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4.9.2013
Annia
Aurelia Galeria Lucilla (Roma, 7 marzo 150 – Capri,
182) figlia maggiore di Marco Aurelio e Faustina
maggiore è stata un'imperatrice romana.dr / busto acconciato verso destra : LUCILLA AVGVSTA antonini avg f. rv / HILARITAS la gaiezza verso sinistra con palma e corno dell'abbondanza. SC Bronzo, Ø 31 mm peso 26.42 g Mir. 1869 Coh. 31. |
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Duisburg, 6.9.2013
Gentile
Lettrice,riporto di seguito gli elementi significativi che ho potuto raccogliere sulla moneta di figura: Sesterzio1, zecca di Roma, RIC III 1740 (pag. 352), BMC IV 1203 (pag. 577), Cohen III 29 (pag. 217), 164÷169 d. C., indice di rarità "C" Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca nel web di monete di pari tipologia ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) Raccolgo in
tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi
della tipologia di figura reperiti nel web:
(2) Annia Aurelia Galeria Lucilla nacque nel 149 d. C.. Per volere di suo padre, Marco Aurelio, fu promessa a Lucio Vero che sposò nel 164 ad Efeso, dove il marito si trovava per la guerra partica (v. altra pagina del sito). Ricevette il titolo di Augusta nel 164 (secondo BMC). Dopo la morte del marito nel 169, sposò Pompeiano, un vecchio senatore, amico di Marco Aurelio. Quando Commodo succedette a suo padre (180 d. C.), mantenne le prerogative di rango della sorella Lucilla, ma costei complottò contro di lui. In seguito a ciò, fu esiliata a Capri e poi giustiziata nel 182. E' naturale ritenere che la monetazione di Lucilla abbia avuto inizio nel 164, dopo il matrimonio con Lucio Vero. Sulle monete Lucilla si presenta dapprima come "Lucilla Augusta", poi come "Lucilla Augusta, figlia di Antonino Augusto" (come si titolava suo padre). Non è nota la data di transizione al secondo titolo. Sembrerebbe che la monetazione nel nome di Lucilla proseguisse anche dopo la morte del marito e che proprio in queste circostanze Lucilla abbia sentito la necessità di rimarcare la discendenza da Marco Aurelio. (3) La Hilaritas non era solo la personificazione della gaiezza (v. RIC III, pag. 4) ma ad essa si ricollegava la festa delle Ilarie (Hilaria, neutro plurale, dal latino "hilaris", gioioso), il 25 marzo (cioè il giorno successivo all'equinozio di primavera, primo giorno dell'anno in cui le ore di luce e di buio si equivalgono) in onore di Cibele e per ricordare la resurrezione di Atys (o Attis o Attys, ecc.). La ricorrenza era l'occasione propizia per festeggiare eventi particolari, come era stata la consacrazione di Adriano nel marzo del 139 o la promessa di matrimonio tra Marco Aurelio e Faustina II nel 144. Lo scopo della festa era essenzialmente quello di celebrare il lento ma graduale svanire delle oscurità dell'inverno e l'attesa di una stagione più gioiosa e luminosa. Per quanto riguarda l'epoca imperiale, sappiamo da Erodiano che nel giorno delle Ilarie si teneva una lunga e solenne processione nella quale si trasportava una grande statua della dea, di fronte alla quale si esponevano oggetti preziosi ed opere d'arte appartenenti ai personaggi più facoltosi della città e allo stesso Imperatore. Nell'occasione era permesso dare vita a qualsiasi forma di scherzo o gioco, con la predilezione per il mascheramento. Ciascuno poteva assumere l'identità e l'aspetto di un altro, persino di appartenenti ad alte cariche pubbliche come i magistrati. Erodiano narra a questo proposito del complotto ordito, proprio in concomitanza con le Ilarie, da Annia Lucilla contro il fratello, con la complicità del prefetto Tarrutenio Materno. Secondo Erodiano, il complotto prevedeva che Materno e i suoi seguaci si travestissero da membri della Guardia Pretoriana per poi mescolarsi ad essa ed arrivare sino alle stanze di Commodo per ucciderlo. Ma uno dei complici di Materno rivelò anzitempo il complotto, "preferendo un imperatore legittimo ad un tiranno usurpatore", secondo le parole di Erodiano. Nel giorno delle Ilarie tutti i cospiratori furono catturati e l'Imperatore Commodo sacrificò alla dea Cibele affinché non fosse più minacciato da cospirazioni (v. link). |
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