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Antiochia, antoniniano, Gordiano III e la Vittoria di Augusto | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
5.3.2021
Grazie
mille.Peso Moneta: 3,75g Diametro: 24mm Colore: Argento Asse di conio: 12 Tipologia lega: Argento No materiale ferroso Autorizzo l’uso incondizionato delle foto e delle immagini inviate. |
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Roma, 7.3.2021
Egregio
Lettore,riporto di seguito gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Antoniniano1, zecca di Antiochia2, 238-239 d. C., RIC IV/III 202 (pag. 35), Cohen V 357 (pag. 60), indice di rarità "S" Descrizione sommaria: La ricerca nel web di antoniniani della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
------------------------------- Note: (1) Antoniniano (argento). Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche degli antoniniani della tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
(2) Sotto Gordiano III tipologie monetali simili furono battute sia a Roma che ad Antiochia. Un modo per distinguerle (v. link) è dato dall'osservazione della lettera M; quella che appare sulle monete di Antiochia di solito assomiglia ad una V nel mezzo di due I, quindi IVI; quella che appare sulle monete di Roma normalmente assomiglia a due lettere lambda accostate, quindi ΛΛ. (3) IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG (IMPerator CAESar Marcus ANTonius GORDIANVS AVGustus). La tragica storia dei Gordiani si consumò nell'arco di soli sei anni, tra il 238 e il 244 d.C. Il futuro Gordiano I, personaggio di nobile e ricca famiglia, aveva ricevuto dall'imperatore Severo Alessandro l'incarico proconsolare in Africa e ivi si trovava quando, nel 238 d.C., regnante Massimino (Severo Alessandro era stato ucciso nel 235 per mano di Massimino), scoppiò una ribellione dei locali proprietari terrieri, timorosi di vedere i propri beni confiscati dalla politica predatoria del sovrano. I ribelli, dopo aver ucciso il legato imperiale, imposero a Gordiano la scelta tra l'acclamazione ad imperatore o la morte. Gordiano accettò l'incarico condividendolo con il figlio (Gordiano II) e inviò a Roma una legazione con l'incarico palese di perorare presso il Senato la causa dei ribelli e quello segreto di eliminare Vitaliano, capo dei pretoriani e uomo forte del regime di Massimino. La missione riuscì, gli ambasciatori sparsero la voce della morte di Massimino, il popolo si sollevò, il Senato appoggiò gli ammutinati contro i fautori della conservazione e, senza attendere la conferma ufficiale della morte di Massimino, convalidò l'ascesa dei due Gordiani. Il loro regno doveva tuttavia durare meno di un mese. Capelliano, legato della Numidia, che in un primo tempo aveva appoggiato la causa dei Gordiani, si ribellò contro i neoeletti ritenne che i suoi interessi non fossero stati presi in considerazione e poiché aveva al proprio comando un esercito forte e bene addestrato, batté agevolmente a Cartagine l'esercito raccogliticcio dei suoi oppositori, sicché Gordiano I scelse il suicidio e Gordiano II finì ucciso in battaglia. Le notizie provenienti dall'Africa circa la morte dei due Augusti crearono il panico nella città di Roma, dove si era sparsa la voce che Massimino, dato per morto, era invece ancora vivo e ben deciso a difendere il suo ruolo. Al Senato, ormai compromesso, non restò che scegliere al proprio interno, come successori, due suoi membri, Pupieno e Balbino, con il compito di preparare la guerra. Ma il popolo non gradì il risorgere del potere senatorio, ne seguirono tumulti e il Senato dovette accettare il compromesso di proclamare Cesare (cioè sovrano in pectore) il tredicenne Marco Antonio Gordiano, il cui nonno materno era stato Gordiano I e il cui zio materno Gordiano II. Poco dopo, una rivolta dei pretoriani pose fine alla vita dei due Augusti scelti dal Senato, sicché l'ultimo dei Gordiani, Cesare da pochi mesi, divenne Augusto nel luglio del 238, passando alla storia come Gordiano III. L'anno 238 fu fatale anche per Massimino: la resistenza opposta dall'esercito senatorio ostacolò il suo ritorno a Roma e una rivolta della 2^ Legione Partica ne determinò la morte. Gordiano III, data la giovane età, era docile strumento nelle mani dei pretoriani e del loro capo Timesiteo che lo aveva mantenuto al potere e gli aveva dato in moglie la propria figlia. Ma il suo regno durò quanto la vita di Timesiteo. Quando questi morì, pare avvelenato, durante la campagna in Oriente, il nuovo prefetto dei pretoriani, Marco Giulio Filippo, figlio di uno sceicco arabo, passato poi alla storia come Filippo I l'Arabo, fece assassinare Gordiano dai suoi sicari nel 244 e si fece proclamare Augusto al suo posto. Il Senato e le provincie riconobbero subito il nuovo sovrano, favorito delle legioni orientali. (4) VICTO-RIA AVG (VICTORIA AVGusti). L'iconografia della Vittoria è quella classica della monetazione romana dai tempi di Nerone che riprende la Nike greca: gli attributi della Vittoria sono la corona della vittoria offerta al vincitore e la palma della pace offerta ai popoli soggiogati. L'emissione è associata allo stato di guerra sul fronte persiano. |
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