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Alexandria, Costante e i voti ventennali | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
3.1.2017
Ciao Giulio,
ecco una nuova moneta.Penso sia un follis di Costanzo II, forse Cohen 335 oppure RIC VIII 45 (mi sembra più quella del catalogo cohen). Dati: - peso 1,21g (ma potrebbe non essere corretto) - diametro 15mm - ore 12 - bronzo con una sottile patina color sabbia - non ferromagnetica Aiutami ad identificarla con precisione e ad avere informazioni storiche, grazie. |
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Roma, 6.1.2017
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Æ4 1, Zecca di Alexandria, 345-347 d. C.2, RIC/VIII 34 (pag. 541), indice di frequenza "C2" Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato i seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Note: (1) Gli AE4 della tipologia in esame possiedono, secondo il RIC, le seguenti caratteristiche fisiche di massima: 1,57g, 15 -16mm. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli AE4 della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra.
(2) Dopo la morte di Costantino II, l'impero nel 340 era diviso in due parti: quella occidentale, sotto il governo di Costante e quella orientale, sotto il governo di Costanzo II. Il riconoscimento reciproco dei due imperatori consentiva alla zecca di Alessandria, allora sotto il controllo di Costanzo, di battere la stessa tipologia monetale, sia nel nome di Costante che in quello di Costanzo II. Costanzo II era stato elevato al rango di Cesare nel 324 e quindi il suo venticinquesimo anniversario di regno cadeva nel 350 e dunque nel 345 il suo ventesimo. Nel 346 Costante e Costanzo condivisero il consolato e pertanto il 345-347, arco temporale celebrativo del 20.mo anniversario di regno di Costanzo, è appropriatamente quello corrispondente all'emissione dei voti ventennali di Costanzo (v. link11); alla suddetta emissione si è associato Costante con la moneta di figura, con la quale ha di fatto anticipato i propri voti ventennali allineandoli a quelli di Costanzo II. (3) Dominus Noster CONSTANS Pivs Felix AVGvstvs. L'imperatore Costanzo Cloro (padre di Costantino I il Grande), aveva avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra questi Giulio Costanzo, padre di Costanzo Gallo e del futuro Giuliano l'Apostata, e Dalmazio senior. Diversi anni prima del matrimonio, però, aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato, come allora si usava quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale. Alla morte di Costanzo Cloro, il 25 luglio del 306, fu Costantino il Grande, allora trentaquattrenne, ad assumere, per ragione di età e di esperienza (i figli di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la famiglia di Teodora visse così all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino I, il primo marzo del 317, elevò al rango di Cesare, sia il figlio Crispo, nato attorno al 295 dall'unione con la concubina Minervina, sia Costantino jr, nato nel gennaio-febbraio del 316 dall'unione con Fausta, la moglie legittima. Il 13 novembre del 324 anche Costanzo jr (nato il 7.8.317), secondo figlio del ramo Fausta, fu elevato al rango di Cesare. Crispo poi morì a Pola nell'autunno del 326, giustiziato forse dopo una condanna per adulterio consumato con la matrigna Fausta, anche lei morta nello stesso periodo o poco dopo. Il 25 dicembre del 333 il terzo figlio del ramo legittimo, Costante, nato nel 323, fu fatto Cesare e, nell'estate del 335, anche Dalmazio, figlio di Dalmazio senior, del ramo di Teodora. Dopo la morte di Crispo, Costantino condivise con i figli le responsabilità di governo, sicché Costantino Cesare ebbe la Spagna, la Gallia e la Britannia, Costante Cesare l'Italia, l'Illiria e l'Africa e Costanzo Cesare le province asiatiche e l'Egitto, mentre Costantino I mantenne per sé la penisola balcanica (si veda la mappa dell'impero nel link). Prima di morire, il 22 maggio del 337, Costantino si ricordò nel testamento dei nipoti, Dalmazio Cesare e Annibaliano, figli di Dalmazio senior, fratellastro di Costantino e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu causa della loro disgrazia: alla notizia della morte del padre, Costanzo Cesare si precipitò a Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra cui Dalmazio senior e il padre di Giuliano e sette suoi nipoti, tra cui Dalmazio Cesare e Annibaliano, furono trucidati, si salvarono solo Costanzo Gallo e Giuliano, il futuro Apostata. Poco dopo il massacro, Costanzo incontrò i fratelli a Sirmium in Pannonia e con l'elevazione contestuale dei tre fratelli al rango di Augusti, formalizzò la nuova divisione dell'impero il 9.9.337 (per la data, v. ric pag. 6). Con la divisione (per i dettagli, v. wikipedia), Costanzo ebbe assegnate le province orientali, inclusa Costantinopoli e la Tracia, oltre all'Asia Minore, la Siria, l'Egitto e la Cirenaica. Costantino ebbe confermati i territori assegnatigli dal padre. Costante, all'inizio posto sotto la supervisione di Costantino, ricevette l'Italia, l'Africa, l'Illyricum, la Pannonia, la Macedonia, l'Achaea. Tuttavia Costantino presto obiettò di non aver ricevuto la quantità di territorio che gli sarebbe spettata in quanto fratello maggiore. Irritato che a Costante fosse stata assegnata la Tracia e la Macedonia dopo la morte di Dalmazio, richiese a Costante, a titolo di compensazione, la cessione di parte delle province africane, richiesta che Costante in un primo tempo sembrò assecondare pur di mantenere una fragile pace. Ben presto però la trattativa si spostò sui dettagli dei confini africani. Ulteriori complicazioni sorsero quando Costante, raggiunta la maggiore età, pretese di sottrarsi alla tutela di Costantino. Nel 340 Costantino ruppe le trattative e passò la parola alle armi marciando sull’Italia alla testa delle truppe. Constante, a quel tempo in Dacia, inviò in propria difesa un corpo scelto e disciplinato di truppe illiriche, con l'intento di far seguire subito dopo il resto dell'esercito. Impegnato in prima persona nelle operazioni belliche, Costantino rimase ucciso in un'imboscata nei pressi di Aquileia e Costante prese possesso dei suoi territori. Costante iniziò il regno in modo risoluto: nel 341-42 avviando con successo una campagna contro i Franchi e poi spostandosi, nei primi mesi del 343, in Britannia, verosimilmente per reprimere una rivolta delle tribù dei Piti e degli Scozzesi. Verso la fine del regno tuttavia Costante si fece odiare per la crudeltà e il malgoverno. Circondatosi di favoriti e preferendo le proprie guardie del corpo personali all'esercito, ne perse il controllo. Nel 350 il generale Magnenzio, comandante delle truppe del Reno, si ribellò autoproclamandosi imperatore e venendo riconosciuto dalle province occidentali dell’impero. Costante, privo dell'appoggio militare, tentò la fuga verso la Spagna ma, inseguito, fu catturato in Gallia, ai confini con i Pirenei e ucciso. Una profezia alla nascita aveva predetto che sarebbe morto tra le braccia della nonna; il luogo della sua morte portava il nome di Elena, madre di Costantino e nonna di Costante, sicché la profezia si era avverata (v. link). (4) VOT/XX/MVLT/XXX (votis vicennalibus [solutis], multis tricennalibus [susceptis].) - sciolti i Voti per il compimento del ventesimo anno di regno, si fanno molti altri voti per dieci anni successivi fino a raggiungere i trentennali - v. link). I voti erano promesse di sacrifici rivolte agli dei, funzionali a ricevere in cambio degli speciali benefici. A partire dal primo impero i voti venivano assunti (suscepta), moltiplicati e sciolti (exsoluta), secondo una successione di rituali che, confusi nel terzo secolo con l'acclamazione 'multis annis (imperes)' - governerai per molti anni - portarono alla formula acclamatoria tipica delle monete che associava l'assunzione dei voti all'augurio rivolto al sovrano di poter governare per molti altri anni ancora; nel caso della moneta in esame i voti erano per il compimento del ventennale e per l'auspicio di governare anche per il trentennale. Poiché alla celebrazione dei voti era di solito associata l'elargizione di benefici per i soldati e i sudditi, le scadenze dei voti potevano venire anticipate, con la conseguenza che non è possibile, sulla base dei soli voti indicati in un'emissione monetale, risalire alla data dell'emissione. (5) SMALΓ, la leggenda di esergo, si compone di due parti, "SMAL" che sta per Sacra Moneta ALexandriae e "Γ" che identifica l'officina monetale (la terza di quattro al tempo attive nella zecca di Alessandria d'Egitto). |
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