link
(5) Il segno di zecca si compone di tre
parti: Δ (che
individua l'officina monetale, la terza di 11
attive nel periodo), ANT (=Antiochia), indicativo
di zecca, °, contrassegno di emissione. La città
di Antiochia si trovava in Siria - v. mappa
all'indirizzo: http://tjbuggey.ancients.info/images/romemap.jpg); |