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13.6.2017
Gent.mo sig.
De Florio,ho acquistato recentemente la moneta riportata in oggetto di cui però non sono riuscito a pervenire ad una più precisa identificazione. Le trasmetto di seguito i dati fisici della stessa: METALLO: Ag Argento; PESO: 8,3g; DIAMETRO: 23,7mm; ASSE DI CONIO: h6. La moneta pur presentandosi perfettamente rotonda non consente di rilevare chiaramente elementi caratteristici come: -sotto l'elmo corinzio si intravedono in orizzontale 2 caratteri greci (delta ?) o (alfa ?) e I (iota ?); più in basso, altri 2 caratteri, più grandi dei precedenti, ma in verticale: P (rho) e A (alfa). Infine sempre nel campo del dritto, dietro l'elmo di Athena, c'è la rappresentazione di uno scarabeo o pesce in verticale o altro (?) e la stessa Athena sembra avere davanti al naso una grande I. Sul rovescio, Pegaso. Nel campo, poi, non si rileva una marcata simbologia utile per l'identificazione. Per quanto sopra quindi, confido nel Suo esame per una identificazione migliore e più esaustiva. Ringraziando anticipatamente, cordialmente La saluto. |
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Assemini, 17.6.2017
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Statere1, Corinto2, 386÷307 a. C., Pegasi I 444 (pag. 266), Ravel 1070. Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note:(1) Lo statere di Corinto della tipologia di figura, secondo BMC XII, è una moneta d'argento del peso di 8,52g (131,5 grani). Esso si divideva in tre dracme di 2,9g. Riporto in tabella le caratteristiche fisiche delle monete di pari tipologia reperite nel web:
(2) Gli stateri di Corinto si riconoscono (v. link) per la presenza, sotto il cavallo alato Pegaso, della Qoppa (un bastoncino sormontato da un cerchietto), lettera greca iniziale del nome Corinto. La collocazione geografica della città all’interno del golfo omonimo e sopra tutto le sue riserve d’argento le assicurarono il dominio commerciale verso occidente e imposero il suo standard monetario ad occidente della Grecia. Le merci della Magna Grecia fluivano verso la Grecia passando per Corinto e venivano ripagate con gli stateri d’argento di Corinto. Le colonie corinzie e gli stati clienti adottarono tutti monete in stile corinzio differenziandole dalle monete originali mediante l’uso di lettere o simboli particolari. Ad esempio, Astakos appose una lettera alfa e una sigma sotto il cavallo, Anaktorio le lettere AN, Dyrrachium le lettere DYR attorno ad Atena sul dritto, Leucade aveva la lettera lambda sotto Pegaso .... e così via. Altre città stato batterono i Pegaso per finalità di commercio proprio e per conto d’altri; allo stesso modo con cui le civette ateniesi furono battute in Fenicia, Persia ed Egitto. Alcuni di questi Pegaso hanno simboli come la svastica o il delfino o la triscele. L’orientamento a destra o sinistra del busto di Atena e del cavallo possono variare nel corso delle varie emissioni. Alcune città aggiunsero il proprio nome per esteso nel dritto, altre invece no. Siracusa aggiunse il proprio nome attorno ad Atena nel dritto oppure inserì la triscele. Corinto continuò ad usare il Pegaso a scopo di commercio locale e regionale sino alla sua distruzione ad opera romana (146 a.C.). (3) Ho catalogato la moneta Pegasi I 444 (pag. 266), Ravel 1070 sulla base della presenza delle lettere ΔΙ e del simbolo della pigna dietro la testa di Atena. La dea indossa una collana che il lettore ha scambiato per delle lettere. Non sono in grado di attribuire un significato all'asticella dinanzi al naso della dea, né a spiegare perché il dritto sia infossato (incuso?). (4) La leggenda vuole che Bellerofonte, re di Corinto, domasse Pegaso con l'aiuto di una briglia d'oro a lui donata dalla dea Atena. E' a questa leggenda che si richiamano le monete di Corinto che recano l'immagine di Pegaso. (5) Q. Per effetto dell'intensa circolazione la moneta ha perso la Qappa, cioè l'etnico, sicché rimane un certo margine di indeterminazione nella catalogazione proposta per la moneta. |
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