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18.11.2020
Come da lei
richiesto, le mando le immagini della prima moneta
partendo da una delle più carine.Diametro 25mm Peso 11g Salutando ancora la abbraccio ringraziandola per questo immenso servizio gratuito. |
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Roma, 23.11.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Dupondio1, zecca di Roma, 194 d. C.2, RIC IV/I 846 (pag. 207), BMC V 498 (pag. 124), Cohen IV 196 (pag. 122), indice di rarità "R". Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le parti della leggenda usurate o comunque non più leggibili):D. IVLIA DO-MNA AVG3. Giulia Domna, busto drappeggiato a destra, testa scoperta, capelli ondulati in sei pieghe orizzontali, raccolti dietro la testa in uno chignon rotondo. R. VENE RI - VICTR4. S C5 a sinistra e a destra nel campo. Venere, stante a destra di spalle, drappeggio al di sotto dei fianchi, braccio sinistro appoggiato ad una colonna, mela nella mano destra protesa, mano sinistra che sorregge una palma inclinata in alto a sinistra: coda del drappeggio impigliata sulla colonna. La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. Giulio De Florio --------- Note: (1) Dupondio (oricalco). Il peso del dupondio di Settimio Severo nel periodo delle guerre di successione (193-198) è indicato da BMC (pag. xxi) in 12,20g (media su 13 monete). Di seguito riporto le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) Monete della tipologia di figura furono prodotte in due riprese; nella prima emissione, databile 193-96(7) d. C., la leggenda del dritto è IVLIA DOMNA AVG, come nella moneta di figura, nella seconda emissione, databile 198-211 d. C. (ma forse iniziata anche prima), la leggenda del dritto è IVLIA AVGVSTA. (3) IVLIA DO-MNA AVG (IVLIA DOMNA AVGusta). La storia di Giulia Domna si svolge nel segno degli astri. L'oroscopo la portava a credere che un giorno sarebbe diventata regina. Suo padre, Giulio Bassiano (nome che Giulia avrebbe poi trasmesso al figlio Caracalla), era sacerdote e custode di un tempio di Emesa in Siria dove si venerava il frammento di una stella caduta dal cielo. Settimio Severo, generale romano da poco vedovo e credente negli astri, a lui si era rivolto per un presagio sul proprio futuro. Fu così che i destini di colei che prevedeva di diventare regina e di colui che aveva tutta l'ambizione di diventare re si incrociarono e l'unione fatale fu inevitabile. La grande occasione per Settimio Severo si presentò nel 193 d.C. quando, alla morte di Pertinace, i pretoriani misero all'asta al migliore offerente il seggio imperiale. Concorsero l'effimero Didio Giuliano, che durò come imperatore appena 66 giorni prima di essere ucciso dagli stessi pretoriani, poi Pescennio Nigro e Clodio Albino. Settimio Severo prevalse sui suoi avversari e avviò a Roma una monarchia ereditaria di stampo militare. Egli governò sino al 211, anno della morte. Giulia Domna si fece conoscere nei salotti romani per le doti di intelligenza e cultura, sino a diventare punto di riferimento per la vita religiosa e filosofica del tempo. L'influenza che esercitò anche nella vita politica trova riscontro sul rovescio di quelle monete che parlano di lei come di "Mater Senatus" e "Mater Patriae". Altre monete narrano la sua influenza nell'ambito militare ("Mater Castrorum"). Giulia dette al sovrano due figli maschi, Caracalla e Geta (e alcune femmine non passate alla storia), purtroppo inetti e incapaci a cui il padre volle tuttavia concedere il titolo di Augusti, rispettivamente nel 198 e nel 209. I due fratelli non andavano molto d'accordo ma Giulia cercò di stemperarne il carattere. Alla morte di Settimio Severo fu lei che dietro le quinte seguì gli affari di stato senza tuttavia riuscire ad impedire il peggio. Si narra che Caracalla, stanco di condividere il potere con il fratello lo uccidesse nel 212 alla presenza della madre e ne decretasse la "damnatio memoriae". Nonostante il dolore per la perdita del figlio, Giulia appoggiò quello superstite il cui governo fu caratterizzato dalla crudeltà verso gli avversari o sospetti tali e dalla stravaganza nei comportamenti. Nel 217, mentre era in viaggio in Mesopotamia da Edessa a Carrhae dove intendeva visitare un celebre tempio dedicato al siriano dio Lunus, Caracalla fu ucciso da un soldato della guardia del corpo su istigazione di Macrino, capo dei pretoriani, e Giulia finì esiliata ad Antiochia. Il dolore per la perdita dell'ultimo maschio e del potere di cui disponeva la portarono nello stesso anno al suicidio attraverso il rifiuto del cibo. Chi sa cosa le stelle le avevano predetto! (4) VENERI - VICTR (VENERI VICTRici - a Venere vittoriosa). La pace, a cui allude la palma di cui Venere vittoriosa è portatrice, consegue alla vittoria di Settimio Severo sui suoi avversari. Giulia Domna su questa moneta è assimilata alla Venus Victrix, nella duplice veste di procuratrice della pax romana e di vittoriosa regina dell'amore che ha conquistato il cuore del padrone del mondo. Ella sostiene con la mano destra la mela della più bella e sembra cosciente delle sue grazie. (5) S C (Senatus Consulto, "per decreto del Senato") era la consueta sigla apposta sui nominali in bronzo romani (sesterzi, dupondi e assi) ad indicare la competenza esclusiva del Senato nelle decisioni attinenti alle emissioni di quelle monete (la monetazione in oro e in argento, che non riporta quella sigla, rientrava invece nelle competenze dirette dell'imperatore). |
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