Roma, 2.5.2016
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi
pertinenti alla moneta di figura:
Follis1,
zecca di Cizico, 6.11.355-estate 361 d. C.2,
RIC VIII 112 o 118 (pag. 499), indice di
rarità R o S
Descrizione sommaria (sono indicate in rosso le
parti della leggenda usurate o comunque non più
leggibili):
D. D N FL CL IVLIANVS NOB CS3.
Giuliano Cesare, testa nuda, busto paludato e
corazzato a destra.
R. SPES REI - PVBLICE4.
L'imperatore, elmato e in abito militare, stante
a sinistra sorregge con la mano destra un globo
e con la sinistra una lancia con la punta a
terra. Segno di zecca, SMK?5.
La ricerca nel web di monete simili a quella di
figura ha prodotto i seguenti risultati:
- http://www.forumancientcoins.com/catalog/roman-and-greek-coins.asp?zpg=7257
Julian II "the Apostate," February 360 - 26
June 363 A.D. BB10124. Bronze reduced
maiorina, RIC VIII Cyzicus 118, F, Cyzicus
(Kapu Dagh, Turkey) mint, weight 2.20g,
maximum diameter 17.7mm, die axis 0o, 6 Nov
355 - 3 Nov 361 A.D.; obverse D N FL CL
IVLIANVS NOB CS, draped and cuirassed bust
right; reverse SPES REIPVBLICE, emperor
standing left, globe in right hand, spear in
left, SMKG in exergue; scarce; SOLD.
- http://www.forumancientcoins.com/catalog/roman-and-greek-coins.asp?zpg=3289
Julian II "the Apostate," February 360 - 26
June 363 A.D.BB01731. Bronze reduced maiorina,
RIC VIII Cyzicus 122, F, Cyzicus (Kapu Dagh,
Turkey) mint, weight 1.76g, maximum diameter
16.8mm, die axis 0o, as caesar, 6 Nov 355 - 3
Nov 361 A.D.; obverse D N FL CL IVLIANVS NOB
C, bare-headed cuirassed bust right; reverse
SPES REIPVBLICAE, emperor helmeted in military
dress standing left holding globe in right and
spear in left, symbol (similar to L) left,
SMKA exergue; very scarce; SOLD.
- http://www.coinproject.com/coin_detail.php?coin=302085
ID: RIC_VIII_120 Type: Roman Imperial Issuer:
Julian II Date Ruled: AD 355-363 Metal: Bronze
Denomination: AE 4 Struck / Cast: struck Date
Struck: AD 355-360 Obverse Legend: D N FL CL
IVLI_ANVS NOB CS Obverse Description:
Bare-headed, draped and cuirassed bust right
Reverse Legend: SPES REI_PVBLICAE Reverse
Description: Prince, helmeted and in military
dress, standing left, holding globe in right
hand and a spear in left Exergue: SMKG Mint
Mark: SMKG/ G in left field Mint: Cyzicus
Primary Reference: RIC VIII 120 Reference2:
LRBC II, 2507 (corr.) Reference3: SRCV 4064v
Reference4: VM 029v Photograph Credit: Gitbud
& Naumann Source:
http://www.gitbud-naumann.de.
- http://www.coinproject.com/coin_detail.php?coin=301261
ID: RIC_VIII_122 Type: Roman Imperial Issuer:
Julian II Date Ruled: AD 355-363 Metal: Bronze
Denomination: AE4 struck Date Struck: AD
355-361 Obverse Legend: D N FL CL IVLI_ANVS
NOB CS Obverse Description: Bare-headed,
draped and cuirassed bust right. Reverse
Legend: SPES REI_PVBLICAE Reverse Description:
Prince, helmeted and in military dress,
standing left, holding globe in right hand and
a spear in left. Exergue: SMKG Mint Mark:
SMKG? L in left field Mint: Cyzicus Primary
Reference: RIC VIII 122 Reference2: LRBC
unlisted Reference3: SRCV 4064v Reference4: VM
029v Photograph Credit: Gitbud & Naumann
Source: http://www.gitbud-naumann.de Price
Sold For: 4 Euro Date Sold: 26/7/2012.
Concludo osservando che le caratteristiche
generali e di stile della moneta appaiono non
difformi da quelle dei conî d'epoca ufficiali.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1) Follis
(bronzo). Per la moneta in esame la leggenda
d'esergo è puramente deduttiva e legata a
quella del dritto. Posto che la leggenda del
dritto sia quella indicata in premessa (con o
senza S alla fine), la leggenda d'esergo sarà
necessariamente SMK+officina (zecca di
Cizico). RIC VIII categorizza questo tipo di
monete in modo diverso, secondo la presenza o
meno di lettere nel campo. Nel caso in esame,
nel quale non si evidenziano lettere nel
campo, si danno due sole possibili
catalogazioni secondo il Ric:
* Ric 112, per monete di diametro 16-18mm e
peso di 2,45g (indice di rarità "R") e
* Ric 118, per monete più piccole (15-16mm) e
leggere (2g) (indice di rarità "S").
Detto ciò, in assenza delle caratteristiche
fisiche, non sarà possibile azzardare una
possibile catalogazione per la moneta in
esame.
Per inciso osservo che, dei link
sopra riportati, solo il primo si
riferisce ad una moneta di tipo SMK senza
lettera aggiuntiva nel campo (catalogata dal
venditore Ric 118).
(2) La datazione sopra
riportata copre l'arco temporale in cui
Giuliano era investito del titolo di Cesare (6
novembre 355-estate 361 d. C.), prima quindi
dell'elevazione al rango di Augusto.
(3) Dominvs Noster FLavius
CLaudius IVLIANVS NOBilis CaeSar. La storia di
Giuliano parte da lontano. Suo nonno,
l'imperatore Costanzo Cloro, aveva avuto sei
figli legittimi dalla moglie Teodora, tra
questi Giulio Costanzo, padre di Giuliano e
Delmazio senior. Diversi anni prima del
matrimonio, però, Costanzo Cloro aveva avuto
un figlio di nome Costantino da Elena, donna
di umili origini con la quale aveva convissuto
in regime di concubinato, come allora si usava
quando le differenze di ceto sociale non
consentivano l'unione legale. Alla morte di
Costanzo Cloro, era stato Costantino, allora
trentenne, a prendere sulle spalle, per
ragioni di età e di esperienza (i figli di
Teodora erano piccoli), l'eredità paterna; la
famiglia di Teodora era così vissuta all'ombra
di Costantino. Divenuto imperatore, Costantino
aveva condiviso con i propri figli le
responsabilità di governo, in particolare
Costantino jr. ebbe il governo della Spagna,
della Gallia e della Britannia, Costante
quello dell'Italia, dell'Illiria e dell'Africa
e Costanzo quello delle province asiatiche e
dell'Egitto, mentre Costantino mantenne per sé
il governo della penisola balcanica. Prima di
morire, nel 337, Costantino si ricordò nel
testamento dei nipoti, Delmazio jr e
Annibaliano, figli di Delmazio senior,
fratellastro di Costantino e ad essi lasciò
rispettivamente la penisola balcanica e il
governo dell'Armenia e della costa del Ponto.
Ciò fu causa della loro disgrazia: alla
notizia della morte del padre, Costanzo si
precipitò a Costantinopoli dove organizzò una
rivolta contro gli zii e cugini discendenti di
Teodora. Due fratellastri di Costantino, tra
cui Delmazio senior e Giulio Costanzo, padre
di Giuliano e sette nipoti, tra cui Delmazio
jr. e Annibaliano, furono trucidati. Per caso
si salvarono dal massacro Giuliano, che
all'epoca aveva sei anni, e il fratello Gallo
che ne aveva 12. Il crudele e sospettoso
Costanzo risparmiò le loro vite ma li relegò
in due diverse città dell'Asia Minore. I
ragazzi furono posti sotto la guida di maestri
cristiani, che spiavano i loro minimi
movimenti e sotto la supervisione di Eusebio,
vescovo ariano di Nicomedia. Così Giuliano
ricevette le prime lezioni di cristianesimo da
coloro che considerava nemici mortali e la
dottrina cristiana gli fu presentata sotto
l'aspetto più infelice di un'interminabile
disputa tra ortodossi e ariani. A Giuliano il
cristianesimo fu inculcato a forza ed egli,
per un senso di istintiva difesa, fu costretto
a mostrarsi convinto e fervente. Tuttavia, tra
gli insegnanti che ebbe modo di frequentare,
ne conobbe uno che lo introdusse di nascosto
alla poesia e alla filosofia greca, poi, più
tardi, seguì in gran segreto, all'insaputa
dell'imperatore zio, le lezioni di un famoso
retore pagano, Libanio. Avvenne quindi in
quegli anni la conversione al paganesimo (di
qui l'appellativo di Apostata che si applica a
colui che rinnega la fede nella quale è stato
cresciuto) e l'odio verso i cristiani: erano
stati costoro che gli avevano ucciso il padre,
loro che l'avevano tenuto per anni in esilio,
loro che gli avevano negato la conoscenza del
mondo classico. Giuliano abbracciò così il
neoplatonismo che, rispetto al cristianesimo,
presentava il vantaggio di rimanere nel campo
dell'antica cultura e del vecchio politeismo.
Poi venne anche per lui il momento di
comandare. La svolta si ebbe poco dopo la
morte del fratello Gallo; l'imperatore
Costanzo, che pure l'odiava, non aveva eredi e
quindi, dopo avergli conferito il titolo di
Cesare, lo inviò in Gallia a difendere il
confine renano. Sul campo il filosofo si
rivelò buon generale riuscendo a sopraffare
gli Alemanni e più tardi i Franchi. I primi
dissapori con Costanzo ebbero inizio nel 359,
quando il re persiano Sapore II passò il Tigri
e attaccò i territori romani. Costanzo,
impegnato sul Danubio a contrastare i Quadi e
i Dalmati, ordinò a Giuliano di inviare dei
reparti ausiliari ma questi oppose un rifiuto
perché, in forza di un trattato concluso con i
barbari che servivano nel suo esercito, si era
impegnato a non utilizzarli fuori dalla
Gallia. Nel febbraio del 360, a Lutetia
(Parigi), Giuliano fu acclamato dalle truppe
che lo riconobbero come Augusto ma
l'imperatore Costanzo, titolare del potere
formale, non volle confermargli il titolo. Lo
stato di tensione che si creò tra i due
sovrani non impedì che ancora nell'estate del
361 monete della stessa tipologia venissero
battute contemporaneamente a Sirmium, zona di
confine tra l'Occidente e l'Oriente (v. ad es.
il link
Ric 80), sia nel nome di Costanzo che in
quello di Giuliano che continuava a titolarsi
Cesare sulle monete nella speranza e
nell'attesa del riconoscimento del grado
superiore da parte di Costanzo. Di lì il passo
fu breve, l'occidente fu dalla sua parte,
Costanzo continuò nel non volerlo riconoscere,
anzi mosse contro di lui ma la morte lo colse
all'improvviso il 3 novembre del 361 e
Giuliano fu finalmente Augusto, riconosciuto
da tutto l'impero. Nel 363, Giuliano si
imbarcò in un'ambiziosa campagna militare
contro l'Impero Sassanide; all'inizio le
operazioni militari volsero a suo favore ma
successivamente in battaglia Giuliano fu
ferito a morte, trafitto da una lancia.
(4) SPES REIPVBLICE (la
speranza della Repubblica). Riporto di seguito
un breve commento su questo rovescio, tratto
dal sito
http://www.academia.edu/4818756/SPES_REIPVBLICE
non più presente in rete: "Il tipo della
<<Speranza della Repubblica>> fu
battuto simultaneamente da tutte le zecche sia
nel nome di Costanzo II che in quello di
Giuliano Cesare e poi ancora, solo in alcune
zecche, in quello di Giuliano Augusto. La
tipologia monetale in questione spesso allude
ad un erede e, nonostante i dubbi di Kent,
sembrerebbe logico che l'erede sia proprio
Giuliano, proclamato Cesare a Milano il
6.11.355."
(5) SMK è il segno di
zecca di Cizico (città collocata sulla sponda
asiatica del Mar di Marmara). SMK si compone
di due parti, SM (=Sacra Moneta), K (=Κύζιχος,
ossia Cizico).
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