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16.3.2012
La moneta in
questione pesa 2,3/2,4 g, diametro 17,5 mm,
asse di conio ore 6, inerte al magnete.Può essere Diva Faustina? Grazie ancora per la sua disponibilità e complimenti per la competenza. Saluti |
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Roma, 20.3.2012
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi raccolti sulla sua moneta: Denario1, zecca di Roma, 143-144 d. C., RIC III 346a (pag. 69), Cohen II 40 (pag. 416), indice di rarità "C". Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
La ricerca nel web di denari della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto
cordiale. (1) Denario (argento). Secondo BMC IV, il denario dell'epoca di Antonino Pio pesava intorno ai 3,23g (media su 783 esemplari). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra (per la precisione il link 1 si riferisce ad una moneta, esattamente uguale a quella in esame, con leggenda del dritto DIVA FAVSTINA e perciò classificata RIC346a, mentre i link 2 e 3 si riferiscono a monete, sempre di uguale tipologia, ma con leggenda del dritto DIVA AVG FAVSTINA, perciò classificate RIC 346b):
(2) DIVA FAVSTINA. Riferisce lo Stevenson (v. link) che Anna Galeria Faustina, nota anche come Faustina Maggiore (o Faustina Madre), nacque a Roma nel 105 d.C., sotto il regno di Traiano. Era figlia di Annio Vero, uomo di rango consolare, prefetto di Roma, nonno paterno di Marco Aurelio (v. albero genealogico cliccando qui). Avendo sposato Antonino Pio quando era ancora un privato cittadino, ricevette dal Senato il titolo di Augusta poco dopo la morte di Adriano, quando Antonino fu investito del titolo di Pio. Ella morì nel terzo anno di regno del marito (141 d.C.), all'età di 36 anni. Faustina ebbe due figli e due figlie di cui la più famosa è Faustina Minore che andò sposa a Marco Aurelio, suo cugino di 1° grado. Di Faustina madre si conservano varî ritratti con la tipica acconciatura (alta crocchia di trecce sul sommo del capo). Il suo ricordo fu affidato alla benefica istituzione delle puellae Faustinianae, creata da Antonino per le fanciulle orfane, e al grande tempio ancora esistente sulla Via Sacra (v. link). (3) Aeternitas. Riprendo da BMC IV (pag. xliii) le note che seguono sulle emissioni della consacrazione (Consecratio) alle quali la moneta in esame appartiene: "le emissioni della consacrazione possono essere considerate nel loro insieme, sebbene siano continuate a lungo durante il regno di Antonino, forse quasi senza interruzione, dopo la morte di Faustina. La prima emissione ha inizio poco dopo la morte dell'Augusta nel 142, ritratta nelle sembianze che possedeva in vita; l'enfasi nei rovesci cade prevalentemente su eventi e simboli connessi con le cerimonie della Consecratio, il tempio (v. link), il carro funerario condotto dagli elefanti (v. link), l'altare (v. link), l'aquila (v. link), la stella (v. link) e meno sul puro concetto di Eternità. Le forme più tarde vedono come leggenda del dritto DIVA FAVSTINA e rovesci nei quali si pone l'accento sull'Aeternitas (v. link), il mondo senza tempo nel quale i morti divinizzati conducono la loro esistenza, e su AVGVSTA (v. link), la signora venerata o santa nel suo nuovo rango. Il passaggio alle emissioni più tarde può essere collocato attorno al 147, allorché Faustina figlia fu elevata al rango di Augusta. Antonino Pio manifestò grande devozione nei confronti della moglie, venerandone la memoria. Ne fa fede la vasta monetazione commemorativa in suo nome che si spiega però, non solo con l'affetto per la moglie scomparsa, ma anche con il disegno politico di rafforzare, nella mente dei contemporanei, l'idea dell'eternità dell'Impero attraverso le persone degli Augusti e delle Auguste, regnanti da vivi e divinizzati da morti. (4) L'interpretazione del personaggio raffigurato nel rovescio è controversa: Venere (?), secondo il RIC, Giunone, secondo BMC IV (pag. 42), l'Aeternitas o Ceres, secondo altri (v. link e link3). |
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