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29.10.2013
Salve Sig.
Giulio, La disturbo ancora con questa moneta: Diametro: 24,5 mm Peso: 9,9 g Asse di conio: ore 12 Colore/materiale: bronzo o forse biglione Aspetto generale: si presenta di colore giallastro. Note ulteriori: nella parte posteriore si leggono alcune lettere: ERALIT AUG. Cordiali Saluti |
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Roma, 2.11.2013
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Asse1,
zecca di Roma, 249-251 d. C., RIC IV/III
120a (pag. 136), Cohen
V 71 (pag. pag. 193), indice di rarità
"S" La ricerca nel web degli assi della tipologia di figura ha prodotto i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------------- Note
(2) IMPerator Caius Messius Quintus TRAIANVS DECIVS AVGustus. Nato nella bassa Pannonia (l'attuale Ungheria) tra il 190 e il 200 d. C., Caio Messio Quinto ricevette da Filippo I l'incarico di ripristinare l'ordine lungo la frontiera danubiana. Il grande successo riportato indusse le truppe ad acclamarlo imperatore nel 249. Ciò lo pose in rotta di collisione col sovrano regnante Filippo I; nella guerra che ne seguì quest'ultimo fu sconfitto e ucciso in battaglia a Verona. Il Senato romano riconobbe immediatamente il nuovo sovrano, onorandolo col nome di Traiano. Si ascrive a suo merito l'avvio delle opere di riparazione delle strade in tutto l'impero. Nel 250 il nuovo sovrano nominò Cesari i due figli Q. Etrusco Erennio Mesio Decio e C. Valente Ostiliano Mesio Quinto, poi restituì potere al Senato ripristinando la carica di censore e affidandola ad un uomo di fiducia, P. Lucinio Valeriano. Nel 249/50 Traiano Decio promosse una feroce persecuzione contro i Cristiani, nel 250 ordinò che tutti i cittadini dell'impero firmassero un documento con cui dichiaravano la loro fede negli dei. Vittime della persecuzione furono il Papa Fabiano che fu martirizzato, Cipriano, vescovo di Cartagine, costretto all'esilio, Origene, uno dei padri della Chiesa, incarcerato e torturato. La chiesa cristiana rimase a lungo divisa tra coloro che accettarono pubblicamente gli ordini di Decio (lapsi) e quelli che rientrarono nel grembo della chiesa. La persecuzione si allentò solo nel 250 a causa della guerra contro i Goti. A contrastare la minaccia barbarica fu inviato nella Mesia il primogenito di Decio, Erennio, elevato al rango di Augusto. Decio presto seguì il figlio nell'impresa ma entrambi trovarono la morte nella disastrosa battaglia di Abrittus nel giugno del 251 [informazioni tratte da: http://www.tesorillo.com/altoimperio/trajano_decio/1decio.htm#historia]. (3) LIBERALITAS AVGusti. Riferisce BMC IV (pag. xxvii), a proposito della Liberalitas, che il cittadino romano era certo dell'esistenza di un mondo spirituale parallelo a quello materiale. Di qui la concezione, per lui naturale, che sopra un'elargizione imperiale, vi fosse da qualche parte nel mondo celeste una dea, la Liberalitas appunto, munita di un magico corno dell'abbondanza ma anche di un vero abaco con cui tenere il conteggio della distribuzione dei doni tra gli aventi diritto. Nel rovescio delle monete,tra le virtù, quella privilegiata da Traiano Decio fu la Liberalitas (v. link). Questa scelta, che per altro accomuna gli imperatori tra il 193 e il 251, era probabilmente dovuta alla necessità politica di saldare il legame di lealtà tra sovrano e plebe urbana. Dopo Traiano Decio non fu più così in quanto la propaganda imperiale privilegiò le virtù militari dell'imperatore e il suo legame con l'esercito |
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