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Settimio Severo, Roma e
la Vittoria |
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1.8.2017
..da lamoneta.it.Buon giorno a tutti, eccomi di nuovo sul Forum con un denario (monco) e vorrei sapere a che imperatore appartiene. 18mm, 2g Io leggo al dritto: SEVERVS PIV ..... Al rovescio: TRP VIII COS III P F Ma quale Severus? ......... Se mi potreste indicare anche il RIC sarebbe OK Grazie infinite. |
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Roma, 18.8.2017
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: AR Denario1, zecca di Roma, 205 d. C.2, RIC IV/I 197 (pag. 117), BMC V 474 (pag. 250), Cohen IV 471 (pag. 49), indice di rarità "C". Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------- (1) Denario (argento). Di seguito riporto le caratteristiche fisiche dei denari della tipologia di figura tratti dai link di cui sopra:
(2) La datazione 205 d. C. è determinata sulla base del 13° rinnovo (TR P XIII) dei poteri di tribuno di Settimio Severo BMC V (v. pag. cxxvi). (3) SEVERVS PIVS AVG. Traduco liberamente dal sito http://biography.jrank.org/pages/5336/Lucius-Septimius-Severus-emperor.html le note (non più online) di Anthony R. Birley sulla vita di Lucio Settimio Severo: "I Settimi erano d'origine punica mentre la famiglia materna era di discendenza italica. Il nonno di Lucio, di classe equestre, era stato un personaggio di primo piano a Leptis Magna sotto Traiano; il padre non aveva rivestito alcuna carica ma due Settimi erano già senatori al tempo della nascita di Settimio nel 145. Uno dei due ottenne per Lucio da Marco Aurelio il conferimento del rango senatorio. Sia Lucio che suo fratello condussero una normale carriera sotto Marco Aurelio e Commodo. Console nel 190, a quel tempo unito in seconde nozze con Giulia Domna e padre di due figli, Lucio nel 191 divenne governatore della Pannonia Superiore (più o meno corrispondente oggi alla Slovenia). Dodici giorni dopo l'assassinio, ad opera della guardia pretoriana, di Pertinace (marzo del 193) e la sua sostituzione con Didio Giuliano, Lucio era stato acclamato imperatore dalle truppe a Carnuntum con il proposito dichiarata di vendicare Pertinace. Con l'avvallo di tutte e sedici le legioni di stanza sul Reno e sul Danubio, assicuratosi l'appoggio di Clodio Settimio Albino, governatore della Britannia, a cui era stata promessa l'elevazione al rango di Cesare, Lucio Settimio Severo marciò su Roma. Il primo giugno del 193 il Senato ordinò la soppressione di Didio Giuliano, l'Augusto allora in carica, ed elevò al rango di Augusto Settimio Severo che era ormai giunto a 60 miglia a nord di Roma. La guardia pretoriana fu sciolta, ne fu formata una nuova, due volte più numerosa, con elementi scelti delle legioni danubiane. Furono costituite tre nuove legioni, la I e la III Partica, e la II Partica di stanza ad Alba Longa. Tenuto conto dell'incremento nel numero dei vigili e delle coorti urbane, la guarnigione a presidio della città subì un radicale ampliamento. Le paghe dell'esercito furono aumentate (per la prima volta dall'84) e il personale militare ottenne nuovi privilegi, come il diritto a contrarre matrimonio e portare la moglie al seguito (contubernium). Poi Severo mosse contro Pescennio Nigro che nel mese di aprile era stato acclamato imperatore dalle truppe di stanza in Siria. Nigro fu battuto, catturato e ucciso (nella battaglia di Issus, oggi Dörtyol in Turchia a nord di Antiochia). A questo punto Severo condusse con successo una prima spedizione punitiva contro i vassalli partici che avevano sostenuto Nigro. Nel 195 Severo si autoproclamò figlio adottivo del deificato Marco Aurelio e fratello di Commodo, il figlio di Marco Aurelio anch'egli deificato; poi mutò il nome del proprio figlio primogenito (Caracalla), chiamandolo Marco Aurelio Antonino ed elevandolo al rango di Cesare, mentre attribuì alla propria moglie Giulia Domna il titolo di “mater castrorum”. Le scelte menzionate, di stampo chiaramente dinastico, indussero Clodio Albino, che due anni prima aveva ricevuto l'investitura come Cesare, a ribellarsi e a scendere in Gallia dove però fu battuto a Lugdunum da Settimio prontamente accorso (197). Seguirono rappresaglie contro i sostenitori di Clodio Albino, nel corso delle quali trovarono la morte 29 senatori e numerosi personaggi di spicco in Gallia, Spagna e Africa. Nell'estate del 197 Severo saldò i conti in via definitiva anche con i Parti conquistandone (28 gennaio del 198) la capitale Ctesifonte, posta sulla riva sinistra del Tigri (nell'attuale Irak). Nello stesso giorno Settimio si autoproclamò Parthicus Maximus, elevò Caracalla al rango di Augusto ed il secondogenito, Settimio Geta, a quello di Cesare. A presidio della nuova provincia mesopotamica furono trasferite due delle legioni partiche di nuova costituzione (la I e la III) e fu nominato, come governatore, un prefetto di rango equestre. Dopo circa un anno di permanenza in Siria, la corte imperiale passò in Egitto dove sostò un anno. La provincia fu riorganizzata e ad Alessandria e ad altre città importanti fu concesso il consiglio cittadino. Alla fine del 200 d. C. Severo tornò in Siria per un altro anno e ad Antiochia assunse il terzo consolato, avendo Caracalla come secondo console (1.1.202). Nella prima estate, tornato a Roma, celebrò con grandi giochi il primo decennale di regno, rinunciando al trionfo che il Senato aveva già votato per lui. Seguì il matrimonio di Caracalla con Fulvia Plautilla, la figlia dell'onnipotente prefetto del pretorio Gaio Fulvio Plauziano. Nell'autunno del 202 Severo si trasferì in Africa con la famiglia e lì concesse alla nativa Lepcis (oggi più nota come Leptis), a Cartagine e ad Utica lo ius italicum (uguaglianza legale e di privilegi con le città italiche). Sconfisse quindi le tribù del deserto dislocate oltre la Tripolitania. Dal 203 al 208 soggiornò in Italia ove organizzò nel 204 i giochi secolari. Il 22 febbraio 205 il prefetto Plauziano, accusato di complotto contro l'imperatore e percepito come pericoloso da Caracalla e dalla sua influente madre Giulia Domna, fu giustiziato. Lo sostituì nella carica Papiliano che, insieme a due colleghi giuristi, Ulpiano e Paolo, rese quella severiana l'epoca d'oro del diritto romano. Nel 208 disordini secondari in Bretagna indussero Severo a trasferirsi ad Eburacum (l'odierna York) in prossimità del vallo che l'imperatore Adriano aveva fatto costruire con l'intento di sottomettere il resto della Britannia. A questo fine Settimio costituì una base avanzata a Carpow sul Tay e nel 210 annunciò l'avvenuta vittoria che gli consentì di aggiungere l'appellativo Britannicus alla titolatura sua e a quella dei suoi figli. Nel 209 Geta fu elevato al rango di Augusto al fine di predisporre una successione congiunta e pacifica. Il 4 febbraio del 211, malato di gotta, Severo si spense a York non senza aver prima raccomandato nel letto di morte ai figli: "non litigate, coprite d'oro i soldati e ignorate tutto il resto" (dalla Storia di Roma di Cassio Dione libro 77, para. 15/2 - "ὁμονοεῖτε, τούς στρατιώτας πλουτίζετε, τῶν ἄλλων πάντων καταφρονεῖτε"). (4) Pontifex Maximus TRibunicia Potestate XIII COnSul III Pater Patriae (Pontefice Masssimo, investito per la 13.ma volta dei poteri di tribuno, Console per la terza volta, Padre della Patria). Il tipo del rovescio è mutuato dal denario che reca al rovescio il tipo della Roma Vittoriosa, emesso da Caracalla nel 203 (TR P VI), Ric 69, v. https://www.acsearch.info/search.html?id=692281. |
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