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Costanzo II e le Vittorie dei nostri Augusti
13.6.2017
Buongiorno,
le invio foto per un eventuale riconoscimento di una monetina
che pesa 1.39gr e ha un diametro di 14mm.
Potrebbe essere RIC VIII Arelate 76?
http://numismatics.org/ocre/id/ric.8.ar.76
Grazie
fig. 1
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Assemini 16.6.2017
Egregio Lettore,
di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura:

Follis1, zecca ignota2, 347 ÷ 348 d. C.

Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda non più leggibili):
D. CONSTANTI-VS P F AVG3. Costanzo II, diademato, busto paludato e corazzato a destra. Bordo perlinato.
R. VICTORIAE DD AVGGQ NN4. HR in nesso, in basso nel campo. Due Vittorie, l'una di fronte all'altra, ciascuna sorregge una corona e una palma. Bordo perlinato. Segno di zecca illeggibile.

Di seguito riporto i link a follis di tipologia simile a quella in esame reperiti nel web:

  1. http://numismatics.org/collection/1944.100.20507 RIC VIII Arelate 76 Descrizione fisica: Asse: 12. Dimensioni: Peso: 1.34, Diametro: 13.5, Descrizione del tipo Arco cronologico: a partire dall'anno: AD 347 Fino all'anno: AD 348 Zecca: Arles [Arelatum, l'odierna Arles, nella Gallia Narbonensis, Francia - v. link] Legenda: CONSTANTI-VS P F AVG, Type: Bust of Constantius II, laureate, rosette-diademed, draped, cuirassed, right. Ritratto: Costanzo II. Rovescio Legenda: VICTORIAE DD AVGGQ NN. Type: Two Victories, winged, draped, facing each other, each holding wreath in right hand and palm in left hand Divinità: Victory. MintMark: N_P_E//PARL Officina Mark: P. Officina Mark: S.
  2. https://www.acsearch.info/search.html?id=1803407 London Ancient Coins Ltd http://www.lacoins.co.uk/ Auction H 136 8. Dec. 2013 Description: Constantius II (337-361). Æ (15mm, 1.43g, 12h). Siscia, 347. Rosette and pearl-diademed, draped and cuirassed bust r. R/ Two Victories standing facing each other, each holding a wreath and palm-branch; •/HR monogram/ESIS. RIC VIII 191. Brown patina, VF.
  3. Vcoins Constantius, as Augustus AE Reduced Follis, Lyon, 347-348 14mm / 1.66g. CONSTANTI - VS PF AVG Laureate, draped and cuirassed bust right R/ VICTORIAE DD AVGG Q NN. Two Victories stg. facing one another, each holding wreath and palm. In field: HR; in ex: PLG. RIC VIII 55 XF/VF [classificato male, si tratta di RIC VIII 59]
  4. Ebay ROMAN EMPIRE CONSTANTIUS II Emperor, AD 337-361. AE 3/4, (Copper, 1.17 grams, 15.29 mm). Siscia mint. Obverse: CONSTANTIVS P.F.AVG, His diademed, draped and cuirassed bust right. Reverse: VICTORIAE DD AVGG Q NN, Two victories face to face, each holding wreath, HR in lower center field. Delta SIS, in exergue. Choice portrait. Very nice reverse. Well struck and well centered. Great eye appeal. (# 46863). RIC VIII 191.
Concludo osservando che, non potendosi dare una lettura certa della leggenda d'esergo, non sarà possibile attribuire alla moneta un categorico potendosi solo dire che essa fu battuta tra il 347 e il 348 nel nome di Costanzo II.

Un saluto cordiale
Giulio De Florio

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Note:

(1) Follis. Riporto in tabella le caratteristiche fisiche dei follis della tipologia di figura presenti nei link di cui sopra:

Riferimenti Peso (g)  Diametro (mm) Asse di conio (h)
Link1 1,34 13,5 12
Link2 1,43 15 12
Link3 1,66 14 -
Link4 1,17 15,29 -
Si evince dalla tabella che la moneta di figura presenta caratteristiche fisiche (1,39g, 14mm) che rientrano nei margini di variazione dei conî d'epoca di pari tipologia.
(2) La leggenda d'esergo è illeggibile, con la conseguenza che non è possibile attribuire alla moneta in esame un categorico preciso. Lettere HR in basso nel campo del rovescio sono presenti, non solo nelle monete di Arles, ma anche in quelle di Siscia, di Lyon, ecc., battute nel nome di Costanzo II e di Costante.
(3) CONSTANTIVS Pius Felix AVGustus, riferibile all'imperatore Costanzo II.
Sintesi storica: Costantino II, Costanzo II e Costante (in quest'ordine di anzianità) divennero Augusti il 9 settembre del 337, circa quattro mesi dopo la morte del loro genitore, Costantino I il Grande. Tra di loro si divisero l'impero, Costantino II governò in Ispagna, Gallia e Britannia, Costanzo II in Oriente ed Egitto,  Costante in  Africa, Italia e Illyricum. Nel 340 Costantino II, ritenendo che nella divisione dell'impero non fosse stato dato adeguato riconoscimento alla sua posizione di primogenito, invase improvvisamente i territori di Costante ma perì in battaglia ad Aquileia. Costante rimase quindi unico Augusto d'Occidente fino a che cadde vittima nel 350 di un complotto organizzato da Magnenzio. In un momento di turbolenze nell'impero occidentale, Costanzo, sentendo il bisogno di avere in Oriente una figura simbolica che rappresentasse la famiglia imperiale, convocò a corte Gallo, che era il più anziano dei cugini sopravvissuti alla strage seguita alla morte di Costantino I, gli diede in isposa la sorella Costantina e lo fece Cesare a Sirmium, il 15 marzo del 351. Gallo e il nuovo prefetto pretorio dell'Est, Talassio, senza por tempo in mezzo, partirono per l'Oriente e si insediarono ad Antiochia a metà maggio, nel momento in cui si vociferava del fenomeno meteorologico o astronomico della croce celeste, almeno creduta tale. Poiché la situazione al confine persiano si manteneva piuttosto tranquilla, Gallo ebbe vita relativamente facile. Le agitazioni degli Isauri e degli Giudei, specie di questi ultimi, furono represse con grande brutalità. Certo è che il suo governo fu caratterizzato da grande irresponsabilità e violenze che culminarono con l'istigazione al linciaggio del prefetto Domiziano e del questore Monzio. Dopo questo accadimento Gallo fu richiamato, ufficialmente per essere trasferito in Gallia, ma in realtà per essere privato delle prerogative e processato a Flanona, un'isola al largo della costa orientale dell'Istria, dove fu decapitato verso la fine del 354. Costanzo morì per cause naturali il 3 novembre del 361 mentre muoveva col suo esercito per reprimere la rivolta di Giuliano l'Apostata.
(4) VICTORIAE DD AVGGQ NN (Victoriae Dominorum Augustorumque Nostrorum). La moneta fu battuta sia nel nome di Costanzo II che in quello di Costante, di qui la comune intesa e il plurale utilizzato nella leggenda del rovescio.
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