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Tetradrammo del Noricum
con leggenda TINCO |
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8/9/2019
Vivo in
Austria e ho ereditato alcune monete dal mio
bisnonno. Tra quelle c'è questa che a me piace
moltissimo. Se fosse cosi cortese da identificarla.
La ringrazio. Peso: 11g Diametro: 21mm Credo sia argento con ossidazioni Secondo lei andrebbe pulita? |
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Roma, 11.09.2019
Gentile
Lettrice,la monetazione celtica non rientra nella mia abituale area di approfondimento. Perciò ho chiesto aiuto al forum di numismatica lamoneta.it che mi ha fornito le basi per l'avvio dell'indagine della quale di seguito riporto gli elementi significativi: Tetradrammo1,
zecca del Noricum2, 1° sec.
a.C., Göbl
Nor. A2c/6 (1H/8)3 Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------------------------------- Note: (1) Il tetradrammo norico aveva un peso di circa 10g, come testimoniano i due link sopra menzionati. Le prime monete dei Norici furono le cosiddette monete del tipo „Kugelreiter“ (dal tedesco Kugel=globetto e Reiter=cavaliere), battute come tetradracmi e che traggono il nome dai globetti che si intravedevano nei primi esemplari sull'elmo del cavaliere. Nel ripostiglio scoperto a Enemonzo nel 1998, accanto a 40 tetradrammi norici del tipo Kugelreiter, furono rinvenuti anche 359 vittoriati romani, che permettono di fissare un nuovo terminus post quem per le emissioni noriche all'anno 130 a. C.. Questo ripostiglio potrebbe essere collegato all'incursione dei Cimbri e dei Teutoni, che nel periodo 120–115 a. C. avevano invaso il Noricum. La moneta in esame "fa parte delle ultime tetra svilite coniate nel Norico (Taurisci?), come riferisce l'esperto del forum lamoneta.it da me interpellato". La fig. 1 ad inizio pagina, opportunamente ruotata per quanto riguarda il dritto, riproduce la moneta in esame. La moneta di fig. 2, tipologicamente affine a quella in esame, appartiene ad una fase precedente a quella di fig.1, nella quale il volto di Apollo appare ben delineato e visibile nella sua interezza. Ho ritenuto di inserire nella presente relazione anche la moneta di fig. 2 per dare un'idea più precisa di ciò che la moneta in esame voleva rappresentare nell'ispirazione del primo incisore. (2) Il Norico (notizie tratte da wikipedia) è una regione storica (v. mappa), corrispondente all'attuale Austria centrale (ad ovest di Vienna), includente parte della Baviera, la Slovenia nord-orientale e parte dell'arco alpino italiano nord-orientale. Confinava a ovest con la Rezia lungo il fiume Inn, a sud con l'Italia lungo il crinale delle Alpi Carniche, ad est con la Pannonia e a nord con le popolazioni barbariche di Marcomanni e Naristi, a cui si aggiunsero, a partire dal III secolo, Alemanni, Iutungi e Vandali (v. link). Prima della conquista romana il Norico era popolato alla fine della prima Età del ferro dalla cultura di Hallstatt. Attorno alla metà del IV secolo a.C. una prima ondata di popoli celti invasero il Norico, portando con loro nuove tradizioni (Cultura di La Tène), che nei secoli successivi furono assorbite dalle popolazioni indigene. Gli studi preistorici e linguistici della regione hanno evidenziato tre diverse componenti: (*) i Veneti nella parte meridionale-occidentale del Norico, vale a dire nel Tirolo orientale e nella Carinzia, con le tribù dei Laiancie dei Saevates; (*) gli Illiri nella parte meridionale-orientale, come propagazione delle popolazioni illiriche di Pannoni e Dalmati; (*) i Celti, gli ultimi arrivati, nella parte settentrionale, identificabili con i Taurisci o Norici come suggerisce Plinio il Vecchio, e nella parte meridionale con i Carni. I Celti nel corso dei tre secoli successivi occuparono gradualmente l'intera area norica, a partire dalla valle dal Danubio, per poi percorrere le vallate Alpine fino alla Carinzia (nella seconda metà del III secolo a.C.), e poi ad est, espellendo le tribù illiriche che si trovavano in quest'area. Fondarono numerose città, che ancora all'epoca romana conservavano il suffisso celtico, come Boiodurum, Stanacum, Joviacum, Lauriacum, Juvavum, Ovilava, ecc. Il primo incontro tra gli abitanti di questa regione ed i Romani avvenne nel 183 a.C., quando alcune bande di Taurisci avevano deciso di migrare nell'Italia settentrionale, più precisamente in Friuli, nella zona dove un paio d'anni più tardi sarebbe sorta Aquileia. Erano intenzionati a fondarvi un loro nuovo oppidum. Roma però, che non voleva interferenze sul suolo italico da parte di altri popoli, decise di intervenire costruendovi nel 181 a.C. una nuova colonia a protezione dei suoi confini settentrionali (Aquileia appunto). Fu così che i Taurisci furono costretti a tornare nelle loro terre, pur mantenendo un rapporto di amicizia con i "nuovi vicini" Romani. Testimonianza ne è la richiesta di intervento armato romano, in seguito all'invasione di Cimbri e Teutoni, con il successivo scontro presso la città norica di Noreia del 113 a.C. Il Norico divenne protettorato romano alla fine del II secolo a.C., sviluppando una cultura marcatamente romanizzata (come si evince dalle legende in latino sulle monete e da altre iscrizioni) che portò all'annessione nel 16 a.C., da parte di un certo Publio Silio Nerva, della sola parte meridionale dei territori, dove erano presenti numerose e produttive miniere d'oro scoperte un secolo e mezzo prima (Carinzia settentrionale). (3) Göbl Nor. A2c/6 (1H/8) è il categorico assegnato alla moneta in esame dal manuale di Robert Göbl. Di questa moneta ho trovato nel web i due soli esemplari, citati nella pubblicazione di cui al link, rinvenuti per caso nel 2008 sul monte Kathreinkogel in Carinzia. Sono perciò portato ad arguire che la moneta in esame sia piuttosto difficile da reperire sul mercato numismatico. (4) Al dritto delle Kugelreiter è raffigurata una testa sbarbata, convenzionalmente identificata come Apollo (v. link). (5) TINCO, il nome che compare tra le zampe del cavallo, è il personaggio (un re?) nel nome del quale la moneta è stata battuta. (6) La torque (v. link), detta anche torquis, torc o torq (dal latino torquis o torques), era un collare o girocollo anche aperto, realizzato con una disposizione a tortiglione da cui deriva il nome. Veniva usato dai Celti, Sciti e altri popoli antichi. Significativo dei rapporti commerciali tra Celti e Romani è il fatto che (v. link) che nel ripostiglio scoperto a Enemonzo nel 1998, accanto a 40 tetradrammi norici del tipo Kugelreiter, furono rinvenuti anche 359 vittoriati romani (che recavano anch'essi l'immagine di una torque). Il rinvenimento congiunto permette di fissare un nuovo terminus post quem per le emissioni noriche all'anno 130 a. C. |
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