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Casale, sezzino, Bonifacio II Paleologo marchese IV di Monferrato | ||||||||||||||||||||
7.11.2021
Buongiorno
De Florio,può risalire alla provenienza di queste monete? Moneta con la croce che sembra un fiore: 0.68g, 15mm, non ferromagnetica. |
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Roma, 19.11.2021
Egregio,di seguito riporto gli elementi significativi riguardanti la moneta di figura: Sezzino1,
zecca di Casale2,
1518-1530, C.N.I.
II 51-57 (pag. 127-8),
Collezione numismatica di V.E. III 371
(pag. 207) Descrizione sommaria (sono indicate
in rosso le parti della leggenda usurate o comunque
illeggibili): La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
Un saluto cordiale. ------------------------------- Note: (1) Sezzino
(mistura). Riprendo da Collezione Numismatica di
V.E. III sopra citata gli elementi che seguono:
"Il termine di “sezzino” non trova ricontri
documentari riferibili a nominali prodotti da
zecche del Ducato di Savoia, ma solo al sesino da
6 denari imperiali coniato nel Ducato di Milano.
Di “sezzini” di Monferrato si parla in una tariffa
datata 9 novembre 1529 pubblicata nel Ducato di
Savoia in riferimento a un nominale realizzato a
un titolo di 18 grani (= 62,50 millesimi) e un
taglio di 225 pezzi per marco di Parigi (= g
1,09), valori che si sposano ottimamente con
quelli registrati dalle emissioni note. Il valore
di 1/6 di grosso ivi proposto fornisce una
giustificazione del nome, ma costituisce un
frazionamento che appare anomalo se raffrontato a
quello di un sistema monetario come quello sabaudo
che non prevedeva un nominale corrispondente. Se
però si considera come, a cavallo tra primo e
secondo quarto del Cinquecento, sia attestata
un’equivalenza di 1 grosso di Savoia con 2 soldi
imperiali di Milano, si otterrebbe un valore pari
a 4 denari imperiali di Milano, molto più lineare
di quanto invece si avrebbe nell’equivalente
sistema sabaudo, ma di nuovo senza una
corrispondenza con un nominale coniato dalla zecca
di Milano. Su un piano squisitamente ponderale, le
maggiori affinità giungono dalle terline da 3
denari imperiali, che a questo punto potrebbero
costituire il vero nominale di riferimento per
quello prodotto dalla zecca di Casale Monferrato."
(2) Non ci sono elementi per ritenere che la produzione di queste monete, o di una parte di esse, sia stata effettuata da zecca diversa da quella di Casale Monferrato (v. Collezione Numismatica di V.E. III sopra citata, pag. 5). (3) BONIFACIVS MAR MON•FER (BONIFACIVS MARchio MONtis FERrati - Bonifacio Marchese del Monferrato). Un ramo della dinastia dei Paleologi (v. link) si sviluppò nel Monferrato a partire dal 1305: Violante, figlia del marchese Guglielmo VII degli Aleramici, fu la seconda moglie di Andronico II Paleologo, imperatore dell'Impero Bizantino; nel gennaio 1305 alla morte del marchese Giovanni I degli Aleramici, fratello di Violante e privo di eredi legittimi, venne designato come erede del Marchesato del Monferrato uno dei figli dell'unione tra Andronico II e Violante, Teodoro. Il Marchesato fu in mano alla dinastia dei Paleologi fino al 1533, quando il marchese Giovanni Giorgio, detto Giangiorgio, morì privo di eredi maschi legittimi. Margherita, figlia del marchese Guglielmo IX, unica erede legittima, ricevette nel 1533 da Carlo V d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, il Marchesato di Monferrato, e lo portò in dote al marito Federico II Gonzaga, facendolo confluire così nei domini dei Gonzaga. Margherita, che fu assieme al marito marchesa del Monferrato, oltre ad essere anche duchessa consorte di Mantova, fu anche reggente di Mantova e del Monferrato per il figlio Francesco III, e morì il 28 dicembre 1566. (4) PRINC VICA PP SACRI RO IMP (PRINCeps VICArius PerPetuus SACRI ROmani IMPerii - Principe Vicario Perpetuo del Sacro Romano Impero). Il vicario imperiale (v. link) fu una carica relativa al Sacro Romano Impero e coloro i quali la assunsero ebbero poteri e giurisdizioni diverse a seconda dei periodi storici e delle diverse regioni che facevano parte dell'Impero. Dopo il periodo degli Hohenstaufen di Svevia, nel secolo successivo, il titolo formale di vicario imperiale fu concesso dall'imperatore regnante ai signori italiani particolarmente potenti e a lui fedeli che ne facessero richiesta e che si impegnassero a mantenere l'ordine e l'obbedienza delle popolazioni locali al sovrano. Tra le signorie italiane più in vista che ottennero la carica vi furono gli Adorno, i Visconti, gli Scaligeri, i Bonacolsi e i Gonzaga. Le signorie, da parte loro, vedevano legittimata la propria egemonia sul territorio grazie a tale carica. |
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