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Filippo l'Arabo e la Tiche di Antiochia | ||||||||||||||||||||||||
4.1.2019
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Monete Imperiali Romane di Michele Monti.Peso 19.38g Diametro 29mm Potete aiutarmi su identificazione e valore. Zecca di Antiochia Grazie |
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Roma, 16.2.2019
Egregio,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Ottassario1, zecca di Antiochia2, 251-253 d. C., BMC XX 529 - 532 (pag. 215) Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio -------------------------------
(2) Antiochia ad Orontem (Antiochia sull'Oronte, oggi Antakya nella Turchia meridionale, v. mappa), era la terza città più importante dell'impero romano, posta nella regione al tempo nota come Seleucis o Pieria. A circa 30 km di distanza il suo porto marittimo denominato Seleucia in Pieria si affacciava sulla sponda nord orientale del Mediterraneo. (3) AVTOK K M IOVΛI ΦIΛIΠΠOC CEB che per esteso diventa, AVTokράτωρ Kαīσαρ IOVΛIος ΦIΛIΠΠOC CEBαστός (equivalente al latino IMPerator Caesar IVLIus PHILIPPVS AVGustus). Riporto di seguito alcuni elementi biografici relativi all'imperatore Filippo I. Marco Giulio Filippo, noto come l'Arabo perché nato nella colonia araba di Bostra (città dell'attuale alta Giordania, nei pressi del confine con la Siria e Israele), aveva intrapreso la carriera militare e prestava servizio in Oriente al tempo in cui, a causa della minaccia persiana, il giovane sovrano al tempo regnante, Gordiano III (diciannovenne all'epoca dei fatti), accorreva in Oriente alla difesa del confine orientale insieme al proprio suocero, tutore e prefetto del pretorio, di nome Timesiteo. Durante il viaggio verso il teatro delle operazioni Timesiteo era morto misteriosamente e Marco Giulio Filippo ne aveva preso il posto come prefetto del pretorio. Ma l'ambizioso Filippo, non contento di governare attraverso e per conto di Gordiano, creò difficoltà tra il sovrano e le truppe, gradualmente ne discreditò l'autorità sino a farlo assassinare per farsi poi acclamare Augusto dalle truppe. A dispetto del modo violento con cui era salito al potere, egli mostrò successivamente saggezza e moderazione nell'azione di governo. Conclusa in fretta (alcuni sostengono troppo in fretta) la pace con i Persiani, si spostò immediatamente a Roma. Conscio del pericolo che su di lui incombeva se privo di un successore, egli si attivò immediatamente per formare una dinastia, nominando Augusta la propria moglie Otacilia Severa e Cesare il figlio Filippo che successivamente, nel 247, elevò al rango di Augusto. Inoltre conferì incarichi importanti ai propri familiari nella speranza di creare intorno a sé una fascia di protezione contro possibili congiure. Tuttavia non previde che l'incapacità delle persone che lo circondavano avrebbe suscitato ribellioni invece che promuovere concordia. Nel 248 Filippo riuscì a bloccare la minaccia dell'invasione dei Quadi e dei Carpi che avevano invaso la Dacia, ma subito scoppiò la rivolta di Pacatiano nella Mesia Superiore (al confine danubiano). Decio, un abile generale alla testa delle truppe in Pannonia, comandato di reprimere la rivolta, riuscì nell'intento ma, a sua volta, si ribellò e mosse alla volta dell'Italia contro il suo sovrano. I due eserciti si scontrarono a Verona nel 249 in una battaglia nella quale Filippo fu sconfitto e ucciso insieme al figlio. (4) ANTIOΧEΩN - MHTΡOKOΛΩN che per esteso diventa, ANTIOΧEΩN MHTΡOKOΛΩNέια (metropoli coloniale degli Antiochesi, metropoli da quando Giulio Cesare le aveva concesso questo titolo). La sigla S C suggerisce che la moneta sia stata emessa per volere del Senato cittadino (Senatus Consulto) di Antiochia ad Orontem. (5) Δ Є. Riferisce lo Snible (v. link, pag. 778) che sulle monete da Domiziano a Caracalla fanno comparsa numeri che probabilmente indicano il mese dell'emissione monetaria o forse il numero del conio. (6) La testa femminile del rovescio appartiene alla Tiche (Τύχη in greco), la dea protettrice della città di Antiochia le cui mura possenti sono simboleggiate dalla corona sulla testa. |
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