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Bologna, bolognino grosso di Enrico Imperatore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
19.9.2021
.. da
METAL DETECTOR SONASEGA.Buongiorno qualcuno mi aiuta a riconoscere questa moneta? |
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Roma, 27.9.2021
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta in esame: Bolognino grosso1, zecca di Bologna, 1250-1260, numismatica-italiana W-BOCOM/1-14, CNI X 24 (pag. 4), indice di rarità R3 Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili):
Veniamo alle conclusioni. Nei limiti consentiti ad un esame a distanza, le caratteristiche generali e di stile della moneta riflettono quelle degli esemplari autentici del periodo. Mancano le caratteristiche fisiche (peso, diametro), ragione per cui non è possibile un esame comparativo con le monete autentiche del periodo. Nel presente stato di conservazione, se autentica, la moneta ha, a mio avviso, un valore venale modesto. Un saluto cordiale. ------------------------------- (1) Bolognino grosso (biglione). Numismatica.Italiana attribuisce alle monete della tipologia di figura le seguenti caratteristiche fisiche: Ag820‰, 19mm, 1,5g. Raccolgo in tabella le caratteristiche fisiche delle monete della tipologia di figura reperite nel web:
(2) ✠ENRICII (Enricus - Enrico). Traggo da CNI X una breve sintesi biografica sull'imperatore Enrico VI: Figlio dell'imperatore Federico I Barbarossa, nato nel 1165, viene incoronato Re dai Tedeschi nel 1169. Sposa nel 1186 Costanza d'Altavilla figlia postuma di Ruggiero II. Nel 1194, dopo la morte del Re Tancredi, occupa l'intero regno di Puglia e si fa incoronare a Palermo Re di Sicilia. Nel febbraio 1191, mentre si reca a Roma per essere incoronato, fa tappa a Bologna. Alla città ospitante concede il privilegio di battere moneta: Bologna sceglie come unità di misura il terzo del denaro imperiale. Muore a Messina nel 1197, lasciando erede del trono il figlio Federico, sotto la tutela della madre. Per maggiori dettagli v. link. (3) I •P •R •T • (=ImPeRaTor). (4) ✠ BO •NO •NI (in latino, Bologna). Dopo essersi organizzata in forma comunale, aver assunto e coltivato il proprio spirito civico e di appartenenza, aver sostenuto il duro confronto con Federico Barbarossa e mentre aumentava l’affluenza degli scolari dello Studio, il comune di Bologna (v. link) prese provvedimenti per assecondare il grande sviluppo economico e demografico che caratterizzò gli ultimi decenni del XII secolo. Per captare e canalizzare verso la città le acque del Savena e del Reno edificò le chiuse di San Ruffillo e di Casalecchio. Con diploma dell'11 febbraio 11915 ottenne dall’imperatore Enrico VI anche il diritto di battere una propria moneta. Fu il bolognino, la prima moneta bolognese del peso di poco più d’un grammo d’argento e con un valore intrinseco pari ad un terzo di quella imperiale. Nel 1236, dopo la coniazione del bolognino “grosso”, assunse l’appellativo di bolognino “piccolo”. La moneta presentava sul diritto la formula Enricus I P R T (imperator), con le ultime quattro lettere disposte a croce nel campo. Nei secoli successivi il bolognino “piccolo” subì delle variazioni per quanto riguarda il peso in argento, il valore intrinseco e le formule incisevi sopra. La zecca aperta per concessione imperiale fu chiusa il 31 mqggio 1861. (5) Il diploma imperiale recitava così: “amore inducti eis concessimus licentiam in civitate Bononia cudendi monetam et loco communis ipsius civitatis Potestatem Agnellum huius concessionis dono investivimus, hoc tenore ut secundum quod eis visum fuerit expediens faciant monetam hoc excepto quod moneta ipsorum nostris imperialibus nec forma nec valentia debet adequari” - Indotti dall'amore, concedemmo loro il permesso di coniare moneta nella città di Bologna, e nel luogo del comune di quella città investimmo Agnellus del dono di questa concessione, con quest’ordine, che possano coniare secondo ciò che sembra loro opportuno, con l'eccezione che la loro moneta non dovrebbe avere la forma e il valore ponderale dei nostri imperiali. (6) La grande lettera al centro del rovescio, la cosiddetta A Gotica, è da intendersi come terminale di BONONIA. La scelta stilistica mette in risalto l’importanza assunta dal Comune di Bologna e la figura di Enrico VI che aveva concesso il privilegio di battere moneta. |
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