Roma, 15.3.2017
Egregio,
di seguito riporto gli elementi significativi
riguardanti la moneta di figura:
Follis1,
zecca di Aquileia, c. 296 d. C.2, RIC VI
24b (pag. 314), indice
di rarità "c"
Descrizione
sommaria (sono indicate in rosso le parti della
leggenda usurate o comunque illeggibili):
D. MAXIMIANVS NOB CAES3.
Galerio Cesare, testa laureata a destra.
R. GENIO POPV-LI ROMANI4.
AQP
in esergo5.
Il Genio del Popolo Romano, stante a sinistra,
"modius" sulla testa, nudo tranne che per un
clamide pendente dalla spalla sinistra,
sorregge, con la mano destra, una patera e con
la sinistra una cornucopia.
La ricerca nel web di monete della tipologia di
figura ha dato luogo ai seguenti risultati:
- https://www.acsearch.info/search.html?id=1040904
Numismatik Lanz München
http://www.numislanz.de/ Auction 151 904 30.
June 2011 Description:RÖMISCHE MÜNZEN
KAISERREICH. GALERIUS MAXIMIANUS (305 - 311)
Caesar (293 - 305). Follis, Aquileia
MAXIMIANVS NOB CAES, Büste mit Lorbeerkranz
nach rechts. Rs. GENIO POPV-L-I ROMANI, Genius
in Vorderansicht stehend, Kopf nach rechts
gewandt, in der vorgestreckten Rechten Patera,
im linken Arm Füllhorn, im Abschnitt AQ P.
Paolucci - Zub, Monetazione di Aquileia, 37
Nr. 86; RIC VI 314 Nr. 24b (ohne Offizin).
10,70g. Prachtexemplar mit wunderbarer Patina.
- https://www.acsearch.info/search.html?id=1841002
Numismatik Naumann (formerly Gitbud &
Naumann) http://www.numismatik-naumann.de/
Auction 12 740 2. Feb. 2014 Description:
GALERIUS MAXIMIANUS (Caesar, 293-305). Follis.
Aquileia. Obv: MAXIMIANVS NOB CAES. Laureate
head right. Rev: GENIO POPVLI ROMANI / AQS.
Genius standing left with modius on head,
holding patera and cornucopia. RIC 26b [24b;
classificazione errata]. Condition: Near
extremely fine, almost full silvering. Weight:
10.5g. Diameter: 27mm.
- https://www.acsearch.info/search.html?id=328422
Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung
http://www.gmcoinart.de/ Auction 152 2420 10.
Oct. 2006 Description: RÖMISCHE KAISERZEIT
Objekt-Nr.: 2420 Galerius als Caesar, 293 -
305 n. Chr. AE Follis (9,40 g.), ca. 296 n.
Chr. Mzst. Aquileia. Vs.: MAXIMIANVS NOB CAES,
Kopf mit Lorbeerkranz n. r. Rs.: GENIO POPV-LI
ROMANI / AQ P, Genius mit Modius, Patera u.
Füllhorn. RIC 24b. Intakter Silbersud, fast
vz. Estimation: 100,00€.
- https://www.ma-shops.com/goduto/item.php5?id=200&lang=en
Description: Romeinse Rijk follis 293-305 AD.
AD. Grade: good vf Catalog: ric.24b Material:
Bronze Weight: 12.10g Diameter: 29.00mm. obv;
Maximianus NOB CAES,laureate head of Galerius
right. rev; GENIO POPV-LI-ROMANI,Genius
standing left, holding patera&cornucopiae,
in ex.AQT. Price: 95,00€.
- https://www.acsearch.info/search.html?id=29894
Classical Numismatic Group, Inc.
http://www.cngcoins.com/ Description: 732504.
Sold For $95. GALERIUS, as Caesar. Circa
296 AD. Æ Follis (10.75 gm). Aquileia mint.
MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head right /
GENIO POPV-LI- ROMANI, Genius standing left,
emptying patera and holding cornucopiae. RIC
VI 24b. Good VF. $95.
- https://www.acsearch.info/search.html?id=33608
Classical Numismatic Group, Inc.
http://www.cngcoins.com/ Description: 156825.
Sold For $135. GALERIUS. As Caesar,
293-305 AD. Æ Follis (27mm, 9.94 gm, 12h).
Aquileia mint, 3rd officina. Struck 296 AD.
MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head right /
GENIO POPV-LI ROMANI, Genius standing left,
holdng patera and cornucopiae; AQΓ. RIC VI
24b. Near EF, dark brown patina.
- https://www.acsearch.info/search.html?id=877769
VAuctions http://www.vauctions.com/ Auction
254 97 28. Oct. 2010 Description. Lot
97. GALERIUS, as Caesar. 293-305 AD. Æ
Follis (26mm - 9.94 g). Aquileia mint. Struck
296 AD. MAXIMIANVS NOB CAES, laureate head
right / GENIO POPV-LI ROMANI, Genius standing
left, holding patera in right hand, cornucopia
in left; AQP. RIC VI 24b. EF, nearly fully
silvered with a few small spots of green
encrustation. Estimate: US$200.
Concludo osservando che, nei limiti di un esame a
distanza, le caratteristiche generali e di stile
della moneta di figura appaiono comparabili con
quelle delle monete di pari tipologia reperite nel
web (v. link). Tuttavia,
stante il cattivo stato di conservazione della
moneta e la lettura incerta della leggenda, prima
di parlare di autenticità, occorrerebbe procedere
ad un esame diretto della moneta e a misurare
accuratamente le caratteristiche fisiche indicate
in calce alla nota 1 sottostante.
Infatti, se queste non rientrassero nel campo di
variabilità dei dati tabulati, verrebbe messo in
discussione l'intero castello dell'identificazione
e classificazione della moneta.
Giulio De Florio
--------------------------------
Note:
(1) I folles
della tipologia in esame avevano, secondo il
RIC, le seguenti caratteristiche fisiche: peso
8,75÷10,75 g, asse di conio ad ore 0 oppure
(dominante) ad ore 6. Raccolgo in tabella le
caratteristiche fisiche dei folles della
tipologia di figura tratte dai link di cui sopra:
Riferimenti |
Peso (g.) |
Diametro (mm) |
Asse conio (h) |
Link1 |
10,70 |
- |
- |
Link2 |
10,50 |
27 |
- |
Link3 |
9,40 |
- |
- |
Link4 |
12,10 |
29 |
- |
Link5 |
10,75 |
- |
- |
Link6 |
9,94 |
27 |
12 |
Link7 |
9,94 |
26 |
- |
Non essendo disponibili elementi sulle
caratteristiche fisiche del campione in esame (peso, diametro, asse di
conio, reazione alla calamita), non sarà
possibile svolgere un esame comparativo con le
monete autentiche del periodo sopra
menzionate.
(2) La moneta in esame viene
datata dal RIC 296 d. C..
(3) MAXIMIANVS NOBilis
CAESar. Il "fondatore" della tetrarchia era
stato Diocleziano. Egli era stato acclamato
imperatore il 17 novembre del 284 d.C. dalle
truppe di stanza a Nicomedia, dopo l'assassinio
dell'imperatore Caro, seguito, ad appena un mese
di distanza da quello del figlio Numeriano, su
istigazione del prefetto del pretorio Apro.
Nell'occasione Diocleziano aveva prima
smascherato il mandante dei due delitti e poi lo
aveva ucciso con le proprie mani. Inevitabile lo
scontro con Carino, figlio di Caro, imperatore
legittimo per successione e nomina paterna.
Nella battaglia, avvenuta nella Mesia (area
danubiana), Carino rimase ucciso per mano di un
ufficiale della propria guardia personale e
Diocleziano, rimase unico sovrano dell'impero.
Memore delle esperienze trascorse, egli si
propose di dare un nuovo assetto allo stato
romano che garantisse maggiore sicurezza e
tempestività di intervento nella difesa dei
traballanti confini, desse maggiore stabilità
all'economia, evitasse le lotte di successione.
Perciò pensò bene di dividere il potere con un
generale fidato, Marco Valerio Massimiano, a cui
conferì il rango di Cesare nel 285 ed elevò ad
Augusto nel 286, affidandogli il governo
dell'Occidente e riservando invece a sé il
controllo della parte più ricca e progredita del
mondo romano, l'Oriente. La neonata diarchia
(governo di due) fu innanzi tutto funzionale a
contrastare la minaccia delle invasioni dal nord
e dalle regioni orientali. La capitale
dell'Occidente fu spostata a Milano, città più
prossima alle zone di frontiera e quella
d'Oriente a Nicomedia (l'odierna Izmit, sul Mar
di Marmara, nella Turchia asiatica). Ogni diarca
possedeva un proprio esercito, riorganizzato
come forza di intervento rapido in grado di
spostarsi velocemente in tutte le zone di crisi,
se necessario anche in quelle di non diretta
pertinenza.
Allo scopo di fornire una base ideologica a
questa nuova struttura dello stato, Diocleziano
stabilì una gerarchia di comando che traeva
spunto dalla gerarchia celeste: Massimiano
diventava pari grado di Diocleziano e suo
"frater"(fratello e quindi membro della gens
Valeriana cui Diocleziano apparteneva - RIC VI
pag. 9) ma la sua anzianità era inferiore a
quella di Diocleziano perché, mentre Diocleziano
assumeva il titolo di "Iovius", cioè figlio di
Giove, Massimiano quello di "Herculius", figlio
di Ercole, quindi più lontano da Giove per
discendenza.
Nel 293, sotto la pressione degli eventi
militari alle frontiere, Diocleziano decise di
estendere ulteriormente il progetto di
decentramento dell'impero, affiancando, ai due
Augusti, due Cesari, con l'incarico di
presidiare rispettivamente i confini
settentrionali (Britannia e Gallia) e quelli
danubiani. L'impero risultò così diviso in
quattro parti (in grassetto i nomi con cui i
tetrarchi vengono di solito richiamati nei
manuali storici):
- Caio Aurelio Valerio Diocleziano,
Augusto senior, ebbe il governo diretto
della Tracia, Asia ed Egitto;
- Caio Galerio Valerio Massimiano
fu nominato Cesare dei Balcani, Tracia
esclusa e quindi subordinato a
Diocleziano;
- Marco Aurelio Valerio Massimiano,
in qualità di Augusto junior, ebbe il
governo dell'Italia, Spagna e Africa;
- Flavio Valerio Costanzo (noto
anche come Costanzo Cloro), fu nominato
Cesare della Gallia e della Britannia e
quindi subordinato a Massimiano.
Allo scopo di garantire una linea naturale di
successione, Diocleziano decise che ogni
Augusto, dopo 20 anni di governo, avrebbe
ceduto il potere al proprio Cesare, il
quale, divenuto Augusto, avrebbe a sua volta
nominato un Cesare di fiducia.
Questa dunque sinteticamente era, negli
intenti di colui che l'aveva concepita, la
tetrarchia (governo di quattro),
un'organizzazione fortemente decentrata dello
stato, ma non priva di unità di comando, in
cui l'Augusto senior dettava la linea politica
e gli altri, Augusto junior e Cesari,
provvedevano all'esecuzione, in autonomia di
gestione.
Con il passaggio dalla diarchia alla
tetrarchia, l'ideologia del sistema si adeguò:
come Diocleziano e Massimiano Erculio erano
rispettivamente figli di Giove e di Ercole,
così Galerio, attraverso l'istituto
dell'affiliazione, lo divenne di
Diocleziano con l'appellativo di
"Giovio" e Costanzo di Massimiano, con
l'appellativo di "Erculio". All'uno e
all'altro fu conferito il titolo di
"nobilissimus Caesar", entrambi entrarono a
far parte della "gens Valeriana", tutti furono
vicendevolmente vincolati dalla "pietas",
l'etica della gratitudine agli dei e
dell'affetto per i consanguinei. Nel 305, in
seguito all'abdicazione di Diocleziano e di
Massimiano, Galerio e Costanzo divennero
augusti, mentre Severo e Massimino furono
nominati cesari.
(4) GENIO POPVLI ROMANI,
al Genio del Popolo Romano. La tipologia
monetale del Genio del Popolo Romano, per
l'ampia diffusione in tutto l'impero, fu
utilizzata da Diocleziano per sottolineare la
sua visione ecumenica della romanità.
Successivamente, con l'inizio delle lotte di
successione, la tipologia monetale del Genio
del Popolo Romano, costituì di fatto
l'elemento discriminante tra il potere degli
Augusti "legittimi" che si davano reciproco
riconoscimento e quello degli altri non
riconosciuti (vedi Massenzio che non
coniò follis con la tipologia del Genio del
Popolo Romano). Agli occhi della gente comune
il follis, la moneta di tutti i giorni della
prima Tetrarchia (in contrasto con gli
antoniniani coniati precedentemente con
tipologia continuamente mutevole), era
associata all'idea della singolarità
dell'essere romani e della solidità della
valuta (un po' come accade con il dollaro ai
giorni nostri).
Sotto questa luce va interpretato il tipo del
Genio di figura, battuto dalla zecca di
Aquileia nel nome dei seguenti personaggi:
- Diocleziano Augusto:
- IMP C DIOCLETIANVS P F AVG - RIC 22a,
v. ad es. il
link
- IMP DIOCLETIANVS P F
AVG - RIC 23a, v. ad es. il link
- Massimiano Augusto:
- IMP C MAXIMIANVS P F AVG - RIC 22b, v.
ad es. il link
-
IMP MAXIMIANVS P F AVG -
RIC 23b, v. ad es. il link
- Galerio Cesare:
- MAXIMIANTVS NOB CAES - RIC
24b, v. ad es. il link
- Costanzo Cesare:
- CONSTANTIVS NOB CAES -
RIC 24a, v. ad es. il link
(5) Il segno di zecca AQP si
compone di due parti: AQ, nominativo di
zecca, che sta per Aquileia e P indicativo
di officina monetale (P=Prima, prima di
quattro officine attive nel periodo).
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