Roma, 5.10.2015
Di seguito
riporto gli elementi significativi raccolti sulla
moneta in esame:
Sesterzio1, zecca di Viminacium2, 251-252 d. C., Pick
165 var., Martin 5.12.11, Varbanov 207
Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili):
D. IMP C GALLVS P
FELIX AG.3 Treboniano
Gallo, busto radiato, paludato e corazzato a destra.
R. PMS - COL VI.4 La
Mesia stante di fronte tra toro a sinistra e leone a
destra5.
ANXIII in
esergo.6
Bordo perlinato.
La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha prodotto il seguente risultato:
- http://coinproject.com/siteimages/69-CP86.jpg
33950 Roman Provincial Moesia Superior Viminacium
Trebonianus Gallus A.D.251-253 Bronze AE26
Sestertius AD 251-252 26mm 9.33g IMP C GALLVS P
FELIX AVG Laureate, draped, cuirassed bust right
PMS-COL VIM AN XIII Moesia standing facing head
left between bull and lion ANXIII Martin 5.12.10
Righetti 207 SNG Cop 169 Kurt Ellenberger aVF.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
-------------------------------
Note:
(1) I sesterzi
provinciali di Viminacium pesavano 9-12 g., più o
meno quanto un asse romano del primo secolo.
(2) Viminacium fu
un'importante città dell'impero romano, capitale
della provincia della Mesia. La città era
localizzata nell'attuale Serbia, vicino alla
moderna Kostolac, nei pressi del Danubio (v. link).
Per la mappa del mondo antico vedi il link1
oppure il link2
e il relativo estratto:
(3) IMPerator Caesar GALLVS
Pius FELIX AuGustus. Traggo dal manuale "Storia di
Roma" del Kovaliov (v. link)
le informazioni che seguono: "Nel 251 d.C., i
Goti, sotto la guida del loro capo Cniva, avevano
di nuovo passato il Danubio inferiore e invaso la
Mesia. Il primo ad opporre loro resistenza fu il
legato della provincia Caio Treboniano Gallo sotto
le mura della città di Novi sulle sponde
danubiane. Però l'enorme massa di Goti, forte di
circa 70,000 uomini, era avanzata come una valanga
e si era fermata sotto le mura di Nicopoli, posta
fra il Danubio e i monti balcanici. Attraverso i
passaggi montani i barbari erano riusciti a
penetrare nella fertile Tracia. Il governatore
della provincia, Lucio Prisco, aveva riunito
grandi forze nella fortezza di Filippopoli. Era
necessario resistere fino all'arrivo
dell'imperatore Decio che a marce forzate
proveniva dall'Occidente. Intanto in tutte le
località circostanti si elevavano sinistre le
fiamme degli incendi... Infine Decio arrivò. I
Goti attaccarono di sorpresa l'esercito romano
stanco e lo dispersero. Prisco, con il pretesto di
una presunta morte di Decio, condusse trattative
segrete coi Goti promettendo loro di consegnare la
città se essi lo riconoscevano imperatore.
L'accordo fu concluso, Filippopoli fu
spietatamente saccheggiata (si dice che in quel
frangente perissero 100.000 abitanti) ma Prisco
non riuscì a diventare imperatore. Decio era vivo
e stava raccogliendo sul Danubio un nuovo
esercito. Egli intendeva attaccare i Goti quando
questi, carichi di bottino, si fossero messi sulla
via del ritorno. La battaglia decisiva ebbe luogo
a nord di Nicopoli (Abrittus, giugno del 251). In
uno dei primi scontri cadde Erennio Etrusco, il
figlio di Decio. I Goti si schierarono su tre
linee, disponendo la terza dietro uno stagno. Le
truppe romane riuscirono a rompere le prime due
linee, ma nel tentativo di forzare la terza Decio
morì e non si riuscì neppure a trovarne il
cadavere (251). Nell'esercito si sparse la voce
che colpevole della morte di Decio fosse
Treboniano Gallo, il quale si sarebbe
preventivamente accordato coi Goti e avrebbe
attirato l'imperatore verso lo stagno indicandogli
una via falsa. Quale sia la verità noi non
sappiamo; comunque, in quel frangente, fra i
comandanti romani Gallo era quello più meritevole
e più vicino all'imperatore. Nessuna meraviglia
quindi se l'esercito lo nominò subito imperatore.
Gallo elesse conregnanti il proprio figlio
Volusiano e il figlio di Decio, Ostiliano
(quest'ultimo d'altra parte morì presto di
pestilenza). Con i Goti concluse una pace non
troppo onorevole, permettendo loro di andarsene
con il bottino e impegnandosi a pagare loro ogni
anno una specie di stipendio. Due anni dopo i Goti
passarono di nuovo il Danubio. Il governatore
della Mesia inferiore, Marco Emilio Emiliano,
inferse loro una dura sconfitta e per questa
ragione fu acclamato imperatore dai suoi soldati!
Gallo non seppe organizzare la difesa dell'Italia.
Le truppe di Emiliano giunsero quasi fino a Roma
senza incontrare alcuna resistenza. Solo vicino
alla capitale le attendevano Gallo e Volusiano,
che furono sconfitti e morirono entrambi (253)."
(4) PMS - COL VIM (Provincia
Moesia Superior COLonia VIminacium). Un elenco
delle emissioni di Viminacium è presente nel link
http://www.viminacium.nl/English%20Trebonianus%20Gallus.html
da cui ho tratto i riferimenti bibliografici di cui sopra.
(5) Traggo da http://www.danubelimes-serbia.rs/lokaliteti-2/viminacium-stari-kostolac/
alcune brevi note sulla fondazione di Viminacium e
sulla simbologia della sua monetazione:
"Viminacium fu fondata nel 1° secolo d. C. ma il
suo rapido sviluppo potrebbe relazionarsi con la
conquista della Dacia da parte di Traiano. Solo a
quel punto poté esplicarsi a pieno il potenziale
di sviluppo commerciale che consentì alla città di
moltiplicare la sua popolazione nel corso di
diversi decenni. Sotto Adriano divenne municipio
(Municipium Aelium Viminacium). La sua rapida
espansione fu intralciata da una grande epidemia
di peste al tempo di Marco Aurelio. La città si
risollevò e fu elevata al rango di colonia nel 239
sotto Gordiano III. Da quell'anno e per i
successivi sedici la città fu sede di una zecca
che batté moneta sia per l'uso locale che
imperiale con il caratteristico dritto. Questo
dritto che ritrae una giovane donna,
personificazione della Mesia che si affida al toro
e al leone, simboli della Legione VII Claudia e
della III Flavia costituisce uno dei migliori
esempi di propaganda militare locale (la provincia
che ripone fiducia sulle forze militari)".
(6) Gallo fu proclamato
imperatore dall'esercito attorno al giugno 251.
Monete battute in suo nome portano la data locale
XII, corrispondente circa al giugno-luglio 251.
Dopo di ciò altre monete battute in suo nome e in
quello di suo figlio Volusiano portano la data
locale XIII (luglio 251 - luglio 252); v. link.
|