Descrizione sommaria:
D. La Virtus, busto drappeggiato a destra; dinanzi VIRTVS a salire; dietro IIIVIR² a scendere. Bordo perlinato.
R. Guerriero, stante a destra, braccio sinistro che imbraccia uno scudo, mano destra che solleva una donna prostrata. SICIL³ in esergo. Davanti , a salire. Dietro ⁴.

La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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Note:
(1) Normalmente i denari della tipologia di figura sono "serrati", dal latino "serrare" che vuol dire segare. Nel passato la scelta di "serrare" i denari era stata connessa (Pancotti e Calabria - v. link) "ad un meccanismo anti truffa o anti fourré: i tagli sul bordo dei denari, facendo intravedere un’eventuale anima in rame o bronzo, avrebbero garantito la purezza dell’argento e quindi l’originalità della moneta". Come riferiscono gli autori menzionati, "recentemente i serrati sono stati studiati nello loro proprietà fisiche e microstrutturali. L’analisi sul bordo delle monete ha rivelato la costante presenza di microglifi sulle superfici di ciascun taglio: ciò ha dimostrato che la dentellatura veniva eseguita sul tondello, prima della coniazione, mediante l’utilizzo di un sistema meccanico. La frammentazione del bordo della moneta sarebbe stata creata intenzionalmente per alleggerire le tensioni indotte dalla coniazione distribuendole radialmente; il motivo di tale espediente tecnico si rivelò assolutamente necessario in quanto venne utilizzata una fragile lega d’argento di prima coppellazione avente una percentuale di rame notevolmente più bassa rispetto agli altri denari repubblicani. Durante la lavorazione dei tondelli a bordo liscio si aggiungeva il rame sia allo scopo di diminuire il titolo dell’argento che a quello di migliorare le proprietà meccaniche del tondello stesso". Poiché il valore intrinseco dei serrati si presentava alla fine leggermente superiore a quello dei denari normali, si è ipotizzato che l'immissione di questi denari potesse essere funzionale ad "aumentare il valore commerciale del circolante emesso dallo stato romano in particolari frangenti storici durante i quali, per ragioni di politica interna, Roma avrebbe potuto perdere la forza della sua moneta d’argento nei rapporti commerciali con l’intero bacino del Mediterraneo" (v. citati autori). Premesso che il Crawford riconosce l'esistenza di un denario della tipologia di figura non serrato, osservo che dalla mia ricerca non sono emersi denari non serrati della tipologia in esame.
Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche dei denari serrati della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:

Riferimenti	Peso (g.)	Diametro (mm)	Asse di conio (h)
Link1	3,75	19	5
Link2	3,82	21	6
Link3	3,90	20	-
Link4	4,03	21	-
Link5	3,49	19	-
Link6	3,87	-	-
Link7	3,96	19	6
Link8	3,75	-	5
Link9	3,90	-	6
Link10	3,94	19,13	-

Dall'esame dei dati tabulati emerge che la moneta in esame (2,7g, 18-19mm, 6h) ha un peso piuttosto basso rispetto a quello che ci si aspetterebbe da un tondello non segato. La superficie del tondello è costellata di bollicine, i tratti delle figure e delle lettere si presentano non netti; a mio avviso la moneta potrebbe essere una riproduzione ottenuta attraverso un calco.
(2) VIRTVS. Il personaggio femminile elmato sul dritto della moneta, a conferma della leggenda riportata sul lato destro a salire, è la Virtus, la dea del Valore militare, perché proprio ad un atto di valore fa riferimento il triumviro (IIIVIR), autore della moneta.
(3) SICIL L'atto di valore è quello compiuto dal console Manio Aquilio, rappresentato sul rovescio in abito militare mentre imbraccia uno scudo, che nel 101 a.C., l'anno successivo alla morte di Spartaco, represse in Sicilia la rivolta servile che aveva minato il sistema dei latifundia, condotto principalmente dagli schiavi. Con il suo coraggio il console Manio Aquillio era riuscito laddove avevano fallito i governatori che l'avevano preceduto e aveva represso la rivolta e risollevato la Sicilia.
(4) (MN AQVIL), (MN F MN N), quindi MANius AQVILlius, MaNii Filius, MaNii Nepos. Manio Aquillio, figlio di Manio e nipote di Manio è il nome del nostro monetiere che vanta la discendenza dal console del 101 ed è forse il personaggio citato da Cicerone come senatore nel 74 del quale non si conosce altra traccia.