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13.12.2017
Signor
GIULIO, se ha un po' di tempo, mi può dare risposta
su questa moneta?Cordiali saluti. Pesa 10.42g, Diametro 3cm, non è ferromagnetica. Grazie |
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Roma, 17.12.2017
Egregio Lettore, riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Quartaro (mistura)1, zecca di Genova, 1139-13392, W-GENQ/3, C.N.I. III, 11 var. (pag. 38), indice di rarità "NC". Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio ------------------------------- Note: (1) Quartaro (v. link). Tra il XII ed il XIII secolo fu emessa una moneta dal valore di un quarto di denaro, perciò detta quartaro o griffone o clapucino, termine questo derivato dal nome (vagamente dispregiativo) usato per definire gli antichi lavoranti artigiani del rame. Ancor oggi a Genova si usa il termine "ciapusso" per definire un oggetto di valore trascurabile (v. link). I quartari hanno un diametro medio di 15mm e un peso di poco inferiore al grammo (di regola 0,8 ÷ 0,9 g, a parte alcuni casi anomali).Tra i quartari, quello più comune, è detto di 3° tipo. Esso si distingue dagli altri per la presenza al dritto, attorno al Grifo, della leggenda QVARTARO, con interpunzioni varie fra ciascuna lettera e la successiva, e al rovescio la leggenda CVNRADVS, sempre con interpunzioni alternate alle lettere. Il tondello del quartaro di 3° tipo è realizzato con lega a basso tenore d'argento di cui Enrico Janin (v. link) indica la seguente composizione chimica: rame 90,5%, argento 1%, stagno 3,5%, piombo 3,5%, oltre a tracce di ferro, alluminio e nichel. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei quartari della tipologia di figura reperiti nel web.
(2) I quartari del 3° tipo, secondo il citato Enrico Janin, potrebbero essere stati battuti dalla metà del XIII secolo fino al 1339 o giù di lì. (3) QVARTARO. Per la storia e le varianti di questa monetazione rimando all'articolo di cui al link. Al centro del dritto è rappresentato il grifo. Enrico Janin nella pubblicazione sopra citata ne dà una descrizione dettagliata: animale di fantasia, per metà leone e per metà aquila, dotato, secondo le credenze, di forza e potenza soprannaturali ed annoverato fra gli animali della mitologia classica. Ne parla già lo storico greco Erodoto, mentre Plinio lo descrive così, orecchie lunghe, unghie molto grandi e becco ricurvo. Secondo la simbologia medioevale, per alcuni, come Isidoro di Siviglia, il grifo simboleggia Cristo: potente e re come il leone, forte come l'aquila che sale al cielo. Per altri il grifo sarebbe anche l'emblema del Papa, perché "...come aquila s'innalza fino al trono di Dio e come leone va per la terra con fortezza e vigore". (4) Al rovescio, la leggenda CVNRADVS e la croce patente. Negli ultimi giorni del 1138, Corrado di Svevia, il CVNRADVS della moneta in esame, aveva rilasciato il diploma che autorizzava la Repubblica Genovese a battere moneta propria. Nel 1139 ha inizio il primo periodo della monetazione genovese, che durerà esattamente due secoli, cioè fino al 1339 (v. link). La croce patente [dal latino pătēre che vuol dire aprirsi; in inglese 'crusader cross' - croce greca dei crociati] è quella le cui braccia si allargano alle estremità. A mio avviso, la tipologia monetale di figura potrebbe considerarsi una variante del tipo CNI III, 11, pag. 38, differendo da esso per l'assenza dei punti d'interpunzione tra le lettere della leggenda. Il tipo di figura si distingue per l'assenza del cerchio perlinato di contorno sia del grifo che della croce e la presenza della C chiusa ad inizio alla leggenda del rovescio. Non ho trovato in rete esemplari in tutto simili alla moneta in esame, se si eccettua il quartaro che fa belle mostra di sé nella home page del sito http://www.defabula.org/quartaro.htm, realizzato, verosimilmente in tempi moderni, in argento 900, come si evince dall'incisione nel margine basso del rovescio. |
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