Roma, 14.05.2015
Egregio Lettore
riporto di seguito gli elementi che mi è stato
possibile raccogliere sulla moneta di figura:
AE Follis1,
zecca di Arles, 313-315 d. C., RIC VII
41 var. (pag. 237)2, indice di rarità
"r4".
Descrizione sommaria:
D. IMP CONSTANTINVS
P F AVG3. Costantino
I, busto laureato e corazzato a destra.
R. SOLI IN-VI-CTO
COMITI 4. Il Sole
radiato, stante a sinistra, solleva la mano destra e
sorregge globo con la sinistra, chlamys pendente
dalla spalla sinistra5. Segno di
zecca: TARL5.
La ricerca nel web di monete simili a quella di
figura ha prodotto i seguenti risultati:
- http://www.acsearch.info/search.html?id=609075
CGB.fr http://www.cgbfr.com/. MONNAIES 38 1180 («
| ») 30. April 2009 - - Description: CONSTANTIN
Ier LE GRAND(25/07/306-22/05/337) Flavius Valerius
ConstantinusAuguste (25/12/307-22/05/337) Follis
ou nummus N° v38_1180 Date : 313-315. Nom de
l'atelier : Viennoise, Arles Métal : billon.
Diamètre : 20,5mm. Axe des coins : 6h. Poids :
2,69g. Degré de rareté : R1. Etat de conservation
: TTB Prix de départ : 90 € Estimation : 150 € lot
invendu. Commentaires sur l'état de conservation :
Exemplaire sur un flan mince et large, bien
centré. Beau portrait. Usure importante, mais
parfaitement lisible et identifiable. Patine
marron superficielle. N° dans les ouvrages de
référence : RIC.41 var. (R4) - C.514 - F.156 bis -
EMA.3 /26-3 Titulature avers : IMP CONSTANTINVS P
F AVG. Description avers : Buste lauré et cuirassé
de Constantin à droite Ier avec pan de
paludamentum sur l’épaule, vu de trois quarts en
avant (B*01). Traduction avers : “Imperator
Constantinus Pius Felix Augustus”, (L’empereur
Constantin pieux heureux auguste). Titulature
revers : SOLI IN-VI-CTO COMITI/ -|-// TARL.
Description revers : Sol (Le Soleil) radié à demi
nu, debout à gauche, levant la main droite et
tenant un globe de la gauche. Traduction revers :
“Soli Invicto Comiti”, (Au Compagnon le Soleil
Invincible). Commentaire à propos de cet
exemplaire : Poids très léger. Rubans de type 3.
Cuirasse lisse. Epaulière cloutée. Ptéryges fines.
Semble inédit et non recensé pour la troisième
officine (Ferrando). Commentaires : L'atelier
d'Arles ouvrit ses portes en 313. En 328, Arles
change de nom et devient Constantia, en l'honneur
de Constantin II né dans cette ville. Historique :
Constantin est né en 274, fils de Constance Chlore
et d'Hélène. Il est nommé césar à la mort de son
père le 25 juillet 306 et est proclamé auguste le
25 décembre 307. Il épouse Fausta, la fille de
Maximien Hercule, qui lui donnera cinq enfants
dont trois augustes. Les vingt premières années de
son règne sont consacrées à s'imposer comme
principal auguste contre Maximien Hercule, Galère,
Maxence, Maximin II et Licinius. Il est reconnu
comme le premier empereur chrétien, bien que
baptisé seulement sur son lit de mort le 22 mai
337.
- http://www.acsearch.info/search.html?id=1097
Forvm Ancient Coins
http://www.forumancientcoins.com/ Description:
Constantine the Great, early 307 - 22 May 337 A.D.
Ex Aiello Collection. A699. Bronze AE 3, RIC VII
40 var (reverse legend breaks), VF, Arelate mint,
2.95g, 19.0mm, 180°, 313 - 315 A.D.; obverse IMP
CONSTANTINVS P F AVG, laureate, draped and
cuirassed bust right; reverse SOLI INVICTO COMITI,
Sol standing left holding globe in left and
raising right, TARL in ex; fantastic glossy olive
patina; rare; SOLD.
- http://www.beastcoins.com/RomanImperial/VII/Arles/ConstantineI-RICVII-41-PARL.jpg
Constantine I, AE Follis, 313-315, Arles, Officina
1 IMP CONSTANTINVS P F AVG Laureate, cuirassed
bust right SOLI INV_I_CTO COMITI Sol, radiate,
standing facing, head left, chlamys across left
shoulder, right hand raised, globe in left PARL in
exergue. 20mm x 21mm, 3.35g. RIC VII, 41 (R4).
Concludo osservando che, per quanto consentito sulla
base di un esame a distanza, le caratteristiche
fisiche, generali e di stile della moneta appaiono non
difformi da quelle dei conî d'epoca. La moneta nel
presente stato di conservazione non dovrebbe, a mio
avviso, valere più di 50,00€.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Follis
(bronzo). Raccolgo in tabella le caratteristiche
fisiche dei follis della tipologia di figura
presenti nei link di cui sopra:
Riferimenti |
Peso
(g.) |
Diametro
(mm.) |
Asse
di conio (h) |
Link1 |
2,69 |
20,5 |
6 |
Link2 |
2,95 |
19 |
6 |
Link3 |
3,35 |
20-21 |
- |
Dalla tabella si evince che il follis di figura ha
un diametro (19mm) non difforme da quello dei conî
d'epoca mentre il peso è superiore alla media del
periodo (ho calcolato che su 70 follis pubblicati
dall'American
Numismatic Society e battuti dalla zecca di
Arles nel periodo 310-320, solo 5 possiedono un peso
uguale o superiore a quello della moneta in esame).
(2) La ragione di classificare
il tipo di figura come una variante di RIC VII 41
sta nel fatto che RIC VII 41 è una moneta con
leggenda del rovescio spezzata, SOLI INV-I-CTO
COMITI, diversa quindi dal caso in esame nel quale
la leggenda è diversamente spezzata (SOLI IN-VI-CTO
COMITI).
(3) IMPerator CONSTANTINVS Pius
Felix AVGustus. In altra pagina di questo sito (cliccare qui) si
è tracciata una sintesi storica della tetrarchia,
dalle origini sino alla conferenza di Milano del
gennaio-febbraio del 313 che aveva sancito la parità
di culto tra la religione cristiana e quella pagana,
ma sopra tutto, dal punto di vista politico,
affermato l'alleanza tra Costantino, Augusto
d'Occidente e Licinio, Augusto d'Oriente. Ma la pace
tra i due non era destinata a durare, Costantino
infatti, per contenere il potere di Licinio, aveva
avviato con lui negoziati per la creazione di uno
stato cuscinetto tra i due reami comprendente la
Rezia e la Pannonia alla testa del quale intendeva
mettere Bassiano, suo cognato, una volta elevato al
rango di Cesare. L'annuncio dell'elevazione doveva
essere dato a Treviri il 25 luglio del 315, nella
ricorrenza del primo decennale di regno di
Costantino. Ma in quell'occasione Costantino svelò
invece un complotto ordito contro di lui dallo
stesso Bassiano e da Licinio che doveva trovare
esecuzione per mano di Senecio, fratello di
Bassiano. Seguì un periodo di guerra fredda tra i
due Augusti con scambi di note diplomatiche,
culminato con la rottura finale
nell'agosto-settembre del 316 quando le zecche
occidentali (Arles, Treviri, Roma, Ticinum, sotto il
controllo di Costantino) cessarono di battere moneta
anche nel nome di Licinio e le operazioni belliche
ebbero inizio. Licinio, battuto a Cibalae (l'attuale
Vinkovici nella Croazia orientale), si ritirò in
Tracia ad Adrianopoli (l'odierna Edirne). Per
assicurarsi la lealtà dell'esercito in Europa,
Licinio durante la ritirata aveva elevato al rango
di Augusto un suo generale, Valerio Valente, con
responsabilità sulla Mesia Inferiore (l'odierna
Macedonia). Costantino, come contromossa, aveva
elevato al rango di Cesare, i figli Crispo e
Costantino jr. L'avanzata di Costantino fu fermata a
Filippopoli (Plovdiv, nell'odierna Bulgaria) da
negoziati alla fine risultati infruttuosi. La parola
tornò alle armi e i due eserciti si scontrarono di
nuovo a Campus Ardiensis (una città posta a metà
strada tra Sofia in Bulgaria e Nis in Serbia) in una
battaglia non risolutiva nella quale Licinio fu
comunque ancora una volta battuto. Costantino avanzò
ancora sino a Bisanzio sulle tracce dell'avversario
che però si era ritirato a Beroea (nel nord
dell'attuale Grecia, v.
mappa). Ora ciascuno dei due contendenti
rischiava di vedersi tagliate le linee di
rifornimento. Perciò nuovi negoziati furono
intrapresi, Licinio dovette accettare la perdita di
gran parte del territorio europeo e l'esecuzione di
Valente, ma ottenne di poter conservare il trono. La
pace fu sancita ufficialmente a Serdica, il 1.3.317
e furono riconosciuti come Cesari Costantino jr e
Crispo, figli di Costantino I e Licinio jr, figlio
di Licinio I. La partita finale tra i due
Augusti era ancora una volta rimandata ... [n.d.r.;
notizie storiche tratte dal RIC].
Stante lo stato di crisi dei rapporti tra i due
sovrani, nel periodo 313-315 la moneta fu battuta in
piccole quantità nel nome di entrambi gli Augusti
dalla zecca di Arles, al tempo sotto il controllo di
Costantino. Ritroviamo perciò monete della zecca
menzionata, con lo stesso tipo del rovescio ma con
le seguenti leggende del dritto:
- IMP CONSTANTINVS P F AVG; Costantino 1° (il
Grande), figlio di Costanzo 1° e di Elena, nato
c. nel 282, Cesare il 24.7.306, Augusto nel 307,
sposato con Fausta, figlia di Massimiano il
31.3.307, morto il 22.5.337.
- IMP LICINIVS P F AVG; Licinio 1°, nato c.
250, Augusto 11.11.308, sposato a Milano con
Costanza, sorella di Costantino,
all'inizio della primavera del 313, deposto dal
cognato dopo la battaglia di Nicopoli il
18.9.324, ucciso a Tessalonica nel 325. Non è
stato possibile trovare nel web, in ragione
della rarità, esempi del tipo RIC VII 43 con cui
viene classificato il SOLI INVICTO COMITI di
Licinio di Arles.
(4) SOLI INVICTO COMITI (al
compagno "Sole Invitto"). Invitto era l'epiteto di
tre diverse divinità, El Gabal (divinità siriaca),
Mitra (divinità di origine persiana), il Sole
(il dio protettore dell'imperatore Aureliano) che
venivano festeggiate insieme il 25 dicembre, "dies
natalis solis invicti". La festa, secondo http://en.wikipedia.org/wiki/Sol_Invictus,
fu introdotta da Elagabalo (218-222) e raggiunse
l'apice della popolarità sotto Aureliano che la
promosse in tutto l'impero. Quando Giulio Cesare
introdusse il calendario giuliano, il 25 dicembre
corrispondeva approssimativamente alla data del
solstizio d'inverno. Dunque, proprio nel giorno più
corto dell'anno, il Sole dimostrava la sua natura
invitta perché dava inizio ad un nuovo ciclo di
crescita. La moneta richiama il culto del dio,
presente in tutta la monetazione di Costantino e,
con la stessa leggenda, anche in quella precedente
sin dai tempi di Adriano. Secondo P.M. Bruun,
l'adozione dell'immagine del Sole sulle monete di
Costantino, piuttosto che come una professione di
fede, va interpretata come una sfida all'ideologia
tetrarchica di Diocleziano che voleva l'imperatore
"gioviano", figlio di Giove. Poiché la moneta di
figura fu coniata pochi anni dopo la battaglia di
Ponte Milvio del 28.10.312, si pone il problema
dell'apparente contraddizione tra la famosa visione
di Costantino ("in hoc signo vinces", con
riferimento al cristogrammo , nella
vulgata popolare segno premonitore della
vittoria su Massenzio) e l'omaggio al dio Sole,
simbolo palese di paganesimo. In realtà la
contraddizione é solo apparente, Costantino era a
capo di un impero pagano e pagano egli fu durante il
corso della sua vita, pare infatti che si facesse
battezzare solo poco prima della morte. Come
sovrano, egli pretese gli onori divini, nel suo caso
facendosi riconoscere quale incarnazione del dio
Sole; tuttavia nel 313, con l'editto di Milano, egli
aveva legalizzato e protetto la religione cristiana,
concesso benefici al clero e personalità giuridica
alle comunità cristiane, i suoi stessi figli erano
stati educati nello spirito della religione
cristiana. Insomma è probabile che, pur
rimanendo legato al paganesimo, fonte del suo
potere, promuovesse la convivenza, nella reciproca
tolleranza, tra il paganesimo e il cristianesimo
intuito come la religione del futuro. Quanto al
cristogramma e alla sua interpretazione cristiana,
esso appartiene ad una tradizione successiva agli
eventi a cui viene comunemente riferito (la
battaglia di ponte Milvio).
(5) Il segno di zecca TARL si
compone di due parti:
- la prima lettera T sta per Tertia e indica
l'officina monetale che ha battuto la moneta, la
terza di quattro al tempo attive nella zecca.
- le lettere ARL (forma breve di AReLatum,
l'odierna Arles, nella Gallia Narbonensis, oggi
Francia) identificano la città sede della zecca.
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