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Roma, follis, Costantino I e il Sole invitto | ||||
24.11.2020
Come da lei
richiesto, le mando le immagini della seconda
moneta: diametro 15mm peso 3g |
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Roma, 26.11.2020
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Follis1, zecca di Treviri, 317 d. C., RIC VII 127 (pag. 174), indice di rarità "r4". Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Nei limiti di un esame a distanza, le caratteristiche generali e di stile della moneta appaiono non difformi da quelle dei conî d'epoca. Le caratteristiche fisiche sono incerte. Se autentica, nel presente stato di conservazione la moneta potrebbe, a mio avviso, avere un valore venale di una decina di euro. Un saluto cordiale. ---------------------------------------------- (2) IMP CONSTANTINVS P F AVG (IMPerator CONSTANTINVS Pius Felix AVGustus). In altra pagina di questo sito (cliccare qui) ho tracciata una sintesi storica della tetrarchia, dalle origini sino alla conferenza di Milano del gennaio-febbraio del 313 che aveva sancito la parità di culto tra la religione cristiana e quella pagana, ma sopra tutto, dal punto di vista politico, affermato l'alleanza tra Costantino, Augusto d'Occidente e Licinio, Augusto d'Oriente. Ma la pace tra i due non era destinata a durare, Costantino infatti, per contenere il potere di Licinio, aveva avviato con lui negoziati per la creazione di uno stato cuscinetto tra i due reami comprendente la Rezia e la Pannonia alla testa del quale intendeva mettere Bassiano, suo cognato, una volta elevato al rango di Cesare. L'annuncio dell'elevazione doveva essere dato a Treviri il 25 luglio del 315, nella ricorrenza del primo decennale di regno di Costantino. Ma in quell'occasione Costantino svelò invece un complotto ordito contro di lui dallo stesso Bassiano e da Licinio che doveva trovare esecuzione per mano di Senecio, fratello di Bassiano. Seguì un periodo di guerra fredda tra i due Augusti con scambi di note diplomatiche, culminato con la rottura finale nell'agosto-settembre del 316 quando le zecche occidentali (Arles, Treviri, Roma, Ticinum, sotto il controllo di Costantino) cessarono di battere moneta anche nel nome di Licinio e le operazioni belliche ebbero inizio. Licinio, battuto a Cibalae (l'attuale Vinkovici nella Croazia orientale), si ritirò ad Adrianopoli (l'odierna Edirne) in Tracia. Per assicurarsi la lealtà dell'esercito in Europa, Licinio durante la ritirata aveva elevato al rango di Augusto un suo generale, Valerio Valente, con responsabilità sulla Mesia Inferiore (l'odierna Macedonia). Costantino, come contromossa, aveva elevato al rango di Cesare, i figli Crispo e Costantino jr. L'avanzata di Costantino fu fermata a Filippopoli (Plovdiv, nell'odierna Bulgaria) da negoziati alla fine risultati infruttuosi. La parola tornò alle armi e i due eserciti si scontrarono di nuovo a Campus Ardiensis (l'odierna Harmanli in Bulgaria) in una battaglia non risolutiva nella quale Licinio fu comunque ancora una volta battuto. Costantino avanzò ancora sino a Bisanzio sulle tracce dell'avversario che però si era ritirato a Beroea (l'odierna Veria nel nord della Grecia). Ora ciascuno dei due contendenti rischiava di vedersi tagliate le linee di rifornimento. Perciò nuovi negoziati furono intrapresi, Licinio dovette accettare la perdita di gran parte del territorio europeo e l'esecuzione di Valente, ma ottenne di poter conservare il trono. La pace fu sancita ufficialmente a Serdica (oggi Sofia), il 1.3.317 e furono riconosciuti come Cesari Costantino jr e Crispo, figli di Costantino I, e Licinio jr, figlio di Licinio I. La partita finale tra i due Augusti era ancora una volta rimandata ... [n.d.r.; notizie storiche tratte dal RIC]. (3) SOLI INVIC-TO COMITI (al Sole Invitto Compagno). Invitto era l'epiteto di tre diverse divinità, El Gabal (divinità siriaca), Mitra (divinità di origine persiana), il Sole (il dio protettore dell'imperatore Aureliano) che venivano festeggiate nello stessa giorno, il 25 dicembre, "dies natalis solis invicti". La festa, secondo wikipedia, era stata introdotta da Elagabalo (218-222) e aveva raggiunto l'apice della popolarità sotto Aureliano che l'aveva promossa in tutto l'impero. Quando Giulio Cesare aveva introdotto il calendario giuliano, il 25 dicembre corrispondeva approssimativamente alla data del solstizio d'inverno. Dunque, proprio nel giorno più corto dell'anno, il Sole dimostrava la sua natura invitta perché dava inizio ad un nuovo ciclo di crescita. Il tipo del rovescio di questa moneta richiama il culto del Sole, persistente in tutta la monetazione di Costantino e, mantenendo la stessa leggenda, anche in quella precedente dai tempi di Adriano. Secondo P.M. Bruun, la scelta di Costantino di ritrarre il dio Sole sulle monete, piuttosto che come professione di fede, va interpretata come sfida all'ideologia tetrarchica di Diocleziano che voleva l'imperatore "gioviano", figlio di Giove. Poiché la moneta di figura era stata coniata pochi anni dopo la battaglia di Ponte Milvio del 28.10.312, si pone il problema dell'apparente contraddizione tra la famosa visione di Costantino ("in hoc signo vinces", con riferimento al cristogrammo , segno premonitore nella vulgata popolare della vittoria su Massenzio) e l'omaggio al dio Sole, simbolo palese di paganesimo. In realtà la contraddizione é solo apparente, Costantino era a capo di un impero pagano e pagano egli era stato nel corso della sua vita, pare infatti che si facesse battezzare solo poco prima della morte. Come sovrano, egli pretese onori divini, facendosi riconoscere quale incarnazione del dio Sole; tuttavia nel 313, con l'editto di Milano, egli aveva legalizzato e protetto la religione cristiana, concesso benefici al clero e personalità giuridica alle comunità cristiane, i suoi stessi figli erano stati educati nello spirito della religione cristiana. Insomma è probabile che, pur rimanendo legato al paganesimo, fonte del suo potere, promuovesse la convivenza, nella reciproca tolleranza, tra il paganesimo e il cristianesimo intuito come la religione del futuro. Quanto al cristogramma e alla sua interpretazione cristiana, esso appartiene ad una tradizione successiva agli eventi a cui viene comunemente riferito (la battaglia di ponte Milvio). (4) Il segno di zecca si compone di due parti:
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