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Licinio e il Genio del Popolo Romano | ||||||||||||||||||||||||
9.2.2016
9.2.2016Buongiorno Gentile Sign.De Florio, in merito alla nostra discussione e di un suo eventuale aiuto (tempo permettendo) le mando una foto di bronzetto romano IMP LICINIVS PF AVG |
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Roma, 12.2.2016
Egregio
Lettore, di seguito riporto gli elementi significativi pertinenti alla moneta di figura: Follis1, Zecca di Treviri, c. 311-313 d. C.2, RIC VI 845b (pag. 226)3, indice rarità "c" Descrizione sommaria: A titolo di confronto riporto i seguenti link relativi a monete di tipologia simile a quella di figura:
Un saluto cordiale. ---------------------------------------
(2) La tipologia monetale in esame fu battuta dalla zecca di Treviri, al tempo sotto il controllo di Costantino, nel nome di Licinio e di Massimino Daia (ma non nel nome di Massenzio, il cui dominio sull'Italia e l'Africa sarebbe cessato il 28.10.312 con la sconfitta di Ponte Milvio alle porte di Roma, non in quello di Galerio, l'imperatore d'Oriente morto il 5.5.311 e nemmeno in quello di Costantino che scelse per sé i tipi del "SOLI INVICTO COMITI" e di "MARTI CONSERVATORI"). Dunque l'emissione monetale in esame ha un intervallo temporale compreso tra la morte di Galerio e la battaglia di Adrianopoli (30.4.313) che pose fine all'espansionismo di Massimino. (3) La classificazione della moneta secondo il categorico RIC VI 845b è legata ad un indice di frequenza; infatti alle monete della tipologia in esame sono associabili quattro categorici distinti: * Ric 844b, nel caso di busto dell'imperatore laureato, paludato e visto da dietro (ind. rarità R); * Ric 845b, nel caso di busto laureato e corazzato (ind. rar. C); * Ric 846b, nel caso di busto laureato, paludato e corazzato (ind. rar. S); * Ric 847, nel caso di busto laureato, paludato e corazzato, visto da dietro (ind. rar. S). Poiché dalle foto è impossibile distinguere il tipo di busto, ho attribuito alla moneta, forse arbitrariamente, il categorico proprio del tipo più comune. (4) IMPerator LICINIVS Pius Felix AVGustus. Alla morte di Galerio (5.5.311), Massimino Daia, che riteneva di dover essere riconosciuto come capo dell'impero per la sua maggiore anzianità, s'impadronì dell'Asia Minore e tentò di togliere con le armi a Licinio la penisola balcanica. Quando già sembrava imminente il conflitto fra i due eserciti accampati sulle opposte rive del Bosforo, fu stipulato un accordo: a Massimino rimasero tutte le provincie asiatiche e l'Egitto. Ma la situazione fra Massimino e Licinio rimase assai tesa, e quando quest'ultimo si alleò con Costantino, sembra che Massimino tentasse un accordo con Massenzio che regnava sull'Italia e l'Egitto. Secondo il racconto di Lattanzio, per aumentare il proprio prestigio, Massimino avrebbe voluto divorziare dalla moglie per sposare Valeria, vedova di Galerio, e, irritato per la sua ripulsa, l'avrebbe esiliata insieme con la madre Prisca, moglie di Diocleziano, che invano da Salona chiese che le fossero rimandate. Vinto e ucciso Massenzio da Costantino (il 28.10.312), scoppiò un nuovo conflitto tra Licinio e Massimino. Questi fu vinto a Campo Sereno presso Adrianopoli, poi riparò in Asia Minore, ma, mentre si preparava ad una nuova battaglia, morì a Tarso (estate o autunno del 313) [Notizie tratte dall'Enciclopedia Treccani on line]. (5) GENIO POPVLI ROMANI, al Genio del Popolo Romano. La tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, per l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu utilizzata da Diocleziano per sottolineare la sua visione ecumenica della romanità. Successivamente, con l'inizio delle lotte di successione, la tipologia monetale del Genio del Popolo Romano, costituì di fatto l'elemento discriminante tra il potere degli Augusti "legittimi" che si davano reciproco riconoscimento e quello degli altri non riconosciuti (è il caso di Massenzio, escluso dagli accordi di Carnuntum, che non coniò follis con la tipologia del Genio del Popolo Romano). Agli occhi della gente comune il follis, la moneta di tutti i giorni della prima Tetrarchia (in contrasto con gli antoniniani coniati precedentemente con tipologia continuamente mutevole), era associata all'idea della singolarità dell'essere romani e della solidità della valuta (un po' come accade con il dollaro ai giorni nostri). |
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