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Follis, Roma, Costante e la Gloria dell'Esercito | ||||||||||||||||||||||||
12.9.2020
Salve, dopo
aver preso atto dei limiti della consulenza, con la
presente le richiedo consulenza numismatica per una
moneta, la documentazione fotografica trova in
allegato alla presente. Vorrei conoscere tutti i
dettagli storici, qualsiasi informazione relativa
alla moneta e in caso anche il suo valore. In
allegato le trasmetto le foto. Con la presente
autorizzo l'uso incondizionato delle immagini che le
trasmetto. Diametro 13mm. In attesa di un suo riscontro, la ringrazio anticipatamente. Cordiali Saluti |
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Roma, 14.9.2020
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Æ41, zecca di Roma, prima dell'aprile 340 d. C., Ric VIII 26 (pag. 250)2, indice di frequenza "c" Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque non più leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. --------------------------
(2) La montatura che trattiene la moneta nel ciondolo cela la leggenda del dritto e con essa il nome dell'imperatore. La catalogazione indicata per la moneta in esame (Roma, Ric 26) scaturisce, sia dalle lettere dell'esergo che individuano la zecca di Roma, sia dal tipo e dalla leggenda del rovescio che identificano in Costantino II oppure in Costante i due possibili imperatori intestatari della moneta. Per la scelta tra i due determinante è l'analisi dei volti dei due imperatori. Ho riportato in tabella le immagini dei due imperatori ricavate dalle monete reperite nel web: in particolare, nei riquadri da 1 a 3 della tabella ho riportato le immagini dell'imperatore Costante, nei riquadri da 5 a 6, quelle dell'imperatore Costantino II. I volti dei due imperatori, ritratti nello stile dell'epoca, sono assai simili, tuttavia mi pare che l'immagine presente nel riquadro 4 sia meglio assimilabile all'imperatore Costante per via del profilo più allungato. (3) D N FL CONSTANS AVG (Dominus Noster FLavius CONSTANS AVGvstvs). L'imperatore Costantino il Grande (detto anche Costantino I), verso la fine dei suoi giorni, aveva diviso l'Impero fra sé e i tre figli, a Costantino II, il primogenito, assegnando Spagna, Gallia e Britannia, a Costanzo II, l'Oriente e l'Egitto, al minore, Costante, l'Africa, l'Italia e l'Illyricum, mantenendo per sé la penisola balcanica (Tracia, Macedonia e Acaia) che destinò per testamento ai nipoti Delmazio (la penisola balcanica) e Annibaliano (l'Armenia e la costa del Ponto). Alla morte di Costantino (22.5.337), mentre fervevano i preparativi della guerra contro la Persia, Costanzo che si trovava in Mesopotamia, ricevuta la notizia della dipartita del padre, senza por tempo in mezzo, accorse a Costantinopoli, dove organizzò una rivolta contro i suoi zii e cugini nella quale trovarono la morte due fratellastri di Costantino e sette suoi nipoti, fra i quali Delmazio e Annibaliano. A quel punto l'impero rimase suddiviso secondo la ripartizione voluta da Costantino I ma i Balcani e l'Armenia furono assorbiti da Costanzo. Mentre la guerra contro i Persiani si trascinava per le lunghe, in Occidente Costantino II, ritenendo che nella divisione dell'impero non si fosse tenuto conto dei suoi diritti di primogenito, invase i territori di Costante ma perì in battaglia ad Aquileia (aprile 340) sicché Costante poté unificare sotto di sé tutto l'Occidente mantenendolo unito per 10 anni. Costante, che era favorevole alle decisioni del Concilio di Nicea, con la sua influenza, fece sì che l'arianesimo, il quale aveva ripreso il sopravvento alla fine del regno di Costantino, cedesse di nuovo il campo alla corrente ortodossa della chiesa: il vescovo Atanasio poté essere richiamato dall'esilio a cui era stato mandato e rimesso al proprio posto di vescovo di Alessandria. Nel 350 Costante, che nel corso degli anni aveva acquisito fama di crudeltà e malgoverno, cadde vittima in Gallia di un complotto organizzato dal generale Magno Magnenzio, capo della sua guardia personale [testo ripreso dal Kovaliov]. Magnenzio non fu mai riconosciuto da Costanzo e il suo impero durò sino al 353 quando, avuto la peggio nella guerra contro Costanzo II, piuttosto che arrendersi, preferì il suicidio. A questo punto Costanzo rimase unico sovrano di tutto l'impero romano sino al 3 novembre del 361 quando morì per cause naturali. (4) GLOR-IA EXERC - ITVS (la Gloria dell'esercito). La tipologia monetale del rovescio era stata introdotta a partire dal 330 da Costantino I e utilizzata anche dai membri della sua famiglia, figli e futuri Augusti, Costantino II, Costanzo II e Costante e dal nipote Delmazio Cesare. Il tipo mostra due soldati, ciascuno munito di lancia e scudo e tra di loro nelle prime emissioni, due stendardi, ciascuno dei quali formato da un'asta su cui è montata una serie di medaglioni. Come molte monete del periodo, i follis subirono una riduzione di peso durante il periodo della loro emissione. Poco prima della morte, avvenuta nel 337 d. C., Costantino I ridusse la dimensione del follis (detto anche nummus) e sottolineò il cambiamento riducendo il numero degli stendardi da due ad uno solo. Prima dell'aprile 340, la moneta di figura fu battuta sia nel nome di Costantino II che di Costante per celebrare le vittorie sui Persiani. (5) "R* ?" è la leggenda d'esergo, monca dell'ultima lettera (?) obliterata dal gancio della montatura che attraverso un progressivo numerico formato dalle lettere P, S, T, Q, Ɛ, individua una delle cinque officine monetali al tempo attive nella zecca. La lettera R (breve per Roma) è il segno di zecca, la stella (*) è il segno caratteristico dell'emissione monetale della primavera del 340. |
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