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1.10.2017
Buon giorno
Dott. De Florio,la ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi. Le chiedo un parere su questa moneta sottopostami tempo fa: stato di conservazione, un suo possibile valore venale, zecca, tipologia e tutto ciò che è possibile sapere. Dritto: testa diademata busto corazzato orientato a sinistra. Dicitura leggibile nconstan tiuspfaug (n all'interno del campo posta all'altezza del collo) (questa n a cosa fa riferimento?) Rovescio: tre soldati uno dei quali (il terzo) con labaro. Dicitura leggibile feltemp reparatio. ai piedi le lettere delle quali non sono perfettamente sicuro r . d (n all'interno del campo posta sulle teste dei due soldati più piccoli). peso: 3.5g diametro: 2.2cm colore: verde con patina tendente al lucido tipologia metallo: Bronzo Asse di conio: ore 6 Nessuna presenza di materiale ferromagnetico Autorizzo l'uso delle foto inviate. Grazie. |
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Roma, 2.10.2017
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Æ21, zecca di Roma, 348 ÷ 350 d. C.2, RIC VIII 189 (pag. 264), indice di rarità "R2" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Note:
(2) Il Ric non fornisce una datazione precisa per l'inizio di questa emissione ma solo il termine, 2 giugno 350, quando la città di Roma, dal 18.1.350 sotto il controllo di Magnenzio, passò sotto il temporaneo controllo di Nepotiano, un nipote per parte di madre di Costanzo I e Teodora, che si opponeva all'ascesa di Magnenzio. Nepotiano finì giustiziato da Magnenzio dopo soli 28 giorni di regno. Ad ogni modo il fatto che la zecca di Roma battesse una tipologia monetale di Costanzo II, Augusto d'Oriente, all'interno dei confini dell'impero d'Occidente, sta a significare il riconoscimento da parte dell'Occidente del primariato dell'imperatore d'Oriente. (3) Dominvs Noster CONSTANTIVS Pivs Felix AVGvstvs. L'imperatore Costanzo I, aveva avuto sei figli legittimi dalla moglie Teodora, tra questi Giulio Costanzo, padre di Costanzo Gallo e del futuro Giuliano l'Apostata, e Delmazio senior. Diversi anni prima del matrimonio, però, aveva avuto un figlio di nome Costantino da Elena, donna di umili origini con la quale aveva convissuto in regime di concubinato, come allora si usava quando le differenze di ceto sociale non consentivano l'unione legale. Alla morte di Costanzo I, fu Costantino I, allora trentenne, ad assumere, per ragione di età e di esperienza (i figli di Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la famiglia di Teodora visse così all'ombra di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino I, nominatili Cesari, condivise con i figli le responsabilità di governo, sicché Costantino Cesare ebbe la Spagna, la Gallia e la Britannia, Costante Cesare l'Italia, l'Illiria e l'Africa e Costanzo Cesare le province asiatiche e l'Egitto, mentre mantenne per sé la penisola balcanica. Prima di morire, nel 337, Costantino I si ricordò nel testamento dei nipoti, Delmazio jr e Annibaliano, figli di Delmazio senior, fratellastro di Costantino I e ad essi lasciò rispettivamente la penisola balcanica e il governo dell'Armenia e della costa del Ponto. Ciò fu causa della loro disgrazia: alla notizia della morte del padre, Costanzo si precipitò a Costantinopoli dove organizzò una rivolta contro gli zii e cugini discendenti di Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra cui Delmazio senior e il padre di Giuliano e sette suoi nipoti, tra cui Delmazio jr. e Annibaliano, furono trucidati. Per caso si salvarono dal massacro Giuliano che all'epoca aveva sei anni e il fratello Gallo che ne aveva 12. Il crudele e sospettoso Costanzo risparmiò loro la vita ma li relegò in due diverse città dell'Asia Minore. Nel 340 Costantino II, diventato Augusto alla morte del padre, invase improvvisamente i territori di Costante ma l'impresa fallì e perì in battaglia ad Aquileia. Costante rimase quindi unico Augusto della parte occidentale dell'impero fino a che cadde vittima nel 350 della rivolta di Magnenzio, rivolta sedata nel 353 da Costanzo II che sconfisse in battaglia l'usurpatore. A quel punto Costanzo rimase unico sovrano dell'impero romano sino al 5 ottobre del 361 quando anch'egli morì (per cause naturali) mentre muoveva col suo esercito per reprimere la rivolta di Giuliano l'Apostata. (4) FEL TEMP REPARATIO. Mentre il significato della leggenda allusiva al "ritorno dei tempi felici" (forse quelli in cui Roma riusciva ancora a mantenere l'ordine interno e a proteggere la popolazione dalle invasioni) è trasparente, non del tutto certa è l'espansione della leggenda, FELix TEMPorum REPARATIO oppure FELicium TEMPorum REPARATIO oppure FELicis TEMPoris REPARATIO. Sulle FEL TEMP REPARATIO (in breve, FTR) ha scritto un interessante articolo Dough Smith (v. http://www.forumancientcoins.com/dougsmith/ccc.html) da cui attingerò per la breve sintesi che segue. La riforma monetaria del 348 di Costante e Costanzo II portò in circolazione tre nominali in bronzo argentato, nei seguenti tipi, tutti caratterizzati dalla leggenda del rovescio FTR:
(5) Il segno di zecca si compone di due parti, il nominativo di zecca R (breve per Roma), la lettera P (breve per Prima) che indica l'officina monetale, la prima di sei al tempo attive nella zecca. Nel dritto e nel rovescio sono anche presenti una serie di lettere e punti caratteristici dell'emissione monetale. |
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