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Sesterzio, Galba e la Vittoria | ||||||||||||||||
5.11.2018
..da lamoneta.it.Ri-Buonasera a tutti, non sono sicuro ma penso che questa moneta sia un sesterzio di Galba, con la vittoria andante a sx al rovescio. al dritto SER GALBA IMP CAES A ... e poi non si legge. Peso 25g, diametro 34mm avete qualche riferimento? Grazie in anticipo. |
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Roma, 6.11.2018
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Sesterzio1, zecca di Roma, giugno 68 ÷ gennaio 69 d. C., RIC I 257 (pag. 245)2, indice di rarità "S" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Note: (1) Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei sesterzi della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) Lo stato di usura oblitera alcuni dettagli del dritto indispensabili per la catalogazione secondo il Ric: si danno tre possibilità: * testa cinta da corona d'alloro e busto drappeggiato ( Ric 257); * testa cinta da corona d'alloro e busto non drappeggiato ( Ric 257var.); * testa cinta da corona di quercia e busto drappeggiato ( Ric 258). (3) SERvius GALBA IMPerator CAESar AVGustus TRibunicia Potestate. Traggo dallo Stevenson elementi per la scheda biografica che segue: Galba nacque il 3 a. C., rampollo della nobile famiglia dei Sulpici, il cui fondatore vantava una discendenza da Giove. La mamma, Mummia Achaica, era, a sua volta pronipote di quel L. Mummio che si gloriava di aver distrutto Corinto. Pretore sotto Tiberio a 20 anni, console a 33, poi legato della Germania Superiore all'inizio del regno di Caligola, Galba diventò proconsole d'Africa all'età di 42 anni dopo aver riportato una grande vittoria sui Catti l'anno precedente e recuperato le insegne di Varo. Grande aristocratico, molto ricco, la sua omosessualità ci è nota attraverso Svetonio. Svolse l'incarico di governatore della Spagna Tarragonese sotto Nerone. Quando Vindice, governatore della Gallia, lo sollecitò a prendere il posto di Nerone alla guida dell'impero, Galba, dapprima rifiutò, poi accettò avendo appreso che Nerone voleva la sua morte. Acclamato imperatore dalle truppe, si dichiarò pronto ad obbedire ai voleri del Senato e del popolo romano. Quando gli giunse notizia del suicidio di Vindice a causa della sconfitta che questi aveva subito ad opera di Virginio Rufo, legato in Germania, Galba temette per la propria vita. Confortato tuttavia dalle notizie che gli giungevano da Roma circa la morte di Nerone (9 giugno del 68) e dall'unanime dichiarazione in suo favore del Senato, accettò il titolo di Cesare e mosse lentamente verso l'Urbe. L'elevazione ad Augusto avvenne l'11 giugno del 68. Era opinione comune che Galba sarebbe stato all'altezza del compito affidatogli dal Senato, data la profonda conoscenza della macchina amministrativa che gli veniva attribuita per via degli importanti incarichi di governo che aveva svolto nel corso della sua carriera. Tuttavia, un po' per il carattere duro, un po' forse per l'età (aveva 72 anni, molto per quei tempi), un po' per una scelta infelice dei più diretti collaboratori a cui aveva delegato le funzioni amministrative, un po' per il rifiuto di donativi opposto alla guardia pretoriana che ne aveva fatto richiesto, si ritrovò presto isolato. Una rivolta nella Germania Superiore lo indusse a ricercare una soluzione politica. Egli ritenne che alla base della perdita di consenso vi fosse l'assenza di un erede e l'età. Decise allora (10 gennaio 69) di adottare Pisone Frugi Liciniano, giovane di bell'aspetto e di nobile lignaggio. Malauguratamente, in occasione dell'adozione, rifiutò ancora una volta alla guardia pretoriana l'atteso donativo. Approfittò dello scontento Otone, sino ad allora suo stretto collaboratore; costui, sentitosi messo da parte per via dell'adozione di Pisone, promosse la ribellione dei pretoriani che uccisero Galba insieme al figlio adottivo il 15 gennaio del 69. (4) S. C. (Senatus Consulto, "per decreto del Senato") è la consueta sigla apposta sui nominali in bronzo romani (sesterzi, dupondi e assi) ad indicare la competenza esclusiva del Senato Romano nelle decisioni attinenti alle emissioni di queste monete (la monetazione in oro e in argento, che non riporta la sigla, rientrava invece nelle competenze dirette dell'imperatore). |
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