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27.4.2021
Gentile sig.
De Florio, ho una monetina della quale non riesco a
decifrare nulla, poiché qualche cosa appare su
entrambi i lati vorrei solo sapere che cos’è. Scrivo
qui gli estremi utili, mi corregga se questo metodo
è sbagliato e, per cortesia, mi indichi quello
corretto.La monetina in questione pesa circa 2g. Ha un diametro di 19mm. Ha uno spessore di 1mm. Il metallo è mistura. Dritto (?) Verso (?). La ringrazio per ogni suggerimento che gentilmente vorrà offrirmi. La saluto cordialmente. |
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Roma, 7.5.2021
Egregio
Lettore,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: 2,6 Soldi1,
zecca di Torino, 1798, W-CARIV/2,
Gigante 16, CNI
II, p. 475, n. 2, rarità "C". Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
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(2) Le leggende del dritto e del rovescio della moneta di figura vanno lette congiuntamente: CAROLVS • EMANUEL • IV • - D • G • REX • SARD • CYP • ET • IER • & • [Carlo Emanuele IV, per grazia di Dio Re Di Sardegna, Cipro e Gerusalmme]. Ai duchi di Savoia era stato riconosciuto il rango regale nel 1689. Il titolo era diventato effettivo più tardi, nel 1713, quando i Savoia ottennero il Regno di Sicilia e successivamente, nel 1718, il Regno di Sardegna, in seguito allo scambio con l’Austria delle due isole. Durante l’occupazione napoleonica del Piemonte, il regno si limitava alla sola Sardegna, dal 1802 e sino al 1821 retta da Vittorio Emanuele I. Carlo Emanuele (v. link), nacque a Torino il 24 maggio 1751. Era il figlio maggiore del Re di Sardegna Vittorio Amedeo III e dell'infanta di Spagna Maria Antonietta, figlia di Filippo V di Spagna. Dopo due anni di negoziati, il 21 agosto 1775, Carlo Emanuele fu sposato per procura con la sorella di Luigi XVI, Maria Clotilde. Il matrimonio vero e proprio fu celebrato il 6 settembre 1775 a Chambéry. Nonostante si trattasse di un matrimonio di interesse, la coppia era molto ben affiatata: condividevano entrambi infatti una fede cattolica molto rigorosa e morigerata. Malaticcio, epilettico, psicologicamente fragile, Carlo Emanuele fu profondamente provato dagli effetti della rivoluzione francese: nel 1793 il cognato Luigi XVI fu condannato a morte, nel 1793 subì la stessa sorte la cognata Maria Antonietta e le truppe della repubblica francese fecero irruzione nei domini del padre. Devotissimo, Carlo Emanuele trovò sollievo nella sua fede: nel 1794 divenne membro del terz'ordine di San Domenico, prendendo il nome di Carlo Emanuele di San Giacinto. Alla morte del padre Vittorio Amedeo III, il 16 ottobre 1796, Carlo Emanuele gli succedette al trono come re Carlo Emanuele IV di Sardegna. Era un momento estremamente difficile: Carlo Emanuele parlava del suo trono come una "corona di spine", tanto da firmare un accordo con la Francia con cui era pronto a rinunciare alla Sardegna per ottenere un compenso equivalente in Italia. Suo padre aveva dovuto cedere alla repubblica francese, con l'armistizio di Cherasco, parte del Piemonte meridionale. Le casse dello stato erano vuote, l'esercito era indebolito e disorganizzato e tra le persone comuni covava la rivoluzione: tra il 1796 e il 1798 due congiure contro di lui furono sventate e i responsabili furono condannati a morte. Carlo Emanuele subì una serie di umiliazioni dalla Francia napoleonica, finché il 6 dicembre 1798 fu costretto a cedere i territori rimanenti della penisola italiana e mantenne la sovranità unicamente sulla Sardegna. Dopo la perdita del Piemonte, divenuto regione militare francese, Carlo Emanuele e la moglie lasciarono Torino per Parma e successivamente Firenze. Nel febbraio del 1799 ragioni di sicurezza imposero a Carlo Emanuele di ritirarsi in Sardegna. Il mese successivo i francesi occuparono Firenze e cacciarono il granduca di Toscana dai suoi domini. In Sardegna Carlo Emanuele avanzò una protesta formale contro la privazione dei suoi Stati di terraferma, annunciò numerose riforme per l'isola ed aprì i suoi porti alla flotta inglese. Nel frattempo l'esercito russo liberò Torino dai francesi. All'invito dello zar Paolo I, che tramite il generale Aleksandr Vasil'evič Suvorov aveva inviato in Sardegna il conte Alessandro de Rege di Gifflenga per ridonare la corona al re esule, Carlo Emanuele decise di lasciare l'isola, dopo un soggiorno di sei mesi, per tornare in patria. Quando sbarcò a Livorno con la moglie il 22 settembre 1799 scoprì però che i russi avevano lasciato il Piemonte nelle mani degli austriaci, che non erano disposti a sostenere il suo ritorno. Le prospettive di Carlo Emanuele peggiorarono ancora con l'elevazione di Napoleone alla carica di primo console della repubblica francese. Tra il 1800 e il 1802 Carlo Emanuele e la moglie vissero tra Roma, Frascati, Napoli e Caserta. Alla fine di febbraio del 1802 Maria Clotilde si ammalò di febbre tifoidea e morì in odore di santità il 7 marzo 1802. Carlo Emanuele era distrutto dal dolore e tornato a Roma, il 4 giugno 1802, a Palazzo Colonna, abdicò a favore di suo fratello Vittorio Emanuele I. La tomba di Re Carlo Emanuele è nella chiesa di Sant'Andrea al Quirinale dove fu sepolto presso l'altare maggiore. (3) 1798 è l'anno di emissione della moneta in esame; l'emissione, in cinque milioni di pezzi, è considerata comune (C). (4) SOL • 2 • 6 • (SOLdi 2,6) indica il valore facciale della moneta. (5) Lo scudo dei Savoia è essenzialmente formato da una croce sabauda (di rosso alla croce argento) a cui sono aggiunti ornamenti esteriori. |
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